Con l’intesa del 24 aprile, i sindacati firmatari del contratto del 19 aprile 2018 hanno dato via libera al governo di decidere in materia di rinnovo contrattuale, reclutamento e stabilizzazione del personale nonché di valorizzazione dei settori università ricerca e AFAM. Stando all’intesa, il tutto si sarebbe dovuto svolgere attraverso l’indizione di tavoli tematici per il confronto tra le parti, ma non sembra sia così.
Secondo la dichiarazione congiunta delle stesse parti, il fallimento dell’intesa è stato raggiunto senza nemmeno l’indizione dei tavoli di cui al punto 5 dell’intesa, a cui le stesse parti firmatarie hanno fatto seguire l’ennesima sterile minaccia di mobilitazione a partire dal mese di settembre 2019.
L’ANIEF ricorda a tutte le parti coinvolte che, dopo l’iniziativa giudiziaria del 2010 dell’ANIEF che ha portato alla Sentenza Mascolo, è in corso una seconda procedura di infrazione per sfruttamento del precariato da parte della Commissione Europea nei confronti dell’Italia per cui il governo deve stabilizzare senza ulteriori procedure selettive o abilitative tutti i dipendenti che abbiano cumulato 36 mesi di servizio, anche non continuativi svolti nella medesima amministrazione.
Qualunque procedura posta in essere dal governo italiano, seppur individuata con il benestare delle parti sindacali, che non porti alla stabilizzazione del personale secondo le indicazioni della Commissione Europea altro non farà che far partire le procedure di risarcimento individuali per oltre 200mila dipendenti mai stabilizzati.
Il momento appare storicamente quello giusto, con la riforma Fornero la scuola ha pagato il prezzo più alto per il blocco dei pensionamenti; infatti equiparando l’età pensionabile delle donne a quello degli uomini già individuato a 66 anni di età, il comparto, che vanta oltre l’80% di personale femminile, ha di fatto visto il blocco dell’80% del turn-over dal 2012 fino al 2018 compreso. Da quest’anno e per almeno un lustro tutto questo personale non può più essere mantenuto in servizio per raggiunti limiti di età.
Inoltre le riforme pensionistiche volute dal governo gialloverde hanno liberato una quantità di posti ulteriore rispetto allo semplice sblocco del turn-over. Quindi già a partire dal 2 settembre 2019 si avvertirà una poco sopportabile mancanza di personale che diventerà critica con l’ingresso degli studenti nelle aule:
- l’assenza di personale posto in quiescenza, che aumenterà nei prossimi anni;
- la mancata assunzione sui posti vacanti per esigenze di cassa già a partire dalla legge 122 del 2008;
- i ritardi nella costituzione delle graduatorie per il personale docente già selezionato con procedure ordinarie e riservate;
- i ritardi nelle ulteriori procedure ordinarie e riservate appena accennate nell’intesa del 4 aprile;
- il mancato aggiornamento del sistema graduale permanente di reclutamento oggi chiamato graduatoria ad esaurimento;
- la mancata applicazione delle direttive europee in materia di stabilizzazione del personale in particolare la 70/1999/CEE.
Creeranno situazioni di crisi verticale in cui gli studenti saranno in aula, gli insegnanti non potranno essere tutti presenti per mancanza dei canali di reclutamento e il personale amministrativo dovrà provvedere in proprio al reclutamento dalle graduatorie di istituto ben sapendo che le nomine dei docenti saranno pro-tempore per l’aggiornamento delle stesse graduatorie in corso d’opera.
A poco valgono le considerazioni del ministero sulla diminuzione del numero di studenti che permane a quota 8milioni; nonostante i numeri indichino in 70mila la contrazione delle iscrizioni per l’anno 2019-2020 applicando la quota di 9 studenti a docente come da art. 64 della legge 122 del 2008, si arriva a 8mila posti in meno di personale docente e 1500 unità in meno di personale Ata, niente rispetto ai 24mila ruoli del personale docente non attribuiti per mancanza di candidati nel solo anno scolastico 2018-2019.
L’ANIEF ritiene che sia tempo di finirla con accordi provvisori e pezze giustificative: occorre tornare alle indicazioni degli articoli 399 e seguenti del testo unico D. Lgs 297/94 ricostituendo il doppio canale per titoli, e per titoli ed esami, stabilizzare tutto il personale con 36 mesi sui posti subito vacanti e, una volta garantito l’avvio dell’anno scolastico, dare seguito a tutti i buoni propositi di valorizzazione professionale che non può che passare da una massiccia rivisitazione dei trattamenti economici.