Sulla scuola saranno immediate le conseguenze delle pensioni anticipate introdotte dal Governo Conte: mentre i lavoratori degli altri comparti pubblici vedranno materializzate le uscite dal lavoro solo in autunno, i 17 mila docenti, dirigenti scolastici e personale Ata con almeno 38 anni di contributi e 62 di età che hanno presentato domanda dovranno attendere solo pochi giorni. E i posti che lasceranno liberi saranno messi a disposizione per i trasferimenti, i passaggi di ruolo e di cattedra, le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Ma anche per le immissioni in ruolo.
Marcello Pacifico (Anief): “Chiediamo l’immediata riapertura delle GaE, sfruttando l’attuale ‘finestra’ di reinserimento e aggiornamento prorogata al 20 maggio. In presenza di un alto numero di posti liberi e di scarsa offerta iniziale, occorre poi svincolare le immissioni in ruolo dalle attuali percentuali di suddivisione di assegnazione dei posti da dare in ruolo: vanno assunti a tempo indeterminato i tanti idonei e vincitori di concorso, considerando anche che ce ne sono una miriade della procedura del 2016 rimasti al palo e con la prospettiva di vedere ‘scadere’ la loro posizione. Inoltre, ci sono i tanti che hanno superato i concorsi riservati con il Fit, che quantifichiamo in 35 mila. Parallelamente, per il 2020, è bene che il Miur avvii i corsi abilitanti per i tantissimi precari che hanno svolto 36 mesi. Anche per loro, ieri abbiamo scioperato e siamo scesi in piazza a Roma”.
Ci sono importanti novità sul fronte delle pensioni anticipate del personale della scuola. Lo ha fatto sapere, in queste ultime ore, il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Miur: con la nota prot AOODPIT n. 857 del 15.05.2019, il ministero dell’Istruzione ha comunicato ufficialmente che negli ultimi flussi trasmessi da INPS risultano presenti anche posizioni riconducibili alle istanze Polis di cui al D.L. 4 del 28 gennaio 2019, convertito in Legge 28 marzo 2019 n. 26, ritenendo quindi di dover consentire l’acquisizione delle relative cessazioni al SIDI per le successive attività di competenza degli Uffici Scolastici in tempo utile per le operazioni di mobilità e di immissione in ruolo per l’anno scolastico 2019/2020.
PRESTO CHIUSE LE FUNZIONI SIDI
“Questo significa - sintetizza e chiarisce la rivista specializzata Orizzonte Scuola - che sarà dunque possibile contare sui posti di pensionamenti quota 100 già presenti al SIDI per le operazioni di mobilità e immissioni in ruolo per l’a.s. 2019/20”. Per avere un quadro più definito bisognerà attendere davvero poco tempo: mancano infatti alcuni giorni alla chiusura delle funzioni SIDI per la comunicazione dei posti disponibili. Per i docenti dei licei musicali la scadenza è già passata (il 4 maggio scorso), mentre per gli altri insegnanti è prossima (25 maggio), ancora per il personale Ata ed educativo il Sidi chiuderà rispettivamente il 6 e il 22 giugno prossimi.
Il via libera ai posti di Quota 100 ai fini della mobilità e delle assunzioni conferma quello che l’Anief sostiene da tempo: nella prossima estate vivremo un ulteriore incremento dei posti vacanti e disponibili, i quali andranno ad aggiungersi ai tanti già privi di titolare; basti pensare agli oltre 50 mila di sostegno, ai 33 mila restituiti dagli Ust lo scorso anno per mancanza di candidati, più alcune decine di migliaia di pensionati che andranno via con i requisiti previsti dalla riforma Monti-Fornero.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “questo significa, conti alla mano, che senza provvedimenti immediati e straordinari adottati dall’amministrazione scolastica centrale e, soprattutto, dal Governo, a settembre si rischierà concretamente di vedere assegnate, dagli uffici scolastici territoriali, tramite graduatorie di merito e GaE, una quantità record di supplenze annuali, superiore alle 150 mila unità. Sono numeri reali: quindi, se si continua con l’attuale politica di inerzia degli ultimi anni, la scuola pubblica italiana - conclude il sindacalista autonomo – rischia concretamente il tracollo organizzativo”.
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