La Cna Lombardia rompe gli indugi a ammette: “l’autonomia che vogliamo è uno strumento per disporre di maggiori risorse per lo sviluppo e per la crescita”. Immediato è giunto il via libera della ministra leghista alle Regioni, Erika Stefani: “già oggi ci sono cittadini di serie B”. Indignato il sindacato autonomo Anief: invece di colmare il divario, si lavora per incrementarlo. Per il presidente Marcello Pacifico è ora di prendere posizione in modo netto contro questo modello che subito dopo le elezioni europee verrà riproposto in modo ancora più forte: Chiediamo a tutti i partiti politici che difendono, giustamente, l’unità nazionale, di intervenire, pubblicamente e nelle sedi governative e parlamentari dove a breve si infiammerà il confronto, di prendere posizione contro questa logica egocentrica e irresponsabile, priva di fondamenti nazionali che sono alla base di chi giura per il bene dello Stato.
Per quale motivo le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna spingono per ottenere la regionalizzazione di diverse competenze pubbliche, tra cui la scuola? La risposta è nelle parole del presidente di Cna Lombardia, Daniele Parolo, intervenuto a Milano, nel corso di un convegno dal titolo “Autonomia e regionalismo differenziato: i dati dell’Osservatorio delle Cna Lombardia, Emilia Romagna e Veneto” presentati con Carlo Cottarelli. Secondo il leader della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa lombarda, l’applicazione del regionalismo differenziato diventerebbe una leva per la crescita economica: in particolare, ha detto, “l’autonomia che vogliamo è uno strumento per disporre di maggiori risorse per lo sviluppo e per la crescita”.
Le spinte autonomiste continuano a trovare terreno fertile tra i vari esponenti della Lega. A partire dai ministri della Repubblica. In particolare dalla ministra alle Regioni, Erika Stefani, che non si dà ancora per vinta dinanzi al rafforzamento dell’ammuina pentastellata. In un’intervista ad un quotidiano locale, Stefani dice di assistere ad “una marea di polemiche e argomentazioni sui giornali, in televisione, nei convegni, insomma fuori dal ministero, ma non ho ancora visto uno che si opponga a questa riforma davanti a me. Se è propaganda elettorale, lo si dica”.
Secondo la ministra alle Regioni, quindi, “tutto questo allarmismo su scuola e sanità propalato da alcuni è infondato, perché purtroppo già oggi ci sono cittadini di serie B, il che evidentemente non può dipendere da un’autonomia differenziata che ancora non c’è, ma da un problema di mala gestione. Noi con l’autonomia vogliamo far crescere il Paese, non certo creare differenze. Invece vengono diffuse informazioni non veritiere. Alimentare l’odio Nord-Sud è da irresponsabili: oggi c’è bisogno di condividere i percorsi, non di alimentare divisioni che fanno solo male”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che le affermazioni del presidente di Cna Lombardia e della ministra alle Regioni risultano particolarmente gravi: “siamo arrivati al punto di ammettere – spiega il sindacalista autonomo - che siccome esiste già un gap evidente tra Nord e Sud, invece di lavorare tutti assieme per colmarlo, non c’è nulla di male nel legiferare perché le regioni del Settentrione si elevino ancora di più, incrementando i bilanci locali rispetto al Pil. Le scuole del Sud, dove gli alunni se ne vanno con facilità e le strutture locali non supportano l’opera dei docenti e del personale, hanno bisogno di essere sostenute, non lasciate al loro destino”.
“Pensare di spezzettare l’istruzione pubblica, come quella sanitaria e degli enti locali, e avere il consenso di chi sta andando a fondo – continua Pacifico -, è un’operazione che non possiamo accettare. La stessa intesa di Palazzo Chigi sul comparto Istruzione, della mattina del 24 aprile scorso, con il via libera dei sindacati maggiori, non offre alcuna garanzia sulla tenuta nazionale del sistema nazionale, va a ledere e vanifica la scuola dell'autonomia, il rapporto fra Stato e Regioni e la nostra Costituzione, né tantomeno a livello di finanziamenti, di organizzazione e di reclutamento scolastico”.
Di fronte a questo possibile modello, Anief si è subito opposta, raddoppiando le giornate di sciopero, come ufficializzato dalla Commissione di Garanzia: sempre il suo leader, Marcello Pacifico, ricorda che “venerdì prossimo, 17 maggio, ci fermeremo di nuovo, assieme ai sindacati di base, scendendo anche in piazza a Roma, dove grideremo il nostro diniego al folle progetto di regionalizzazione che, affiancato all’inerzia sui concorsi, alla mancata apertura delle GaE, all’inconsistenza degli aumenti, alla mancata equiparazione dei diritti dei precari ai colleghi di ruolo, all’indifferenza verso la stabilizzazione di Dsga e personale Ata, rischia di affossare definitivamente l’istruzione pubblica in Italia”.
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