Se ne è parlato stamane a Palermo, nel corso di un incontro svolto da rappresentanti della neonata associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici A.N.Co.Di.S. con i vertici dell’Anief: vicari e collaboratori lamentano il mancato riconoscimento giuridico e contrattuale per le attività ulteriori svolte rispetto a quanto previsto dal contratto senza avere alcun genere di riscontro salvo una diaria forfetaria annua. Eppure, solo grazie all’apporto di questi fac totum della scuola, infatti, i presidi possono organizzare e gestire la mole di responsabilità che la scuola dell’autonomia ha aumentato in maniera esponenziale. Inoltre, molti di loro, pure quando responsabili di un plesso scolastico, non sono esonerati dalle attività didattiche.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non possiamo che condividere le richieste formulate dall’A.N.Co.Di.S., perché i collaboratori dei presidi nel corso degli ultimi anni sono stati progressivamente penalizzati. Dal 2010 non percepiscono più l’indennità di reggenza, a seguito dell’avvio della spending review adottata sui dipendenti pubblici. Con la Buona Scuola hanno perso anche l’esonero dal servizio di docenza, riuscendo questo a scattare solo in presenza (casuale) di un docente potenziatore della stessa classe di concorso del collaboratore del preside, individuato da quest’ultimo. È poi fondamentale che la loro preziosissima opera venga riconosciuta e inquadrata formalmente nell’ambito del ‘middle management’, di cui si parla da 20 anni senza che però nessuno abbia mai presentato una proposta concreta da condurre in porto.
Nel giorno in cui il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, annuncia l’imminente pubblicazione dell’atteso bando di concorso pubblico per nuovi dirigenti scolastici, un’altra grana si abbatte sulla gestione degli istituti: il mancato riconoscimento giuridico e contrattuale dei collaboratori dei presidi, che svolgono attività ulteriori rispetto a quanto previsto dal contratto senza avere alcun genere di riscontro salvo una diaria forfetaria annua. Se ne è parlato stamane a Palermo, nel corso di un incontro svolto da rappresentanti della neonata associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici A.N.Co.Di.S. con i vertici dell’Anief.
Durante l’incontro si è discusso sull’importanza, per la categoria, di ottenere il riconoscimento giuridico ed economico della professionalità e delle competenze ormai di fatto acquisite in ogni comunità scolastica da parte dei docenti-collaboratori dei capi d’istituto in tutti gli ordini di scuola che hanno assunto questo ruolo da almeno 36 mesi. Solo grazie all’apporto di questi fac totum della scuola, infatti, i presidi possono organizzare e gestire la mole di impegni e responsabilità che la scuola dell’autonomia ha aumentato in maniera esponenziale: si va dall’organizzazione e governance della vita scolastica alla calendarizzazione degli impegni, dalla gestione del personale ai rapporti con le famiglie, fino all'effettiva sostituzione dei dirigenti scolastici in caso di assenza temporanea.
Durante l’incontro si è sottolineato, inoltre, che molti collaboratori dei dirigenti, pure quando responsabili di un plesso scolastico, svolgono nella maggior parte dei casi al contempo una parte o l’intera attività di docenza non essendo esonerati dallo svolgimento delle attività didattiche. Costringendoli, in questo modo, a dividersi su più impegni professionali, di alta responsabilità, nello stesso contesto lavorativo.
“Come Anief – ha detto il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, presente all’incontro - non possiamo che condividere le richieste formulate dall’A.N.Co.Di.S., perché i collaboratori dei presidi nel corso degli ultimi anni sono stati progressivamente penalizzati. Dal 2010 non percepiscono più l’indennità di reggenza, a seguito dell’avvio della spending review adottata sui dipendenti pubblici. Con la Buona Scuola hanno perso anche l’esonero dal servizio di docenza, riuscendo questo a scattare solo in presenza (casuale) di un docente potenziatore della stessa classe di concorso del collaboratore del preside, individuato da quest’ultimo”.
“È una norma che ci ha sempre trovato contrari: è infatti necessario per legge ripristinare l’esonero dei vicari e collaboratori dei presidi. È poi fondamentale che la loro preziosissima opera venga riconosciuta e inserita formalmente nell’ambito del ‘middle management’, una sorta di inquadramento intermedio per questo genere di professionalità di cui si parla da 20 anni senza che però nessuno abbia mai presentato una proposta concreta da condurre in porto”, ha concluso Marcello Pacifico.
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