Il nuovo piano di reclutamento annunciato dal ministro dell’Istruzione, con un’apertura ai supplenti storici, non prevede procedure riservate per il personale Ata, educativo, delle sezioni Primavera e dei servizi legati all'assistenza alla comunicazione. Per la maggior parte di loro c’è il rischio fondato di continuare a fare i supplenti a vita. Marcello Pacifico (Anief): Il ministro Marco Bussetti conosce bene questi precari e le loro situazioni, sa bene che anche loro hanno diritto a non essere più sfruttati dallo Stato. Ancora di più perché senza il loro servizio la scuola italiana chiuderebbe. Allora perché sono rimasti fuori?
Si fanno sempre più grandi le falle dell’accordo raggiunto tra Miur e sindacati maggiori sul tema del reclutamento e del precariato scolastico, con l’avvio, oltre che dei Pas abilitanti, anche di un concorso riservato per la scuola secondaria, frutto a sua volta dell’Intesa siglata lo scorso 24 aprile a Palazzo Chigi alla presenza del premier Giuseppe Conte. Il piano straordinario di stabilizzazione per chi opera da almeno tre anni nelle scuole medie e superiori, alla pari di quello che si sta realizzando per il primo ciclo, andrà a sanare la situazione professionale di soli 24 mila precari: come se non bastasse che la quota corrisponde al 25% di quelli già selezionati, abilitati e supplenti di vecchia data che hanno pieno diritto a essere assunti a tempo indeterminato, analizzando più a fondo l’accordo si scopre che vi sono anche diverse categorie di precari che non potranno partecipare alla procedura.
LE PROFESSIONALITÀ ESCLUSE
Anief non comprende come si faccia a lasciare fuori dal concorso riservato il personale Ata, che da anni garantisce un servizio essenziale per i nostri istituti autonomi e ha il pieno diritto ad essere stabilizzato, alla pari di quello utilizzato dalle cooperative per i servizi esternalizzati. Lo stesso vale per il personale educativo, che ha gli stessi diritti dei maestri del primo ciclo ma che continua a rimanere fuori da queste procedure. Per non parlare dell’opera preziosa del personale educante che opera nelle sezioni Primavera, che da due anni fa parte del sistema ordinamentale dello Stato ma ad oggi non ha alcuna prospettiva di stabilizzazione. Lo stesso destino, senza prospettive, è quello di chi oggi si occupa di assistenza alla comunicazione, affiancando gli alunni disabili sulla base delle esigenze espresse dalle équipe psico-pedagogiche.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
“Dimenticare tutte queste professionalità, fondamentali per garantire il servizio nelle scuole di tutti i cicli – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - va a costituire un atto di superficialità intollerabile nei confronti di personale che in un altro Paese moderno sarebbe da tempo stabilizzato. L’ostinazione a tenerlo in questa situazione di limbo, però avrà un solo sicuro effetto: incrementare il contenzioso. Perché Anief, statene certi, non starà di certo a guardare dinanzi a questa ennesima ingiustizia all’italiana”.
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