Anief ribadisce che il numero di posti liberi è molto più alto di quanto indicato: ve ne sono soltanto 40mila per il sostegno agli alunni disabili, tutti considerati al 30 giugno ma in realtà e a tutti gli effetti da collocare si organico di diritto, quindi utili per le immissioni in ruolo. E lo stesso vale per un numero quasi analogo relativo ai posti riguardanti le discipline.
Marcello Pacifico (presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione): rimane irrisolto il problema delle supplenze, perché dal prossimo anno continueranno a essere chiamati 80.000 docenti al 30 giugno e 30.000 Ata. Ha ragione il Movimento 5 Stelle quando sostiene che mancano 70mila posti, quindi il sottosegretario Davide Faraone dovrebbe ordinare di rifare le tabelle. Se il Miur avesse realizzato l’atteso censimento, in modo rigoroso, come era stato promesso a settembre, non staremmo oggi ancora a parlare di numeri ipotetici e reali. Il problema è che il Governo non vuole ammettere che ci sono posti in più: se lo ammettesse, infatti, soccomberebbe nei tribunali e dovrebbe assumere tutti quei docenti con 36 mesi di servizio su cattedra vacante, come indicato dalla Corte di Giustizia europea. Ma non possono essere sempre i giudici a stabilizzare il personale. Così si costringe lo Stato a sborsare risarcimenti milionari: questo sì che è un danno all’erario.
“I posti vacanti su cui assumere nuovo personale docente nella scuola sono molti di più dei 50mila di cui parlano Miur e Governo: ha ragione il Movimento 5 Stelle quando sostiene che ne mancano all’appello 70mila, quindi il sottosegretario Davide Faraone dovrebbe ordinare di rifare le tabelle”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, rivendicando nell’occasione l’impellenza di realizzare quel censimento sui posti vacanti che il Miur aveva promesso di rendere pubblico entro la fine del 2014 e che invece si è trasformato in una fotografia sottodimensionata della realtà.
Il giovane sindacato reputa dunque più che fondata l’ipotesi sostenuta dal M5S: le immissioni in ruolo dovevano essere molte di più e quindi il problema del precariato non si esaurirà affatto con l’attuazione del piano straordinario di 100mila assunzioni previsto dal Governo, sempre ammesso che il Parlamento lo approvi. La risposta fornita dal sottosegretario Faraone, nel corso di un’intervista rilasciata alla carta stampata (“grazie ai 100.000 nuovi insegnanti, con metà aboliremo le supplenze e quindi garantiremo la continuità didattica, mentre con 50.000 realizzeremo una scuola più aperta e adatta alle esigenze degli studenti”) ci lascia davvero perplessi.
Anief ribadisce che il numero di posti liberi è molto più alto di quanto indicato dal Governo: ve ne sono soltanto 40mila per il sostegno agli alunni disabili, considerati al 30 giugno ma in realtà e a tutti gli effetti da collocare su organico di diritto, quindi utili per le immissioni in ruolo. E lo stesso vale per un numero quasi analogo relativo ai posti riguardanti le discipline: se al Miur ne risultano libere appena 7mila, Anief ribatte che la percentuale oscilla tra il 60 e il 70% dei contratti sottoscritti sempre fino al 30 giugno dell’anno successivo.
La realtà è che su 85mila cattedre conferite sino al 30 giugno, ben 60mila sono su posto vacante. Solo che per risparmiare soldi, a tutt’oggi non sono pagate le mensilità estive, si continua a confondere l'organico di fatto con quello di diritto. Per avere conferma di tutto ciò, basterebbe chiedere ai dirigenti scolastici se il docente precario sostituisce qualcuno oppure, come avviene in due casi su tre, lavora su posto libero. Ecco perché, complessivamente, stiamo parlando di 70mila posti in più rispetto ai 100mila delle assunzioni promesse.
“Rimane irrisolto il problema delle supplenze, perché dal prossimo anno continueranno a essere chiamati 80.000 docenti al 30 giugno e 30.000 Ata. Se il Miur avesse realizzato l’atteso censimento, in modo rigoroso, come era stato promesso nel settembre scorso – continua il presidente Anief -, non staremmo oggi ancora a parlare di numeri ipotetici e reali. Il problema è che il Governo non vuole ammettere che ci sono posti in più: se lo ammettesse, infatti, soccomberebbe nei tribunali e dovrebbe assumere tutti quei docenti con 36 mesi di servizio su cattedra vacante, come indicato dalla Corte di Giustizia europea. Ma non possono essere sempre i giudici a stabilizzare il personale precario. Così si sottopone lo Stato a sborsare risarcimenti milionari: questo sì che è un danno all’erario. E il Governo non pensi di cavarsela con 10 milioni di euro, quelli stanziati con la Legge di Stabilità per rimborsare i docenti precari non assunti colpevolmente della Stato: è una cifra a dir poco irrisori, visto che servono giusto per pagare i ricorsi patrocinati da Anief”.
Il sindacato ricorda che a questi posti vanno aggiunti almeno altri 10mila relativi al personale Ata, per il quale è attiva una procedura d’infrazione della Commissione UE, che si è trasformata un anno fa in atto di messa in mora, ovvero in un nuovo probabile ricorso contro l'Italia. Il tutto avviene mentre sempre più giudici del tribunale del lavoro italiano condannano alle spese, tra i 30mila e 50mila euro a precario, e assumono d’ufficio gli aventi diritto.
“Se lo scenario rimane questo – dice ancora Pacifico – e se non si incrementerà il piano di assunzioni, come chiesto dall’Anief attraverso gli emendamenti presentati in Parlamento, i posti che il prossimo anno resteranno liberi raggiungeranno quota 100mila. Per andare ancora una volta a supplenza. Con buona pace di chi sosteneva che il precariato sarebbe arrivato al capolinea”
Per approfondimenti:
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