Il giorno in cui prenderà il via l'esame degli emendamenti al ddl ‘La Buona Scuola’ in Parlamento, inizierà la protesta di migliaia di docenti e Ata, precari e di ruolo, proclamata tempestivamente da diversi sindacati autonomi e di base, che potrebbe continuare nel mese successivo. Quando altri scioperi sono stati proclamati dai sindacati rappresentativi e non, a pochi giorni dall'approvazione definitiva del testo che introduce la chiamata diretta e i super poteri al dirigente-padrone in tema di trasferimenti, carriera, licenziamenti. Tutto il personale interessato a raggiungere Roma in pullman e partecipare al corteo e al sit-in di venerdì 24 aprile può scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione: la riforma della scuola deve partire dal basso, da quel personale che ha gli stipendi fermi dal 2009 e che il Governo ha deciso da tempo di lasciare tali fino al 2018.
Anche i sindacati Confederali si muovono e incrociano le braccia con i Cobas, il 5 maggio. Solo che potrebbe essere davvero troppo tardi per fermare il disegno di legge 2994 con cui si vuole riformare la scuola: la discussione del ddl, infatti, inizierà proprio il 23 aprile, giorno di approvazione del DEF. Pertanto, la mobilitazione per convincere il Parlamento e il Governo a ritirare o a emendare il testo deve partire prima e subito, quindi con lo sciopero del 24 aprile proclamato da Anief, Unicobas e USB, a cui hanno aderito altre cinque sigle sindacali. E potrà continuare il mese successivo in maniera unitaria se verrà approvata una piattaforma comune.
Il dato inequivocabile che il Governo abbia intenzione di blindare il testo è sotto gli occhi di tutti, soprattutto dopo l'abbinamento della riforma al Documento di economia e finanza. E che la maggioranza parlamentare lo voglia approvare in fretta, lo si è capito con l’allestimento delle audizioni congiunte. È evidente che il testo sarà approvato con pochissime modifiche, se non ci sarà una risposta forte del personale della scuola fin dai primi giorni della votazione degli emendamenti. Ecco perché risulta necessario cominciare la mobilitazione il 24 aprile, per proseguire nei giorni successivi, se necessario. Per non rischiare di scioperare il 5 maggio, con un testo ormai blindato dalla tempistica per l'assunzione dei precari.
Le motivazioni della protesta di fine aprile sono ad ampio raggio: si va dai docenti e Ata sottopagati e tappa-buchi alla mancata assunzione di tutti i supplenti, perché il piano di assunzioni non risolve il problema del precariato, dalla necessità di recuperare i 250mila posti di lavoro tagliati negli ultimi anni alla minaccia sempre più seria nei confronti del diritto allo studio, che nelle intenzioni di chi ci governa va affidato ormai all’illegittimo contributo "in"volontario delle famiglie o agli interventi interessati dei privati, mentre i finanziamenti statali per la scuola pubblica sono tra i più bassi d’Europa. I dipendenti dicono poi no alle prospettive di mancato sblocco degli scatti stipendiali, di attribuzione al dirigente scolastico del potere di nomina, di trasferimento e di aumenti stipendiali del personale.
“La riforma della scuola non deve passare come è stata approvata dal Governo – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione –: per questo, come Anief, abbiamo presentato 90 emendamenti. Chiediamo ora al personale della scuola di mandare un segnale forte di protesta, da dare al Governo mentre il Parlamento esamina gli emendamenti al disegno di legge, ribadendo i no al disegno di legge, praticamente unanimi, raccolti in tutte le scuole. Perché la riforma della scuola – conclude Pacifico – deve partire dal basso, da quel personale che ha gli stipendi fermi dal 2009 e che il Governo ha deciso da tempo di lasciare tali fino al 2018”.
Lo sciopero e la manifestazione del 24 aprile serviranno per mettere bene in evidenza tutto questo: chiedere di valorizzare il personale non solo a parole, oltre che evitare che il ddl di riforma si trasformi in legge dello Stato. Ecco perché, dopo il successo dello sciopero del personale precario docenti, svolto martedì 17 marzo, con un quinto delle adesioni all’iniziativa sul totale di supplenti annuali, l’Anief ha deciso di tornare in piazza il 24 aprile prossimo. Pertanto, il sindacato invita tutto il personale della scuola ad aderire allo sciopero e a manifestare a Roma: sono stati messi a disposizione pullman per il trasporto a Roma, dove sono previsti un corteo dalle 10.00 alle 13.00, con partenza da Piazza della Repubblica e arrivo a Piazza Sant'Apostoli, e un sit-in, dalle 15.00 alle 18.00, davanti al Parlamento. Per prenotare, scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
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