Il ministro dell’Istruzione torna sul tema dei concorsi e della procedura riservata ai docenti con tre annualità di servizio: in un’intervista a fanpage.it, ha annunciato che l’obiettivo è quello di bandire, entro l’estate, il concorso ordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado e il concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e primaria. Per il concorso scuola dell’infanzia saranno banditi circa 16.000 posti, circa 55.000 per la scuola secondaria. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “questo modo di procedere non è risolutivo. Perché al Miur continuano ad eludere la clausola 5 della Direttiva 70/99 UE, introdotta per evitare l’abuso di precariato in presenza di continuità di servizio e di posti vacanti. Come Anief, proprio per sopperire a questo, abbiamo chiesto al Miur di salvaguardare i tanti idonei ed i 35 mila FIT, i 40 mila docenti abilitati con il vecchio PAS o il TFA, già selezionati, e che non hanno partecipato al piano straordinario, i 31 mila abilitati relegati nella seconda fascia d’istituto e le decine di migliaia di supplenti con 36 mesi svolti che non rientreranno nel contingente di circa 24 mila assunzioni in ruolo prefissato dal ministero dell’Istruzione”.
Ridurre il precariato tramite l’avvio di nuovi concorsi. È la linea assunta dal ministro Marco Bussetti, malgrado queste procedure si preannunciano lente, se non a rischio annullamento, come quello per dirigenti scolastici finito nel mirino dei Tar e delle procure. Il titolare della scuola pubblica, sottolinea Orizzonte Scuola, si rifà al vago accordo del 24 aprile scorso, a Palazzo Chigi, e ai conseguenti tavoli tecnici che stanno definendo le due procedure, di abilitazione e stabilizzazione.
Queste le parole del ministro dell’Istruzione: “Come sapete, il 24 aprile scorso abbiamo stretto un’importante intesa a Palazzo Chigi con le organizzazioni sindacali proprio su questi temi. E da allora ci siamo incontrati periodicamente per definire un piano di intervento strategico e condiviso. Faremo tutto il necessario per dare alle nostre scuole le risorse professionali ed economiche per svolgere al meglio la loro missione educativa”.
IL CONCORSO PER INFANZIA E PRIMARIA
Anief ribadisce che il piano prospettato dal ministro è fallimentare sul nascere. Ad iniziare dal concorso per Infanzia e Primaria – al quale parteciperanno i diplomati magistrale espulsi dalle GaE dal Consiglio di Stato, i laureati in Scienze della Formazione e tutti i precari in possesso di un titolo analogo – che prevede l’assegnazione di soli 16 mila posti, 10 mila dei quali tra l’altro per l’anno scolastico 2020/21 e 6 mila per il successivo. Per comprendere la pochezza di questi numeri, basta ricordare che le vacanze dei posti sono aumentate e tre anni fa erano stati banditi 26 mila posti. Senza dimenticare che rimane un’altissima percentuale di posti di sostegno in deroga, non utili per le immissioni in ruolo nonostante siano cattedre vacanti. Analogo discorso vale per le assunzioni dei docenti afferenti alle sezioni Primavera, che da due anni fanno parte del sistema ordinamentale dello Stato senza però prevedere stabilizzazioni. Per Anief, inoltre, è un bando illegittimo, anche perché si continuano ad escludere gli educatori e coloro che hanno preso l’abilitazione all’estero, abilitazione non riconosciuta dallo Stato.
LE SELEZIONI PER LA SECONDARIA
Per quel che riguarda la procedura concorsuale della scuola secondaria, ricordiamo che il Miur ha chiesto al ministero dell’Economia e delle Finanze di potere mettere a bando 48.536 posti, di cui 8.491 sul sostegno. Le prove si svolgeranno a partire dall’autunno e le assunzioni si prevedono da settembre 2020. Tuttavia, Anief ricorda che ad oggi il Miur non ha ancora assunto tutti gli idonei dei concorsi svolti, benché vi sia una considerevole quantità di cattedre libere. Nel frattempo i precari da assumere con supplenza annuale sono diventati oltre 120 mila, con la prospettiva di arrivare ad una quota record di quasi 200 mila; per questi motivi, è sempre più necessaria l’apertura delle GaE a tutti i docenti abilitati all’insegnamento e, a seguire, utilizzando la seconda fascia d’istituto laddove non vi siano più candidati al ruolo.
ARRIVANO I PAS
Anche sui percorsi formativi abilitanti in via di approvazione, i cosiddetti PAS, riservati a chi ha incamerato almeno tre annualità nell’ultimo ottennio, permangono grossi dubbi: queste procedure porteranno solo a 24.250 immissioni in ruolo sicure, per dare spazio a una fase transitoria che si attiverà a GaE, Grme, Gm esaurite, cioè forse mai. Tutto ciò si realizza discriminando i docenti delle paritarie o di ruolo, che potranno prendere un'abitazione solo qualora vi siano delle cattedre libere. Certamente, è una conquista importante avere convinto il Miur a procedere all’accesso alla procedura anche degli Insegnanti Tecnico Pratici, inizialmente esclusi da un accordo sottoscritto dai sindacati rappresentativi. Ma rimane il problema dei tanti che non verranno stabilizzati.
LE SOLUZIONI DELL’ANIEF
Di tutt’altro avviso è l’Anief: nella proposta presentata dal sindacato al Miur, solo pochi giorni fa, si chiede di “riaprire annualmente le ex Graduatorie permanenti oggi ad esaurimento per tutto il personale abilitato, anche con il futuro PAS e in possesso del diploma Itp, magistrale o ancora educatore; estendere il doppio canale di reclutamento alle graduatorie d’istituto e trasformazione in graduatorie provinciali, nel caso in cui la graduatoria permanente sia esaurita e rimangano posti ad essa assegnati, anche dalla terza fascia con superamento obbligatorio del PAS abilitante”.
Anche “per il personale Ata, alla luce del piano di stabilizzazione autorizzato per il personale delle cooperative utilizzato per i servizi esternalizzati, si richiede lo stesso trattamento, magari autorizzando le assunzioni su un organico potenziato come è avvenuto per la scuola di 20 mila posti a cui aggiungere altri 20 mila posti già previsti per i profili As) e C) dalla legge. Bisogna attivare, comunque, immediatamente i passaggi verticali per tutti i profili Ata e garantire l'assunzione di coloro che hanno presentato la domanda nel 2010 ai sensi dell'ultimo decreto direttoriale, cui non è seguito il corso di formazione. Per l'attuale concorso per Dsga si condivide la richiesta di esonerare dalla prova preselettiva il personale Ata facente funzione e si chiede di riservare a esso la quota del 50 % dei posti”.
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