Al fotofinish, i giudici del Tar del Lazio ammettono alle prove scritte concorsuali i ricorrenti che al momento dell’indizione della selezione per diventare docenti stavano frequentando il secondo ciclo dei corsi di specializzazione sul sostegno. Quel ritardo era stato cagionato dalla stessa amministrazione che li ha esclusi, tant'è vero cheil corso da loro frequentato si sarebbe dovuto concludere un anno prima: oggi, grazie all'ordinanza cautelare ottenuta dai legali Anief, la prima nel suo genere, coloro che hanno presentato ricorso dal 3 aprile potranno partecipare alle prove aggiuntive e cercare di ottenere uno dei 63.712 posti che, spesso, non sono stati neanche attribuiti al termine della sessione ‘regolamentare’ di esami. Per il giovane sindacato è una nuova dimostrazione dell'illegittimità dei bandi 2016 denunciata sin da subito.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): era un paradosso la loro esclusione a priori da un concorso in cui erano in gioco le immissioni in ruolo, solo a causa dei ritardi del Miur nel concludere i corsi di specializzazione. Non potevamo non intervenire. Ancora una volta il giovane sindacato apre una breccia in favore dei docenti precari, a dimostrazione delle tante illegittimità contenute nell'ultima procedura concorsuale bandita dal Miur.
Cresce il numero di candidati ammessi alle prove suppletive del concorso a cattedra 2016, al via lunedì prossimo 3 aprile, che andranno avanti fino al 20 aprile, suddivisi in base a un calendario ufficiale pubblicato in Gazzetta Ufficiale: ai 7mila già ammessi negli ultimi mesi si aggiungono altri 300 che stavano frequentando il secondo ciclo dei corsi di specializzazione sostegno alla data di emanazione dell'ultimo concorso. I giudici hanno appurato che quel ritardo era stato cagionato dalla stessa amministrazione che li ha esclusi, tant'è vero che il corso da loro frequentato si sarebbe dovuto concludere già da un anno: oggi, grazie all'ordinanza cautelare ottenuta dai legali Anief Ida Mendicino e Donatella Longo, la prima nel suo genere, hanno avuto ragione. I ricorrenti, infatti, potranno ora partecipare alle prove aggiuntive della selezione nazionale e cercare di ottenere uno dei 63.712 posti messi a bando.
I ricorrenti che si sono rivolti all'Anief per la tutela dei propri diritti, infatti, erano tutti docenti ovviamente già abilitati nelle classi di concorso curricolari: la loro unica “colpa”, secondo gli estensori del bando di concorso, era stata quella di aver superato le prove di Tirocinio formativo ed essersi iscritti al corso di specializzazione sul sostegno affidandosi alla corretta gestione dello stesso da parte della P.A. che regolava lo svolgimento di tutto il percorso abilitante. I ritardi nella conclusione del Tfa Sostegno presso alcune Università, invece, di certo non potevano essere imputabili alla volontà dei candidati: il bando per il concorso 2016 che avrebbe regolato le immissioni in ruolo per l'intero triennio 2016/2019, espressamente dedicato per la prima volta ai posti di sostegno, non permetteva l'accesso alle prove concorsuali agli specializzandi e, dunque, li escludeva platealmente.
Prenderanno quindi parte al concorso; almeno un terzo dei posti messi a bando potrebbero andare persi, perché in diverse classi di concorso le commissioni hanno sino a oggi giudicato idonei un numero di candidati inferiore rispetto ai posti da assegnare. Questi aspiranti docenti si ritroveranno con diverse altre categorie di ammessi alle prove scritte suppletive, composte dagli insegnanti tecnico pratici, dai diplomati Isef, dal personale già di ruolo, dai diplomati magistrale a indirizzo linguistico, dagli educatori, dagli abilitati Pas e all’estero. Poi ci sono coloro che hanno ottenuto l’abilitazione disciplinare o la specializzazione su sostegno successivamente alla pubblicazione del bando di concorso. Tutti, indistintamente, non erano stati ammessi, ma ora vengono “ripescati”, a seguito del provvedimento favorevole emesso dal Tribunale amministrativo regionale e del via libera del Consiglio di Stato nei confronti dei candidati che hanno concluso i percorsi formativi Afam e Pas.
Oltre 2mila dei 7mila ammessi alle prove suppletive sono stati difesi dai legali dell’Anief: tra costoro figurano gli insegnanti già docenti di ruolo (quelli che hanno ottenuto un provvedimento favorevole sono 148), gli insegnanti tecnico pratici (1.446), gli abilitandi Pas (95), i diplomati Isef (225), i ricorrenti del personale educativo (90). Infine, ci sono anche molti candidati, pure loro ammessi alle suppletive, riconducibili alle nuove classi di concorso (A23, A55, A53, A63, A64 A65, A35 e A36), per un totale di 470 ricorrenti in appello.
“A causa di ritardi imputabili solo all'amministrazione che ha gestito i corsi Tfa Sostegno secondo ciclo, questi docenti – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - si sono visti negare dal Miur la partecipazione a un concorso in cui era in gioco la possibilità di accedere alle immissioni in ruolo su posti di sostegno per un intero triennio. Era un paradosso inaccettabile che non potessero essere ammessi con riserva in attesa del conseguimento del titolo e non potevamo non intervenire. Ancora una volta, abbiamo aperto una breccia in favore dei docenti precari abilitati, a dimostrazione delle tante illegittimità contenute nell'ultima procedura concorsuale bandita dal Miur”.
Ora, i candidati, ovviamente tutti già con il titolo di sostegno conseguito dopo pochi mesi dalla chiusura delle procedure di presentazione delle domande di partecipazione al concorso 2016, saranno ammessi alle prove suppletive loro dedicate; potranno, finalmente, dimostrare se sono all’altezza di concorrere a ottenere quell'immissione in ruolo che l’amministrazione scolastica voleva negare loro a priori.
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