I pasticci realizzati nel 2016 dal Governo Renzi e della gestione della ministra Stefania Giannini, con il piano straordinario di assunzione di 100 mila docenti, poi ridotti a poco più di 80 mila, non riguardavano solo l’algoritmo impazzito che ha portato fuori regioni quasi 10 mila precari che potevano rimanere tranquillamente nella loro provincia. Tra le storture di quell’anno c’è anche l’accantonamento ingiustificato di migliaia di posti per favorire gli idonei delle graduatorie di merito: quelle cattedre, vacanti e disponibili, andavano invece assegnate alla mobilità e non alle immissioni in ruolo. Lo hanno detto i giudici e ora quasi tutti quegli insegnanti di scuola primaria, alcuni dei quali su sostegno, sono tornati a casa. È “un ottimo risultato”, affermano soddisfatti la presidente provinciale di Anief Agrigento Rosetta Signorino Gelo e il collaboratore Fabrizio Minio. “Giustizia è fatta”, commenta il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, ricordando che “è importante avere stabilito un principio che ora speriamo venga portato avanti dal Miur senza più dovere essere costretti a ricorrere in tribunale”.
La conferma dell’ennesima stortura delle immissioni in ruolo del 2016 arriva dai giudici di competenza, a cui i legali Walter Miceli e Fabio Ganci, operanti per il sindacato Anief, si erano rivolti due anni e mezzo fa per tutelare i diritti lesi di decine di docenti della scuola primaria già di ruolo di Agrigento, i quali giustamente chiedevano di essere avvicinati a casa. Gli avvocati hanno spiegato che l'accantonamento dei 100 posti nella provincia di Agrigento, per favorire gli idonei delle graduatorie di merito, andava distribuito per diritto alla mobilità e non alle immissioni in ruolo.
Prima il giudice del lavoro e successivamente il Tar hanno accertato che i docenti, che hanno proposto ricorso, vantavano punteggi superiori rispetto ai docenti di cui al c. 96 dell'art. 1 della legge 107/2015 immessi in ruolo in provincia di Agrigento, ai sensi del c. 98 dell'art .1 della sopracitata legge nell'anno scolastico 2015/16 e assegnati su sede definitiva ai sensi dell'art 9 c. 16 dell'Ordinanza Ministeriale - OM n. 241 del 08/04/2016 e dell'art. 6 FASE A c. 2 Contratto Collettivo Nazionale Integrativo - C.C.N.I sulla mobilità del personale docente, educativo ed ATA per l'anno scolastico 2016/17.
L’8 marzo scorso, l’Ambito Territoriale di Agrigento ha emanato il decreto riguardo l'esecuzione dell'ordinanza e titolarità dei ricorrenti in provincia, con ricorrenza retroattiva dal 2016. E in questi giorni, quei trasferimenti si sono concretizzati: 33 dei 43 docenti della scuola primaria, con circa 20 anni di servizio, hanno ottenuto una sede nella provincia di residenza.
“Giustizia è stata fatta – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: ci rammarichiamo solo del fatto che 10 dei 43 ricorrenti non hanno trovato posto su sostegno in provincia e dovranno chiedere l'utilizzazione su posti in deroga. Ma la strada è tracciata e l’anno prossimo potranno tentare di prendersi quello che gli spettava di diritto”.
“Il caso – continua il sindacalista – ha riproposto anche il problema, di valenza nazionale e che ogni anno si ripete, del ‘balletto’ dei posti collocati impropriamente in organico di fatto anziché di diritto. A partire dagli oltre 50 mila di sostegno in deroga, a discapito dei docenti - costretti a ricorrere in tribunale per vedersi riconoscere lo stipendio dei mesi estivi - e soprattutto degli alunni con disabilità, i quali continuano a non avere assicurata nessuna continuità didattica. Collocando le cattedre libere dove dovrebbero, negli organici di diritto, tantissimi problemi si risolverebbero sul nascere”, conclude Pacifico.
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