Licenziato solo lo 0,01% dei dipendenti pubblici dopo provvedimenti disciplinari. Il tema della responsabilità disciplinare non va sottovalutato nel rinnovo contrattuale per il personale della scuola ed è fondamentale nelle proposte del giovane sindacato. Marcello Pacifico (Anief): “Siamo favorevoli a provvedimenti severi e a sanzioni esemplari contro i pochissimi che sbagliano, ma senza colpire rispettabilità e onestà della maggioranza, troppo spesso, a causa di semplificazioni e generalizzazioni, tacciata di inefficienza, pigrizia o addirittura furberia”
Non solo misure per chiedere aumenti economici per il personale della scuola, per recuperare la centralità della funzione docente, per difendere le lavoratrici vittime della violenza nella piattaforma contrattuale elaborata da un gruppo di lavoro di Anief e presentata all’ultimo Consiglio nazionale del sindacato, svoltosi a Roma pochi giorni fa.
Anief ritiene che siano indispensabili e urgenti alcune misure a tutela del personale docente ed educativo della scuola: abolire, per esempio, il carattere di obbligatorietà del procedimento disciplinare, troppo spesso avviato su segnalazioni senza fondamento degli utenti; ripristinare la decadenza dall’azione disciplinare per l’Amministrazione in caso di violazione dei termini, che consente al datore di lavoro pubblico di non rispettare le regole, osservate invece dal dipendente; eliminare l’obbligatorietà della dichiarazione da parte del dipendente riguardo a condanne penali e ai carichi pendenti; abrogare la norma che assegna ai dirigenti scolastici la potestà di infliggere la sospensione dal servizio senza retribuzione fino a dieci giorni; riabilitare automaticamente il dipendente non appena siano trascorsi due anni dalla sanzione, senza ricorsi ai comitati di valutazione.
Il giovane sindacato auspica, inoltre, l’individuazione di una procedura di conciliazione non obbligatoria sulle controversie in tema di sanzioni disciplinari, per limitare il ricorso al giudice del lavoro ai soli casi necessari. Netto, infine, il no di Anief a norme ad hoc contro l’utilizzo distorto dei social network. Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici prevede il rispetto di principi quali integrità, correttezza, buona fede, la cui violazione, compreso un uso improprio dei social, è già perseguibile e sanzionabile.
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