Il docente, difeso dai legali dell’Anief, ha presentato ricorso al Tribunale di Torino: è di questi giorni la sentenza che gli dà pienamente ragione. A beneficiare dell’operato del sindacato Anief sono stati però anche altri 80 lavoratori della scuola, tra docenti e personale Ata: in tutto i risarcimenti hanno superato i 200 mila euro, per l’esattezza 206.243 euro, con oltre 2.500 euro in media recuperati a dipendente. Una sentenza con le stesse motivazioni, la richiesta di risarcimento del danno, e lo stesso esito, con il Ministero condannato, è stata emessa a Vercelli, con oltre 5 mila euro recuperati
Anche dal 20 al 25 marzo la parte del leone dei ricorsi vinti ha riguardato il recupero della carta del docente a favore dei precari: i giudici di tutta Italia continuano a “bacchettare” il Ministero, condannandolo ormai sistematicamente (a pagare fino a 3.500 euro netti a docente), per la grave dimenticanza nella Legge 107 del 2015 dei precari tra i beneficiari dei 500 euro annui utili per espletare il diritto-dovere di formazione tra gli insegnanti. Il ricorso gratuito Anief per il recupero della somma forfettaria, da spendere entro 24 mesi, continua quindi a produrre risultati tangibili, stavolta nei tribunali di Cosenza, Bologna, Torino, Pavia. Milano, Arezzo e altri ancora.
Tra gli altri ricorsi vinti con le cause patrocinate dall’Anief continuano a figurare quelle per il recupero della Retribuzione professionale docente a supplenti che hanno stipulato una supplenza per brevi periodi (come a Velletri, dove ad un insegnante sono stati dati quasi 3 mila euro). Da segnalare anche una sentenza a Roma per gli “stipendi non corrisposti per sospensione durante il periodo di malattia”, con 3.288 euro recuperati da un insegnante.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, si sofferma sugli “esiti ormai positivi con percentuali bulgare dei ricorsi prodotti dal nostro sindacato. I nostri legali si stanno facendo valere alla grande nelle aule giudiziarie, fermo restando che l’obiettivo rimane sempre lo stesso: fare prevalere la giustizia, soprattutto laddove chi ha legiferato lo ha fatto in modo errato o manchevole. In attesa che le norme fallate cambino, cosa che Anief sollecita in tutte le sedi politiche, governative e parlamentari possibili attraverso audizioni, incontri e interlocuzioni continue, rivolgersi in Tribunale rimane dunque una scelta sempre più saggia”, conclude Pacifico.
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