Sta creando giustificate proteste l’emendamento al decreto Milleproroghe che prevede il posticipo di un anno, dal 2024 al 2025, dell’aggiornamento delle vigenti graduatorie di terza fascia. La disposizione, ancora da approvare, sarebbe determinata dalla parte del contratto 2019/21 sottoscritto in via definitiva 10 giorni fa all’Aran, nella parte delle novità sull’ordinamento professionale ATA e sui titoli di accesso alle graduatorie ATA di terza fascia: su vuole in pratica dare l’opportunità di prendere i punteggi aggiuntivi a coloro che si doteranno nei prossimi mesi dei nuovi titoli. In questo modo, però, non si dà la possibilità a tanti precari oggi già in graduatoria di potersi avvicinare ai loro affetti, né di poter valorizzare la formazione e i corsi di aggiornamento svolti negli ultimi tre anni.
Da adesso in poi se i docenti della scuola pubblica parteciperanno ad attività di formazione oltre le 40 ore annue extra-didattiche, previste per le attività funzionali all’insegnamento, lo Stato dovrà pagarli. E i criteri andranno stabiliti attraverso gli accordi presi in contrattazione d’Istituto, alla presenza delle Rsu. Lo prevede il nuovo contratto collettivo nazionale Istruzione, Università e Ricerca 2019/21 sottoscritto in via definitiva una settimana fa all’Aran, di cui l’Anief è stato sottoscrittore e protagonista.
Oltre un milione di lavoratrici della scuola, dell’Università e della Ricerca, insegnanti, Ata e impiegati, possono godere di una protezione in più: si tratta dell’estensione del congedo interamente retribuito in caso di violenza subita, che passa da tre a quattro mesi. L’estensione dei giorni di riposo àcfino a 120 giorni in tre anni pagati al 100% - è stata inserita, grazie alla proposta del sindacato Anief, all’interno del contratto collettivo nazionale Istruzione, Università e Ricerca 2019/21 sottoscritto in via definitiva esattamente una settimana fa all’Aran.
SCUOLA - Rinnovo del contratto firmato all’Aran, in arrivo aumenti Rpd docenti, Cia Ata e indennità Dsga grazie alla presenza di Anief al tavolo di contrattazione: un segnale di riconoscimento che deve andare anche ai precari “brevi”