Lo schema di decreto sul riordino del reclutamento dei docenti per il prossimo triennio esclude l’assunzione dei precari abilitati, ignorati dal piano straordinario di assunzioni, e di chi ha partecipato all’ultimo concorso a cattedra. Nessuna soluzione per i laureati che potevano misurare il loro merito e non possono conseguire l’abilitazione. Inoltre, i futuri tirocinanti lavoreranno senza aver riconosciuta la loro professionalità. Non si può prevedere una fase transitoria, senza tener conto di quanto accade nelle scuole per garantire la continuità didattica.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non si può prevedere una fase transitoria per il reclutamento senza tener conto di quanto accade nelle scuole per garantire la continuità didattica. È impensabile continuare a tenere fuori la porta, praticamente nello stato di precari a vita, i tanti docenti che oggi garantiscono la regolarità delle lezioni nelle nostre scuole. Vale la pena ricordare che tra i 100mila docenti precari, che oggi ancora sottoscrivono una supplenza annuale o fino al termine delle lezioni, ben l’80% sono supplenti iscritti nelle graduatorie d’istituto: tutti insegnanti abilitati con lo stesso percorso e con le medesime modalità di chi li ha preceduti attraverso le Ssis fino al 2011. Ecco perché il sindacato continua a chiedere la tutela di chi lavora nelle scuole, nelle aule dei tribunali come al Parlamento.
C’è un buco temporale di tre anni prima dell’avvio del nuovo modello d’insegnamento nelle scuole pubbliche, previsto dalla legge delega della “Buona Scuola”, approvata il 14 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri sul “riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria” (Atto n. 377): uno spazio di tempo durante il quale gli unici precari a essere stabilizzati saranno quelli rimasti nelle GaE. Sappiamo però che non basteranno per coprire i vuoti di organico, visto che vi sono delle classi di concorso dove già oggi non vi sono più docenti.
Nessuna considerazione continua a essere data dal Governo, invece, ai tanti docenti abilitati presenti nella seconda fascia delle graduatorie d’istituto. Gli stessi che erano stati già ignorati dal piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma, la Legge 107/2016. E il medesimo trattamento viene riservato a chi ha partecipato all’ultimo concorso a cattedra. Così come rimangono privi di speranze di accesso alla docenza anche i laureati, a cui si nega la possibilità di misurare il loro merito, partecipando al concorso a cattedra. Allo stesso modo gli viene impedito di conseguire l’abilitazione all’insegnamento.
Inoltre, in base al nuovo modello formativo post-concorso prefigurato dalla legge delega, i futuri tirocinanti lavoreranno nella scuola senza aver riconosciuta la loro professionalità, essendo costretti a ripartire da zero subito dopo essersi imposti nella selezione nazionale: il tutto in cambio di un micro stipendio di formazione iniziale di 400 euro, assegnatigli per il primo anno, a cui seguiranno successivi altri due anni a paga ridotta.
“Il problema – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – è che non si può prevedere una fase transitoria per il reclutamento senza tener conto di quanto accade nelle scuole, per garantire la continuità didattica. È impensabile continuare a tenere fuori la porta, praticamente nello stato di precari a vita, i tanti docenti che oggi garantiscono la regolarità delle lezioni nelle nostre scuole. Vale la pena ricordare che tra i 100mila docenti precari che oggi ancora sottoscrivono una supplenza annuale o fino al termine delle lezioni, ben l’80% sono supplenti iscritti nelle graduatorie d’istituto: tutti insegnanti abilitati con lo stesso percorso e con le medesime modalità di chi li ha preceduti attraverso le Ssis fino al 2011”.
“Ecco perché il sindacato continua a chiedere la tutela di chi lavora nelle scuole, nelle aule dei tribunali come al Parlamento, a cui nei prossimi giorni chiederemo, in audizione, precise modifiche sulla delega sul riordino della formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria. Se si vuole davvero avviare una ‘fase transitoria’ efficace, rispettando i diritti dei lavoratori, allora si svuotino le graduatorie dei precari, senza più distinzioni o discriminazioni: si preveda, quindi, il progressivo travaso dalla seconda fascia nelle GaE di tutti gli abilitati e abilitandi all’insegnamento. E si dia pure una prospettiva ai vincitori di concorso, come ai laureati”, conclude Pacifico.
Relazione illustrativa degli emendamenti proposti dall’Anief all’Atto n. 377 della Legge 107/2015: schema di decreto legislativo recante riordino, adeguamento e semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria per renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione
Per approfondimenti:
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