Nella Circolare in via di pubblicazione, l’amministrazione punta ad assegnare da settembre 2017 un maggior numero di docenti in quelle aree del Paese in cui ci sono maggiori disagi. Il numero di alunni non sarà, quindi, l’unico criterio per la distribuzione dei docenti. Tra i parametri che saranno presi in considerazione: i livelli di dispersione, di abbandono scolastico, presenza migratoria, scuola di montagna. Il calcolo, quindi, non sarà soltanto ragionieristico, ma obbedirà a oggettive difficoltà territoriali. Per Anief è una scelta saggia, frutto delle pressioni dello stesso giovane sindacato che da anni ha chiesto di attuare degli organici maggiorati nelle aree a rischio, scorporando le cattedre dal mero numero di iscritti. C’è però una cattiva notizia: l’organico potenziato sarà assegnato alle scuole con lo scopo di dare una cattedra ai soprannumerari.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ancora una volta le necessità delle amministrazioni prevalgono su quelle dei discenti. È una logica che non può passare, perché significa subordinare l’applicazione di questa parte della Legge 107 alle necessità di cassa, compromettendone gli effetti positivi che il potenziamento scolastico doveva avere su progetti, attività aggiuntive e quant’altro. Se a questo aggiungiamo la sconfitta che il Governo ha incassato sulla lotta al precariato, con 100mila cattedre che continuano a essere assegnate annualmente sempre ai precari, si comprende a pieno la situazione di emergenza che continua a permanere.
Sembra cadere un altro tabù della scuola pubblica: secondo le anticipazioni della stampa specialistica, la Circolare ministeriale sugli organici prevede che nell’assegnare le immissioni in ruolo del prossimo anno scolastico, per la prima volta, non ci si fermerà all’applicazione del numero sulla base dei posti vacanti e disponibili, ma si terrà conto anche di altri fattori come la dispersione scolastica e il disagio derivante dalla povertà culturale-territoriale.
“Nel testo provvisorio, infatti, - scrive oggi Orizzonte Scuola - si punta ad assegnare un maggior numero di docenti in quelle aree del Paese in cui ci sono maggiori disagi. Il numero di alunni non sarà, quindi, l’unico criterio per la distribuzione dei docenti alle Regioni. Tra i criteri che saranno presi in considerazione, ad esempio, i livelli di dispersione, di abbandono scolastico, presenza migratoria, scuola di montagna. Il calcolo, quindi, non sarà soltanto ragionieristico, ma obbedirà ad oggettive difficoltà territoriali. A ciò si aggiunge anche la possibilità di accelerare lo svuotamento delle Graduatorie ad Esaurimento che al Sud sono ancora lontane dall’esaurirsi”.
Anief giudica questa decisione, se confermata, una scelta saggia, frutto delle pressioni dello stesso giovane sindacato che da anni ha chiesto a gran voce la necessità di attuare degli organici maggiorati nelle aree a rischio, scorporando l cattedre dal mero numero di alunni iscritti, per dare finalmente considerazione, ai fini della formazione degli organici, delle peculiarità del territorio, dei flussi migratori, delle aree depresse economicamente, del tasso di dispersione scolastica e di insuccesso formativo, dei quartieri oggettivamente a rischio e delle zone difficilmente raggiungibili”.
“In determinati contesti territoriali – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - pensare di svolgere attività didattico-formativa con classi composte da 30 alunni, ma anche 25 in presenza di ragazzi disabili, è un tentativo perso in partenza. La ricaduta formativa non può che risentirne, ovviamente in negativo. L’operazione è fondamentale, ma, ricordiamo, ne occorrono altre: serve anche che si arrivi alle immissioni in ruolo su tutti i posti liberi, 52mila solo nel sostegno, mentre il Mef ha dato l’ok ad appena 9.600 spostamenti in organico di diritto. Inoltre, va aggiunto l’anticipo di un anno dell’obbligo scolastico, a cinque anni anziché sei”.
Anief-Cisal ha prospettate questa soluzione anche questo inverno in Parlamento, nel corso delle audizioni tenute dal sindacato sulle otto leggi delega della Buona Scuola. Ed è sempre la Legge 107/2015 che continua a tenere banco. Anche il prossimo anno scolastico, infatti, il cosiddetto “potenziamento” avverrebbe a supporto delle esigenze degli Uffici scolastici e non di quelle delle scuole, come invece prevedeva lo spirito della norma. Scorrendo infatti sempre la Circolare degli organici che si allestiranno da settembre 2017, emerge che anche quest’anno l’organico potenziato sarà assegnato alle scuole con lo scopo precipuo di assegnare una cattedra ai docenti soprannumerari.
Sempre per la stampa specializzata “c’è una bella differenza tra il dire e il fare e la riforma sembra sempre più mettere alla luce quanto coloro che la contestavano sostenevano, che era qualcosa di inapplicabile nella realtà. Le scuole, così, potranno sì chiedere dei docenti in base a quelle che sono le scelte didattiche che il Collegio ha deliberato, ma saranno accontentate soltanto se i posti di potenziamento richiesti saranno vacanti e disponibili. Priorità ai docenti soprannumerari. Una boccata di ossigeno potrebbe giungere se il MEF si deciderà a vedere a rialzo le 9.600 cattedre aggiuntive accogliendo le richieste del MIUR e dei sindacati che ne chiedono 25mila. Probabilmente il numero finale sarà tra i 13 e i 15mila nuovi posti, che certo non basteranno a far fronte alle esigenze di organici, soprattutto a Sud”.
“Ancora una volta – commenta ancora Pacifico – le necessità delle amministrazioni scolastiche prevalgono su quelle dei discenti. È una logica che non può passare, perché significa subordinare l’applicazione di questa parte della Legge 107 alle necessità di cassa, compromettendone gli effetti positivi che il potenziamento scolastico doveva avere su progetti, attività aggiuntive e quant’altro. Se a questo aggiungiamo la sconfitta che il Governo ha incassato sulla lotta al precariato, con 100mila cattedre che continuano a essere assegnate annualmente sempre ai precari, si comprende a pieno la situazione di emergenza che continua a permanere sul fronte degli organici della scuola pubblica italiana”.
Per approfondimenti:
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