La Buona Scuola attraverso l’organico “potenziato”, limiterà solo le nomine di sostituzione fino a 10 giorni. E anche i contratti a tempo determinato di tipo annuale assegnati, in modo incostituzionale, direttamente dai presidi attraverso gli albi territoriali. Ma non si andrà oltre. Perché tutte le supplenze annuali sino al 30 giugno e al 31 agosto dell’anno successivo continueranno ad esistere. E si tratta di un numero altissimo. Con i soliti effetti nefasti per gli alunni, a cui continuerà ad essere negata la continuità didattica.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la legge 107/15 non ha risolto il problema dei precari. Anzi, mantenerli in questo stato professionale, dopo averli illusi, li renderà ancora più combattivi. Tanto che prevediamo un’impennata di ricorsi in tribunale, a seguito dell’udienza della Corte Costituzionale, fissata per il prossimo 17 maggio, chiamata dalla Corte di Giustizia europea ad esprimersi sull’illegittimità tutta italiana della reiterazione dei contratti a tempo determinato. È solo una questione di tempo.
Non è vero che le supplenze “diminuiranno progressivamente con la messa a regime della legge” di riforma della scuola, come ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ad un noto settimanale nazionale: secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, da anni vicino alle problematiche dei precari della scuola italiana, molto semplicemente le supplenze nei prossimi anni rimarranno in vita, perché la Legge 107/2015 ha stabilizzato solamente una parte degli abilitati. E perché un altissimo numero di cattedre continuano ad essere considerate potenzialmente occupate quando, in realtà, si tratta di posti liberi che puntualmente nel mese di settembre verranno assegnate come supplenza annuale al docente precario di turno: è accaduto nel 2015 e accadrà anche nei prossimi anni.
La riforma, attraverso l’attuazione dell’organico funzionale, poi ribattezzato “potenziato”, limiterà solo un genere di supplenze: quelle per previ periodi, fino a 10 giorni. E anche i contratti a tempo determinato di tipo annuale assegnati, in modo incostituzionale, direttamente dai dirigenti scolastici attraverso gli albi territoriali. Ma non si andrà oltre. Perché tutte le supplenze annuali sino al 30 giugno e al 31 agosto dell’anno successivo continueranno ad esistere. Si tratta di un numero altissimo: almeno 100mila l’anno. Con i soliti effetti nefasti per gli alunni, sicuri danneggiati, a cui continuerà ad essere negata la continuità didattica. E non dimentichiamoci che alla fine, a riforma conclusa, saranno la metà gli stabilizzati, rispetto ai 150mila promessi all’inizio.
“Non comprendiamo – commenta il presidente Anief – con quali presupposti il ministro continui a minimizzare questo stato di cose. Perché stiamo comunque parlando di oltre il 10 per cento del personale in carico alle nostre scuole. Considerando che lo scorso anno stavamo, per ammissione dello stesso ministro dell’Istruzione, al 12 per cento, non sembra proprio che la Buona Scuola sia riuscita nell’intento di cancellare la ‘supplentite'. Mentre per più di un anno ci hanno ripetuto questo concetto, dopo che nel settembre del 2014 era stato espresso dal premier Renzi nel corso dalla presentazione della prima bozza di riforma. Come rimaniamo sconcertati quando ascoltiamo il ministro che dice che quest’anno ‘il 97 per cento dei docenti precari aventi diritto ha accettato la proposta di assunzione’ della fase B: nella percentuale, infatti, mancano i 40mila che non hanno presentato domanda, anche loro aventi diritto”.
“Non solo – continua Pacifico -, perché se andiamo a verificare la presenza di precariato in alcune fasce di insegnanti, come il sostegno, ci accorgiamo che il numero di supplenti cronici raddoppia: supera, infatti, il 20 per cento. Perché abbiamo degli organici con 96mila docenti di sostegno di ruolo, ma ancora circa 25mila precari su posti liberi però considerati in deroga. Il tutto, pur in presenza di 240mila alunni disabili, che non a caso il Miur continua a sottostimare. Ed un fatto davvero grave, visto che quei posti sono del tutto vacanti e non ricopribili da alcun docente di ruolo”.
“Ecco perché la Buona Scuola non ha risolto il problema dei precari. Anzi, mantenerli in questo stato professionale, dopo averli illusi, li renderà ancora più combattivi. Tanto che, prevediamo un’impennata di ricorsi in tribunale: a seguito dell’udienza della Corte Costituzionale, fissata in primavera dopo essere stata rimandata scorso 23 giugno, proprio sull’illegittimità della normativa italiana sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato. È solo questione di tempo, perché la strada su questa procedura è stata già tracciata dalla Curia europea. Pertanto, dopo l’udienza della Consulta del 17 maggio, tutti coloro che avranno svolto oltre 36 mesi su posto libero, chiederanno la stabilizzazione. E lo Stato dovrà conferirgli anche adeguati risarcimenti, dovuti alla mancata assegnazione degli scatti di anzianità, del pagamento dei mesi estivi e di tutte quelle indennità negate. Proprio perché – conclude Pacifico - rimasti coattivamente nello stato di precari”.
Tuttavia, l’Anief invita il personale precario danneggiato dall’ostinazione del Governo a non stabilizzarlo, anche se con oltre tre anni di supplenze svolte (pure non continuative) su posti vacanti, a presentare sin da subito apposito ricorso per essere immesso in ruolo: i tempi di attesa per la procedura di stabilizzazione sarebbero infatti ridotti.
Per approfondimenti:
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Il ministro Giannini: "La supplentite nelle scuole italiane diminuirà. Ma progressivamente" (Panorama dell’8 ottobre 2015)