È in dirittura di arrivo l’avvio dei concorsi ordinari e straordinari, che porteranno decine di migliaia di insegnanti in cattedra con contratti a tempo indeterminato, a partire dai 70 mila da stabilizzare in due anni in chiave Pnrr. Il problema è che chi vince il concorso ordinario per diventare docente non è detto che venga assunto: potrebbe tornare fare il disoccupato o il precario.
Come riporta anche la rivista specializzata Orizzonte scuola, rispetto ai concorsi scuola “il 2023 si chiude con i bandi per infanzia e primaria DDG n. 2576 e secondaria DDG n. 2575 del 6 dicembre. Le domande di partecipazione vanno presentate entro il 9 gennaio 2024 ore 23:59. La prova scritta probabilmente si svolgerà a ridosso della chiusura delle domande, considerando i tempi tecnici necessari. Seguirà la prova orale (e pratica per le classi di concorso che la prevedono), la chiusura delle operazioni è prevista necessariamente entro le immissioni in ruolo 2024/25. Poi partirà il secondo concorso della fase transitoria PNRR”.
Nessuna novità in arrivo per la revisione dei compensi per il personale utilizzato e comandato presso le amministrazioni centrali, così come previsto dall’articolo 86 del CCNL 2007: non vi sono finanziamenti pubblici aggiuntivi e tutto rimane fermo. Si tratta di personale appartenente al comparto scuola che su mandato sindacale viene utilizzato presso gli uffici centrali dell’amministrazione pubblica. A tale personale vengono corrisposte delle retribuzioni regolamentate dalla funzione pubblica in virtù delle funzioni svolte. Le ultime tabelle retributive hanno visto il blocco della negoziazione per i vincoli di bilancio posti dalla Funzione pubblica, pertanto per lo scorso biennio 19-20 l’amministrazione aveva preferito procedere con atto unilaterale.
Il sindacato Anief ricorda che il nuovo contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 prevede che oltre le 40 ore annue extra-didattiche, previste per le attività funzionali all’insegnamento, tutte le altre unità orarie di formazione dovranno d’ora in poi essere remunerate “con compensi, anche forfettari stabiliti in contrattazione integrativa”. Perchè, riporta ancora il Ccnl sottoscritto da quasi tutti i sindacati lo scorso 14 luglio e nei prossimi giorni alla firma definitiva all’Aran, “la formazione continua costituisce un diritto ed un dovere per il personale scolastico”. Di recente, anche il ministro Giuseppe Valditara, ha detto che “la formazione” del personale scolastico deve “avere un processo continuo e” di conseguenza va “correlata a riconoscimenti economici per coloro che la svolgono”.
È proseguito oggi il confronto sulla revisione dell’ordinamento del personale Tecnico e Amministrativo del comparto Ricerca. In apertura di riunione, l’Aran ha proposto al tavolo di rinviare al prossimo CCNL la discussione sulla revisione dell’ordinamento del personale Ricercatore e Tecnologo: sul punto, Anief si è dichiarata immediatamente e fermamente contraria a questa del tutto nuova e molto preoccupante ipotesi, sottolineando che il Settore Ricerca non può essere frammentato e che l’eventuale revisione dell’ordinamento deve riguardare necessariamente tutto il personale e in contemporanea.