Invece di utilizzare gli insegnanti a disposizione nelle scuole per far tornare il tempo pieno, le compresenze, i docenti specializzati e migliorare l’autonomia scolastica, si vuole utilizzare il “tesoretto” di unità di personale a disposizione principalmente per le sostituzione dei titolari assenti.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): questo modello organizzativo è nato nel 2012 per essere funzionale ai bisogni formativi degli alunni, soprattutto in riferimento alle diversità di genere, alle pari opportunità, ai loro bisogni “speciali” e al recupero formativo. E per fare questo tutti i docenti neo-assunti o perdenti posto vanno collocati sulle loro discipline d’insegnamento: non di certo utilizzati come tappabuchi.
L’introduzione dell’organico funzionale dei docenti, previsto dalla “Buona Scuola”, potrebbe rivelarsi una beffa per gli studenti italiani: da quanto si evince dalle esternazioni dei rappresentanti dell’amministrazione e del Governo, infatti, l’invocato modello di unità di insegnanti da mettere a disposizione di ogni istituto non verrebbe adottato per rafforzare l’autonomia scolastica, ma principalmente per coprire i “buchi” di personale e cancellare le supplenze brevi, come del resto già previsto dalla Legge di Stabilità 2015 che tra gli insegnanti fa scomparire le supplenze per un giorno.
Oggi la stampa specializzata scrive che “nello stesso documento "La Buona Scuola" si dice che l'organico funzionale dovrà servire per evitare il ricorso alle supplenze. Senza contare che da alcune dichiarazioni di ministro e sottosegretario sembra di capire che d'ora in avanti potrebbero essere gli stessi docenti a scegliere se essere titolari di posto ordinario o "titolari" di un posto di organico funzionale”.
Ciò comporterebbe che, soprattutto nella scuola secondaria, la sostituzione dei colleghi assenti sarà impossibile da effettuare in modo sistematico rispettando la coerenza di insegnamento tra docente assente e sostituto: alle classi potrebbero essere assegnati per le supplenze brevi dei docenti privi dell’abilitazione all’insegnamento delle disciplina priva del titolare di cattedra. Oppure, nella migliore delle ipotesi, arriverebbe a coprire il “buco” docenti in possesso di abilitazione in una materia affine.
“Si tratta di un pericolo che va scongiurato – dice Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché non porterebbe di certo verso alcuna buona scuola. I docenti neo-assunti o perdenti posto vanno infatti collocati sulle loro discipline d’insegnamento e non di certo utilizzati come tappabuchi. Se ci aggiungiamo che nella Legge di Stabilità è prevista la cancellazione dell’attuale figura del vicario del dirigente scolastico, che non reputiamo possa essere assegnata a neo immessi in ruolo o docenti privi di interesse e competenze adeguate per coprire il delicato ruolo, il caos che contraddistinguerà il prossimo anno scolastico è garantito”.
In tal modo, si snaturerebbe del tutto il motivo che ha portato alla necessità di introdurre l’organico funzionale, nel 2012: la costituzione di una Doa, una Dotazione organica aggiuntiva, che nel nostro Paese aveva avuto la luce già vent’anni prima per trovare un copertura di tutte le cattedre attraverso la costituzione di un organico di diritto dove i titolari venivano assegnati ai distretti e non alle singole scuole. Ma sempre sulla loro precipua disciplina.
“Il timore del sindacato – aggiunge il presidente Anief – è che anche l’organico funzionale faccia parte di quel modello di revisione di tutta la PA, contenuto in un disegno di legge in discussione in Parlamento, che nel tentativo di semplificazione massima e di appiattimento delle specificità professionali porterebbe, nel caso della scuola, all’accorpamento delle classi di concorso e al censimento dei posti vacanti per essere ricoperti da personale in esubero pur se priva degli adeguati titoli di studio. Non può essere questa la scuola del merito”.
Per approfondimenti:
Organico funzionale: la confusione aumenta (Tecnica della Scuola, 14 gennaio 2015)