Secondo il sindacalista autonomo, la richiesta del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione di valutare gli alunni della primaria con un giudizio riportato nel documento di valutazione e non con la votazione espressa in decimi “va presa in seria considerazione:il voto in decimi, in questo momento sociale e individuale davvero particolare, va evitato: rappresenta una classificazione troppo rigida e razionale rispetto al contesto. Ancora di più perché a determinare la valutazione dell’alunno saranno una lunga serie di fattori, formativi e non sommativi, molto più riconducibili ad un giudizio che un freddo voto numerico”.
Scatta subito la polemica, sarebbero esclusi i docenti inseriti nelle altre graduatorie. Mentre l’ufficio legale di Anief continua a raccogliere le adesioni ai ricorsi per far partecipare ai concorsi attuali banditi ordinari nella scuola secondaria, infanzia-primaria e straordinari nella scuola secondaria, chi ha presentato domanda di accesso al TFA V ciclo.
Il ministero dell’Istruzione sta predisponendo gli adempimenti per una procedura straordinaria di assunzioni a tempo indeterminato sulla metà dei posti vacanti e disponibili resisi tali per effetto di pensionamenti anticipati previsti dalla modalità introdotta dal Governo M5S-Lega: si tratta, spiega la rivista Orizzonte Scuola, del recupero dei posti non rientranti nel contingente delle assunzioni a tempo indeterminato aventi effetto dall’anno scolastico 2019-2020. Nell’incontro con i sindacati, i dirigenti del MI hanno comunicato che per lo svolgimento delle operazioni mancano ancora precise indicazioni in merito alla procedura ed alla modalità che verranno utilizzate: saranno quindi gli uffici periferici ad organizzarsi autonomamente. A questo proposito, Anief ha chiesto di attivare una modalità telematica che assicuri la partecipazione sia dei candidati convocati che delle organizzazioni sindacali, anche alla luce dell’emergenza sanitaria e la conseguente difficoltà a spostarsi per chi è fuori sede.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “i posti destinati alle immissioni in ruolo risultano molti di meno rispetto a quelli effettivamente realizzati. Inoltre, sarebbe utile che in attesa dell’espletamento dei concorsi pubblici, sarebbe utile compensare le immissioni in ruolo che non potranno effettuarsi per assenza di aspiranti in graduatoria, con le classi di concorso per le quali le graduatorie vedono ancora molti aspiranti. In alcune regioni siamo ancora fermi alle graduatorie del concorso 2016, e con anche i vincitori del 2018 in attesa dell’agognato ruolo”.
Tornano sui banchi, domani mattina, 36 bambini piemontesi, dai tre ai dieci anni. La campanella suonerà alle 8 per i piccoli alunni di tre comuni del vercellese, Borgosesia, Varallo Sesia e Quarone. Una sperimentazione voluta dal sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani, che ha avuto il via libera della Regione Piemonte e potrebbe essere un modello da seguire in vista della riapertura delle scuole a settembre. L'obiettivo è venire incontro alle esigenze dei genitori che hanno ripreso a lavorare e non sanno a chi lasciare figli più piccoli. I bambini, che resteranno a scuola fino alle 18, troveranno in classe non i docenti ma gli educatori del pre e post scuola. Seguiranno norme molto rigide: le classi saranno di 4 bambini nella scuola dell'infanzia e di 5 alla primaria, almeno 4-5 metri quadrati di spazio a bambino, sanificazione quotidiana dei locali, in bagno uno per volta, rilevazione della temperatura più volte al giorno, ingressi e uscite scaglionati, pasti sigillati in confezioni monoporzione. Il costo è di 10 euro euro al giorno più altri 5 per il servizio mensa. Non sarà consentito portare pasti pronti da casa. Non mancano le polemiche. Per l'Anief Piemonte "la scuola non è un baby parking. Chiediamo al presidente Cirio e all'assessore regionale Chiorino di non cadere nell'errore di fughe in avanti sulla scuola. Ci aspettiamo, quindi, di essere convocati al più presto per discutere dei dettagli di questa sperimentazione". (ANSA).
"La prova del nove sulla riapertura delle scuole sarà l'esame di Stato". A dirlo Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato rappresentativo Anief. Intervistato da Orizzonte Scuola, il sindacalista autonomo annuncia che dopodomani proprio sul tema del diritto allo studio nella tutela della salute Anief per gli esami di Stato in presenza è stata convocata dall'amministrazione centrale, assieme alle altre sigle rappresentative, per un incontro con la ministra dell'Istruzione