Oggi in Italia lo stipendio degli insegnanti precari o assunti in ruolo nei primi otto anni di carriera risulta inferiore a quello di un operaio che opera nel campo edilizio: se questi percepisce in media 1.600 euro al mese, un docente laureato collocato nella fascia stipendiale iniziale si ferma a meno di 1.500 euro mensili. Anche in Francia i compensi iniziali risultano non altissimi, ma non certo ai livelli sotto la soglia della dignità che vengono assegnati nel nostro territorio nazionale: nel paese transalpino, scrive Le Monde, lo stipendio degli insegnanti pur risultando in decrescita si colloca sempre ben al di sopra di quello di un operaio edile.
“Il problema – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – sta tutto nella politica al risparmio portata avanti dai governi italiani negli ultimi decenni: soltanto a parole hanno denunciato la scarsa valorizzazione del corpo docente, come pure del personale Ata, senza però mai produrre interventi strutturali, senza mai collocare questi lavoratori in un contesto contrattuale tutelato, senza mai pensare di allineare la spese pubblica nazionale per l’Istruzione rispetto al Pil. Questo andare ha portato gradualmente a far scivolare di un punto il prodotto interno lordo italiano rispetto a quello medio dell’Unione europea. Anche il confronto con la vicina Francia diventa impietoso”.
“Un insegnante in Italia nel 1993 guadagnava 29 milioni lire: per quale motivo – dice ancora Pacifico - lo stesso docente nel 2023 ha perso metà stipendio, visto che va a prendere in media 29 mila euro? Questo significa che negli ultimi 30 anni il personale della scuola ha perso quasi metà del valore della busta paga. Nello stesso periodo, un operario edile ha avuto invece quasi raddoppiato lo stipendio. E anche il salario minimo è di fatto raddoppiato per gli altri lavoratori del Paese”.
“La ‘mazzata’ finale – continua il sindacalista Anief - è quella che stiamo vivendo nell’ultimo biennio: l’attuale e il passato, con l’inflazione cresciuta di quasi il 15%: il costo della vita si va ad aggiungere al problema di chi, nella scuola, prende stipendi ai quali mancano annualmente quasi 5 mila euro rispetto alla media della Pubblica amministrazione e in ritardo abissale rispetto ad altri Paesi europei come la Germania e quelli d’oltremanica”.
Compensi assegnati in Italia: confronto rispetto a 30 anni fa |
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Stipendio lordo 1993/95 |
Stipendio lordo nel 2023 |
Operaio edile |
1,3 milioni di lire |
1,6 mila euro |
Insegnante laureato scuola secondaria (fascia iniziale) |
2,2 milioni di lire |
1,5 mila euro |
IL RECUPERO DELL’INDENNITÀ DI VACANZA CONTRATTUALE
In questo contesto diventa indispensabile recuperare l’indennità di vacanza contrattuale piena prevista per legge, da assegnare almeno per gli anni 2022 e 2023: a un insegnante laureato della secondaria a inizio carriera vengono infatti assegnati, da questo mese, la miseria di poco più di 9 euro mensili, a fronte degli 85 euro circa che dovrebbe percepire. Ecco perché Anief ha prodotto una diffida per recuperare il maltolto. Per chi è interessato a non soccombere all’ennesimo sopruso economico, il sindacato ha creato una pagina internet apposita, attraverso la quale presentare direttamente la richiesta per aderire alla campagna di recupero - in attesa della sottoscrizione del Ccnl 2022/2024 - dell'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale liquidata mensilmente negli stipendi a decorrere dal 1° aprile 2022 secondo l'aggiornamento Nadef per l'indice del tasso di inflazione programmata 2022 e per il tasso previsionale 2023.
Coloro che vogliono avere maggiori informazioni per aderire alla campagna nazionale Anief per il recupero degli arretrati del 2022 possono cliccare qui.
Scarica la tabella degli aumenti IVC 2022 del personale della scuola
Scarica la tabella emolumento una tantum 2023 del personale della scuola
Adesioni alla campagna recupero IVC 2022 - 2023 al seguente link. Per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
PER APPROFONDIMENTI:
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