PA - Buoni pasto ai dipendenti della Funzione Pubblica anche in smart working: perché ai lavoratori di Scuola, Università, Ricerca e Afam neanche in presenza al lavoro? Anief ai ministri Valditara e Bernini: non siamo lavoratori di serie B
“Se confermata, sarebbe vergognosa l'esclusione del personale dei comparti Scuola, Università, Ricerca e Afam dai buoni pasto giornalieri, invece assegnati al personale dei Ministeri anche quando operano in smart working”: a sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento della sottoscrizione, il 27 gennaio scorso, del nuovo contratto delle Funzioni Centrali, in particolare dell’art. 14, comma 3 che “disciplina l’attribuzione del buono pasto nelle giornate in cui viene svolto lavoro agile”. Una modalità che trova conferma nell’orientamento applicativo dell’Aran pubblicato alcuni giorni fa. Siamo, in pratica, in presenza di un automatismo che prevede l’erogazione del buono pasto nelle giornate di lavoro agile anche in assenza della misurazione della durata della prestazione.
Secondo il presidente nazionale Anief “non possiamo avere dipendenti pubblici di serie A e altri di serie B. Abbiamo, ad esempio, oltre un milione di docenti e Ata che non percepiscono il buono pasto neanche quando sono a scuola per giornate intere. Perché questo trattamento diversificato tra dipendenti pubblici dello stesso Stato? I ministri Giuseppe Valditara e Anna Maria Bernini è bene che inseriscano, da subito, la medesima misura dei buoni pasto nell'atto di indirizzo dei comparti Istruzione, Ricerca, Università e Afam in vista del rinnovo contrattuale 2022-2024. Ancora di più perché a stabilire l’orientamento sui buoni pasto, a prescindere dalla sede di lavoro, è stata pure una recente sentenza della Cassazione. A questo punto non vi sono più dubbi: i buoni pasto - conclude Pacifico - rientrano in quelle misure di welfare da stabilire per via contrattuale”.
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