Il Governo convoca i sindacati della scuola, ma dimentica di far pervenire la comunicazione alla e-mail istituzionale della presidenza Anief. Il giovane sindacato, informato per vie non ufficiali dell’incontro con le parti sociali, fa raggiungere comunque un suo rappresentante all’incontro tra i componenti dell’Esecutivo e delle organizzazioni sindacali. Ma quando il sindacalista chiede di prendere la parola, per esporre al tavolo di confronto le tante lacune presenti nella riforma della scuola, viene zittito e i componenti del Governo abbandonano la sala.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è l’ultimo affronto. Se è questa la linea del dialogo tanto decantata da chi ci governa, è ormai certo che la partita sulla riforma si sposta in tribunale. Dove lo Stato dovrà rispondere dei misfatti contenuti in un disegno di legge impossibile da realizzare, le cui conseguenze pecuniarie ricadranno nelle tasche dei cittadini.
La mancanza di democrazia da parte delle istituzioni ha oltrepassato ogni limite. A farne le spese è stata stavolta l’associazione sindacale Anief: prima non viene avvertita di essere convocata a Palazzo Chigi, e poi, quando comunque un suo rappresentante si unisce all’incontro tra i componenti dell’Esecutivo e dei lavoratori, viene zittito dal sottosegretario De Vincenzi mentre i ministri presenti abbandonano la sala.
Eppure, il sindacalista Anief avrebbe voluto esporre ai presenti solo il proprio parere sul ddl di riforma: spiegare cosa c’è che non piace ai lavoratori e perché ci sono almeno 10 buoni motivi per impugnare il disegno di legge 2994 in tribunale. Alla luce di questo comportamento anti-democratico da parte del Governo, diventa ancora più inevitabile passare all’impugnazione del provvedimento nelle aule di giustizia italiane ed europee. Dove lo Stato italiano dovrà rispondere dei misfatti contenuti in un disegno di legge impossibile da realizzare, le cui conseguenze pecuniarie ricadranno nelle tasche dei cittadini incolpevoli.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, “quanto accaduto oggi a Palazzo Chigi è stato un pessimo esempio di democrazia da parte delle istituzioni. È ormai sempre più evidente che il Governo vuole far passare la riforma a tutti i costi e che la convocazione dei sindacati e delle associazioni di categoria rappresenta un inutile gioco delle parti per cercare di acquisire un minimo di consensi. Perché il Governo sa bene che sul testo del disegno di legge sono tutti contrari. Questo comportamento irriguardoso verso il sindacato, inoltre, conferma il pressappochismo di chi ci governa in questo momento”.
“La superficialità, quella con cui si trattano le parti sociali - continua Pacifico - è poi la stessa con cui stati allestiti gli articoli che compongono la riforma della Scuola: chi guida il Paese non ha ancora compreso che non si può realizzare una riforma su un punto così importante, la Scuola, senza l’apporto della cittadinanza. Perché i governi passano, mentre chi opera e vive la scuola rimane, con il sindacato a rappresentarli e difenderli”.
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