L’accordo tra il Governo, sindacati e associazioni è ad un passo dal compimento: nell’emendamento al disegno di legge che l’esecutivo si appresterebbe a presentare alle parti sociali, infatti, non si ragiona più di salario minimo orario alternativo a quello contrattuale, ma si riconosce il valore generale rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi nazionali. Marcello Pacifico (Anief): Per il comparto pubblico non è applicabile. Per i lavoratori statali, l’obiettivo rimane quello di raddoppiare l’indennità di vacanza contrattuale e recuperare il gap sull’inflazione prodotto nell’ultimo decennio.
La quadra che si sta trovano sull’accordo tra esecutivo e sindacati a proposito del salario minimo si basa, riferisce la stampa nazionale, su quell’erga omnes sancito dalla Costituzione che disinnesca “il rischio di una fuoriuscita delle imprese dai grandi contratti nazionali verso ‘accordi’ meno onerosi economicamente”. I 9 euro lordi comunque restano per ora all’interno dell’articolato di legge, anche se non è ancora chiaro per chi potrebbero essere validi. Si tornerà comunque a discuterne tra 10/15 giorni in un prossimo round nel quale la parola spetterà ai sindacati che dovranno presentare dei report dettagliati sulle modifiche.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE MARCELLO PACIFICO
Anief intende chiarire da subito che i 9 euro lordi orari hanno una valenza solo per il settore privato, che si regge su contesti, logiche e contratti occupazionali ben diversi dal pubblico impiego. “Per gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si deve andare per forza verso il cosiddetto salario minimo di cittadinanza, composto dal 100% dell’indennità di vacanza contrattuale, e non quella dimezzata introdotta lo scorso mese di aprile, più il recupero dell’inflazione pregressa derivante dal blocco contrattuale degli ultimi 10 anni, appena scalfito dagli 85 euro medi lordi accordati 12 mesi fa dal Governo Gentiloni. Quello attuale è infatti un quadro stipendiale che rimane troppo arretrato rispetto al costo della vita, non certo sanato con i ventilati 100 euro promessi dal premiere Conte nella fumosa intesa di Palazzo Chigi, del 24 aprile scorso”, conclude il sindacalista autonomo.
SCIOPERO CONFERMATO: DUE GIORNATE A MAGGIO
Per questi motivi, il giovane sindacato Anief, che ha individuato come andare a reperire a costo zero le risorse per raddoppiare gli aumenti con il rinnovo del contratto, ha non solo confermato l’adesione allo sciopero del 17 maggio dei comitati di base, ma portato a due le giornate di protesta, aderendo anche all’astensione in programma venerdì prossimo, 10 maggio, proclamata dall’Usb P.I. (Unione Sindacati di Base, Pubblico Impiego).
PER APPROFONDIMENTI:
PA e SCUOLA – Sì del Parlamento agli aumenti proletari dei dipendenti pubblici
SCUOLA e P.A. – A 3,3 milioni di dipendenti stipendi incrementi tra 8 e 14 euro dal 1° aprile 2019
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