Oggi, in decine di città, si è detto no agli otto decreti legislativi della riforma Renzi-Giannini che proprio in queste ore stanno tornando, dopo l’esame delle commissioni parlamentari e diverse proposte di modifica, nelle mani del Governo. I manifestanti hanno chiesto anche quell’adeguamento salariale che non arriva dal 2009, maggiori investimenti per la scuola pubblica e l’assunzione con modalità certe, come ribadito nelle ultime ore dall’Anief, per tutti quei precari che da anni operano negli istituti scolastici e per i quali solo in questi giorni i parlamentari hanno iniziato a raccogliere le istanze. Diversi gli slogan rivolti tutti contro l’Esecutivo in carica: ‘Se sei precario o sei di ruolo, questa scuola ti lascia solo’; ‘Docenti terza fascia abilitati subito’; ‘Vergogna, solo una cosa da fare: Legge 107 da cancellare’.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ancora una volta il mondo dell’istruzione pubblica si è dichiarato contro quella che è stata definita la Buona Scuola, ma che alla resa dei conti non si è mostrata né giusta, né equa, né solidale. Le contestazioni odierne sono state rivolte in primis ai componenti del Governo che continuano a difendere la riforma, come se, per l’ennesima volta negli ultimi due anni, un alto numero di lavoratori non avesse protestato a gran voce contro la riforma più osteggiata della storia della Scuola pubblica italiana. A questo punto, anche il nuovo Governo deve prendere atto che non ci può essere continuità con quanto deciso dalla Legge 107 con i decreti delegati.
Ancora una volta, il popolo della Scuola ha risposto: oggi, nel giorno dello sciopero proclamato da Anief, insieme ai sindacati autonomi e di base, tanti docenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici hanno aderito alla protesta e sfilato in decine di città italiane per dire no agli otto decreti legislativi della Legge 107/2015 che proprio in queste ore stanno tornando, dopo l’esame delle commissioni parlamentari e diverse proposte di modifica, nelle mani del Governo che a breve dovrebbe produrne la versione definitiva. Un appello è quindi stato fatto verso i nostri governanti, perché rivedano le posizioni prese a gennaio con i decreti, sia sul fronte delle assunzioni e del precariato che su quello della disabilità, della valutazione, del diritto allo studio, dell’alternanza scuola-lavoro. E su tutti quei punti gli stessi sindacati e le parti sociali sono stati auditi presso Camera e Senato, spiegando i motivi per cui sono necessari forti cambiamenti all’impianto originario delle deleghe.
Assieme al ritiro dei decreti della Buona Scuola, i manifestanti hanno chiesto anche quell’adeguamento salariale che non arriva dal 2009, maggiori investimenti per la scuola pubblica e l’assunzione con modalità certe, come ribadito nelle ultime ore dall’Anief, per tutti quei precari che da anni operano negli istituti scolastici e per i quali solo in questi giorni i parlamentari hanno iniziato a raccogliere le istanze.
“Ancora una volta - ha detto a Roma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - il mondo dell’istruzione pubblica si è espressamente dichiarato contro quella che è stata definita la Buona Scuola, ma che alla resa dei conti non si è mostrata né giusta, né equa, né solidale. Le contestazioni di oggi sono state rivolte in primis ai componenti del Governo che continuano a difendere la Legge 107/2015, come se non fosse accaduto nulla e, per l’ennesima volta negli ultimi due anni, un alto numero di lavoratori non avesse protestato a gran voce contro la riforma più osteggiata della storia della Scuola pubblica italiana”.
Durante le manifestazioni di oggi sono stati innumerevoli gli slogan e gli striscioni esposti da docenti, personale e cittadini per esprimere tutta la loro ostilità verso la politica scolastica in Italia: “Se sei precario o sei di ruolo, questa scuola ti lascia solo"; “Docenti terza fascia abilitati subito”; “Basta trucchi basta inganni, vogliamo una riforma vera”; “Vergogna, solo una cosa da fare: Legge 107 da cancellare”.
“A questo punto, anche il nuovo Governo Gentiloni prenda atto che non ci può essere continuità con quanto deciso dalla Legge 107, almeno con questi decreti delegati che in gran parte, invece, ne seguono le tracce. Portando a compimento il disegno disastroso dell’Esecutivo Renzi-Giannini”, ha concluso il sindacalista Anief-Cisal, riscuotendo un grandissimo coro di consenso durante il suo intervento tenuto davanti al Ministero dell’Istruzione.
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