I giudici hanno optato per il riconoscimento integrale dell’anzianità pregressa, mediante la corresponsione delle maggiorazioni dovute agli aumenti stipendiali già riconosciuti ai colleghi insegnanti a tempo indeterminato: con ben sette sentenze ottenute dall’Anief, il Miur è stato condannato per violazione delle norme comunitarie nei confronti dei supplenti cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi negli anni.
IL PARERE DEI GIUDICI: “in assenza di ragioni oggettive di deroga al principio di non discriminazione sussiste il diritto dei ricorrenti alla progressione professionale retributiva, negli stessi termini previsti per il personale di ruolo” ribadendo che “non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quella emessa dai tribunali piemontesi conferma la bontà della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea, attraverso cui è stato imposto a tuti gli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale già immesso in ruolo. Perché il tempo delle umiliazioni è finito: ora c’è spazio solo per il rispetto del diritto. Anche per i precari della scuola.
I Tribunali del Lavoro di Torino e Ivrea hanno condannato il Ministero dell’Istruzione al pagamento di oltre 70mila euro, a seguito della mancata applicazione delle norme comunitarie relative all’assegnazione ai precari di quegli scatti stipendiali di anzianità invece accordati al solo personale assunto a tempo indeterminato: i giudici hanno optato per il riconoscimento integrale dell’anzianità pregressa, mediante la corresponsione delle maggiorazioni dovute agli aumenti automatici già riconosciuti ai colleghi insegnanti a tempo indeterminato per l’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni.
Sono risultati insussistenti, invece, le ragioni sostenute dal Miur a difesa del proprio operato: le sentenze ottenute tramite l’operato dei legali Anief - Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi – parlano chiaro e rilevano come “in assenza di ragioni oggettive di deroga al principio di non discriminazione sussiste il diritto dei ricorrenti alla progressione professionale retributiva, negli stessi termini previsti per il personale di ruolo” ribadendo che “non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico”.
Il Ministero dell’Istruzione, che ormai da anni reitera un’illecita quanto odiosa discriminazione a discapito di tutti i precari della scuola, docenti e personale Ata, cui non riconosce i medesimi diritti economici e stipendiali rispetto al personale di ruolo, si è nuovamente scontrato con le ragioni forti del nostro sindacato e ha nuovamente avuto torto. Dal canto suo, l’Anief, che da sempre si schiera al fianco di tutti i lavoratori della scuola, ha ottenuto di nuovo giustizia in favore dei precari costringendo l’amministrazione scolastica al pieno rispetto del loro lavoro e della loro indiscussa professionalità.
“Quella emessa dai tribunali piemontesi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – conferma la bontà della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, attraverso cui è stato imposto a tuti gli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale già immesso in ruolo. Perché il tempo delle umiliazioni è finito: ora c’è spazio solo per il rispetto del diritto. Anche per i precari della scuola”.
Anief ricorda a tutto il personale non di ruolo che è ancora possibile aderire ai ricorsi per ottenere, oltre agli scatti stipendiali, anche la stabilizzazione e una ricostruzione carriera completa (docenti di ruolo): gli interessati possono aderire ai ricorsi ANIEF cliccando qui.
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