Non perde tempo in parole il presidente del giovane sindacato rappresentativo per chiedere al titolare del Governo e dell’Istruzione di chiudere in fretta l’approvazione di un provvedimento salva-scuola che però non corrisponde a quello che si sta realizzando a fatica: dopo quasi quattro mesi dall’accordo di Palazzo Chigi preso dal premier con gli altri sindacati - che oggi si dicono irati e preoccupati -, niente è stato fatto per risolvere il problema del precariato in crescita esponenziale, per valorizzare il personale Ata, per adeguare gli stipendi del personale del comparto alla media europea. Anief ha scioperato più volte con i sindacati di base perché riteneva quell’accordo insoddisfacente e troppo generico, ma non avrebbe mai pensato che potesse essere addirittura risultare evanescente.
Mentre il decreto salva-precari rischia di non arrivare all’attesa approvazione pre-ferragostana da parte del Governo, perché il M5S chiede garanzie sulla serietà delle selezioni riservate, l’inizio del nuovo anno scolastico si avvicina inesorabilmente e nessuno si rende conto che i primi a rimetterci in questa situazione, anche per via delle poche immissioni in ruolo in arrivo, saranno gli otto milioni di alunni che frequentano la scuola. Ancora di più perché dell’accordo del 24 aprile scorso tra il premier e sindacati è rimasto ben poco e nel frattempo la Commissione Europea è tornata a bussare allo Stato Italiano per sempre più evidenti lesioni alle norme che impongono ai Paesi membri di non attuare abuso di precariato.
PERCHÉ SERVONO PROVVEDIMENTI URGENTI
In una lettera, inviata al premier e al ministro dell’Istruzione, il presidente Anief, Marcello Pacifico, fa esplicita richiesta di “immediata emanazione provvedimenti urgenti per il personale scolastico a seguito dell’intesa del 24 aprile 2019 di Palazzo Chigi”, ricordando che in questo lasso di tempo non si è realizzato nulla, sul fronte del precariato, se si eccettua “un decreto legge sulle fondazioni lirico-sinfoniche che non supera i rilievi della sentenza Sciotto della Corte di giustizia europea”. Eppure, ricorda nella lettera il sindacalista autonomo, “dopo la sentenza Mascolo della stessa Corte di Giustizia Europea” del novembre 2014, “è stata inviata dalla Commissione UE una nuova lettera dove si chiede entro due mesi di rispondere con parere motivato come si intende interrompere il costante abuso dei contratti a termine nella scuola pubblica, al di là di nuove procedure concorsuali straordinarie o di nuovi piani straordinari di immissione in ruolo, peraltro assenti per il personale Ata se non quello in servizio presso le cooperative per i servizi esternalizzati”.
Marcello Pacifico ricorda a Conte e a Bussetti che “qualunque procedura posta in essere dal governo italiano, seppur individuata con il benestare delle parti sindacali, che non porti alla stabilizzazione del personale secondo le indicazioni della Commissione Europea, non farà altro che portare a procedure di risarcimento individuali per oltre 200mila dipendenti mai stabilizzati. Gli stipendi rimangono lontani di ben 10 punti sotto l’inflazione registrata negli ultimi dieci anni, la metà di quelli in Germania”.
“ONORARE GLI IMPEGNI”
Occorre, quindi, “onorare gli impegni ascoltando le istanze che provengono da chi ogni giorno presta un servizio silente per lo Stato. Si potrebbe ripartire dal Testo Unico, dalla riapertura delle Graduatorie a Esaurimento, dalla stabilizzazione di tutto il personale docente, Ata, educatore con 36 mesi di servizio e, una volta garantito l’avvio dell’anno scolastico, dalla valorizzazione professionale di tutti i lavoratori della scuola che deve partire da un’equa rivisitazione dei trattamenti economici”.
Nello specifico, Marcello Pacifico reputa indispensabile “procedere all’estensione del doppio canale di reclutamento alle graduatore d’istituto, all’assunzione a livello nazionale degli idonei e vincitori delle graduatorie di merito del concorso docenti, Dsga e dirigenti scolastici, all’utilizzo dei 3 miliardi di risorse risparmiate dai tagli imposti dalla legge 133/2008 per garantire nuovi aumenti contrattuali di 200 euro mensili pro capite, alla revisione immediata dei profili del personale Ata”. Poi avverte: “Non vogliamo ritornare alla Piazza e continuare le battaglie legali nei tribunali ma se necessario non arretreremo”, conclude il leader dell’Anief.
IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA inviata dal presidente Anief, Marcello Pacifico, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti.
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