La nuova ordinanza sul green pass va sospesa, le misure previste non hanno fondamento giuridico. Pacifico (ANIEF): “Firmate la petizione e ricorrete in giudizio”
Come già accaduto lo scorso luglio con l’ordinanza n. 75 il Garante per la protezione dei dati personali non solo ha chiesto chiarimenti per la seconda volta in un mese ma ha anche invitato la regione Sicilia a sospendere le misure previste dalla nuova ordinanza del presidente della regione Musumeci sul green pass.
Il Garante ha infatti inviato alla Regione Siciliana una richiesta di informazioni in merito alle nuove modalità per l’accesso degli utenti agli uffici pubblici e agli edifici aperti al pubblico, modalità introdotte dall’ordinanza del presidente della Regione del 13 agosto 2021, numero 84, nell’ambito delle misure di contrasto della pandemia da Covid19; oltre a chiedere chiarimenti ha invitato la Regione – già destinataria di un avvertimento sui trattamenti di dati personali relativi allo stato vaccinale dei dipendenti pubblici – a sospendere l’efficacia di tali misure nell`ipotesi in cui siano già state messe in atto, circoscrivendo l’uso delle certificazioni verdi ai soli casi individuati dalle disposizioni di legge statali. L’ordinanza prevede che le persone sprovviste della certificazione verde non possano accedere agli uffici pubblici e agli edifici aperti al pubblico e possono usufruire dei servizi, anche di quelli resi da privati preposti all’esercizio di attività amministrative, esclusivamente in via telematica, o comunque da remoto.
“Le misure di sanità pubblica che implichino il trattamento di dati personali – ha ricordato l’Autorità – ricadono nelle materie assoggettate alla riserva di legge statale e, pertanto, non possono essere introdotte con un’ordinanza regionale, ma solo attraverso una disposizione di rango primario, previo parere del Garante. Non risulta, inoltre – aggiunge il Garante – che i più recenti interventi normativi in tema di certificazioni verdi abbiano imposto l’esibizione di tali documenti per l’accesso dell’utenza agli uffici pubblici o similari, per cui il loro utilizzo per finalità ulteriori e con modalità difformi rispetto a quanto previsto dalla legge statale creerebbe una evidente disparità di trattamento a livello territoriale”.
“Siamo di fronte all’ennesimo pasticcio - dichiara Giovanni Portuesi, presidente regionale ANIEF - dopo il maldestro tentativo di raccogliere dati sullo stato vaccinale dei dipendenti pubblici e quindi anche del personale della Scuola, sui cui ha fatto precipitosa marcia indietro, Musumeci riesce nell’intento di scontentare tutti, compresi gli alleati di governo e lo fa ancora una volta maldestramente facendosi bacchettare per la seconda volta dal Garante della privacy. Il tema del c.d. Green pass è estremamente delicato – continua Giovanni Portuesi - ai cittadini, ai privati, ai lavoratori della scuola, come a tutti quelli del pubblico impiego, non si può chiedere alcunché sul proprio stato vaccinale, poiché rientra nella sfera della riservatezza dei dati, né tantomeno di vaccinarsi per prevenire i contagi da Covid.”
“Prendiamo atto e apprezziamo l’intervento del Garante - dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF - ma chiediamo che la medesima Autorità garante intervenga sull’opportunità e l’utilità dell’introduzione dell’obbligo del Green Pass per il personale scolastico in quanto lesivo non solo delle norme sulla riservatezza dei dati ma anche perché in contrasto con le norme europee. Non abbiamo sottoscritto l’accordo sul nuovo protocollo di sicurezza per queste ragioni e facciamo appello alle forze parlamentari perché in sede di conversione in legge del DL 111/2021 tale obbligo venga eliminato per contrasto al Regolamento comunitario n. 953/21. Diversamente, come stiamo già facendo, siamo pronti al ricorso collettivo gratuito al Tribunale di Roma per impugnarlo insieme al Decreto legge n. 106 per contrasto con le norme comunitarie, dopo aver raccolto centomila firme in sei giorni per la sua abolizione. Chiunque non sia d’accordo con l’obbligo vaccinale – conclude Pacifico - continui a firmare ed a far firmare la petizione in vista del dibattito parlamentare e ricorra in Tribunale per cancellare o disapplicare la norma di legge dal nostro ordinamento. Il nostro sindacato potrà sottoscrivere il protocollo sulla sicurezza soltanto dopo che l’obbligo del Green Pass sarà ritirato dal governo o dichiarato illegittimo dai tribunali, come già sta avvenendo in Spagna per la circolazione nei trasporti.”
È possibile ancora firmare la petizione al seguente link affinché sia depositato l’elenco in Parlamento alla ripresa dei lavori e aderire al ricorso per chiedere la sospensione della norma entro il 21 agosto per depositarlo nei giorni successivi.”