Il Governo deve continuare a portare avanti il progetto di potenziamento delle esperienze formative in azienda: lo dicono anche i dati ‘Excelsior’ di Unioncamere e Ministero del Lavoro pubblicati oggi, da cui si evince che quasi 30mila tirocinanti sono stati assunti alla fine del percorso (+5,5% rispetto ad un anno prima). Peccato che nelle scuole superiori, dei fondi assegnati nel 1999 per l’allora ‘Terza Area’ è rimasto solo il 3%.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): incentivare le esperienze in azienda, come fanno da tempo in Germania e Stati Uniti, è un passaggio fondamentale per migliorare le competenze ed andare a coprire quelle sacche di posti di lavoro che ogni anno rimangono vuoti per mancanza di giovani specializzati. Ma nel contempo, l’Esecutivo pensi seriamente anche a portare l'obbligo formativo da 16 a 18 anni, la vera panacea per ridurre gli abbandoni.
Gli stage in azienda si confermano la strada maestra per trovare un’occupazione: a confermare questa tesi, da tempo indicata dall’Anief, è il Sistema informativo ‘Excelsior’ di Unioncamere e Ministero del Lavoro, che stamane hanno pubblicato i dati riguardanti stage e tirocini svoltisi nelle imprese italiane nel 2013. Il rapporto spiega che nelle 217mila imprese ospitanti (in aumento del 5,2% rispetto al 2012), hanno svolto attività di stage circa 310mila studenti (un terzo dei quali laureati): tre questi, il 10 per cento, quasi 30mila sono stati assunti alla fine del percorso. È un dato importante, anche perché corrisponde al 5,5 per cento in più dell'anno precedente
“Se un giovane su dieci viene assunto alla fine di uno stage è evidente che occorre insistere su questa strada – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir -, che poi è quanto accade da tempo in Paesi avanzati come gli Stati Uniti e la Germania. In effetti, il Governo sembrerebbe aver compreso che le attività di alternanza scuola-lavoro sono fondamentali, proprio perché danno un’impronta più specialistica alla formazione dei nostri studenti: nella stessa ‘Buona Scuola’ è previsto un potenziamento di queste attività, con 200 ore di formazione da realizzare in azienda nel triennio finale della scuola secondaria superiore. E pure nella Legge di Stabilità, con una parte del miliardo di euro stanziato per il 2015 per le assunzioni del personale docente, che andrà destinato proprio all’arricchimento delle attività di stage”.
Il sindacato ritiene che lo stanziamento dei fondi per l’alternanza scuola-lavoro, qualora l’articolo 3 della legge di bilancio 2015 dovesse essere confermato al Senato, dovrà essere attuato nel più breve tempo possibile: nel corrente anno scolastico, infatti, sono stati stanziati appena 11 milioni: una cifra davvero esigua, quasi simbolica, visto che dovranno essere ripartite tra i circa 2mila istituti scolastici superiori interessati. Ogni scuola superiore quest’nno riceverà, in media, 5.500 euro. Mentre la stessa cifra è quella che 15 anni fa veniva assegnata ad ogni classe coinvolta nelle medesime attività di collegamento scuola-lavoro.
A livello nazionale, i fondi destinati alla realizzazione degli stage formativi e del coinvolgimento degli esperti di lavoro si sono quindi sempre più assottigliati, passando dai 345 milioni di euro del 1999 ai soli 11 milioni di euro dell’anno scolastico in corso: è rimasto a disposizione delle scuole, in pratica, appena il 3% di quello che veniva corrisposto dal Miur tre lustri fa. Eppure se si vuole pensare di ridurre l’altissima percentuale di alunni che lasciano la scuola prima del tempo, quelli che non arrivano alla maturità e i 700mila Neet tra i 15 ed i 25 anni, gli stage rimangono determinanti. Soprattutto negli istituti tecnici e professionali, dove gli abbandoni dei banchi sono hanno raggiunto livelli record, soprattutto nelle province del Sud di Sicilia a Sardegna. Con i dati Excelsior pubblicati oggi che danno linfa a questa logica.
“Per questi motivi incitiamo il Governo e l’amministrazione, ad insistere sul capitolo formativo della formazione in azienda: non dimentichiamoci che ogni anno – continua il presidente Anief - decine di migliaia di posti di lavoro offerti dalle industrie rimangono scoperti per mancanza di figure professionali adeguate. Ma nel contempo, l’Esecutivo pensi seriamente anche a portare l'obbligo formativo da 16 a 18 anni: 15 anni fa ci aveva provato l’ex Ministro Luigi Berlinguer, con l’operazione che decadde per dare spazio alla stagione dei tagli”.
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