Arriva da Larino, in provincia di Campobasso, una sentenza del giudice del Lavoro che conferma le posizioni fatte valere da Anief sulla ricostruzione di carriera che deve partire dal primo giorno di servizio di supplenza e non con in coincidenza con l’assunzione a tempo indeterminato con restrizioni per i periodi precedenti: in questo caso, il dirigente scolastico, nell’attuare la ricostruzione di carriera, aveva negato ad un’assistente amministrativa immessa in ruolo in un istituto superiore statale, il computo del totale servizio pre-ruolo prestato come lavoratrice precaria, in qualità di collaboratore scolastico, per il decennio iniziato nel settembre 2003 e terminato all’inizio dell’anno scolastico 2013/14 con la sua immissione in ruolo. Marcello Pacifico (Anief): Lo Stato si sta ‘incartando’ da solo, perché fino a quando non contemplerà il principio di totale equiparazione del servizio precario con quello di ruolo, noi continueremo a ricorrere in tribunale ed essendo la giurisprudenza europea chiarissima su questo punto, diventerà sempre più probabile l’accoglimento dei ricorsi e la condanna dell’amministrazione.
La riduzione del servizio svolto come supplenti ai fini dell’inquadramento di carriera è una pratica italiana del tutto illegittima: per il giudice comporta una palese discriminazione, perché “in violazione della normativa comunitaria”, e non trattandosi di una mancanza banale ciò ha comportato una motivazione più che sufficiente per condannare “l’amministrazione a tutte le differenze retributive non corrisposte in virtù della mancata contemplazione dell’anzianità a partire dall’anno 2003”.
L’amministrazione scolastica ha tentato di ovviare all’inquadramento di carriera eccependo anche il superamento dei limiti temporali per la presentazione del ricorso, superiori ai cinque anni. Ma il giudice del lavoro anche in questo caso ha dato ragione alla lavoratrice, ricordando che “l’inserimento nella corretta fascia stipendiale configura un mero fatto giuridico, che non ricade sotto il regime della prescrizione”.
LA SENTENZA
Nella sentenza, inoltre, si è richiamata la direttiva dell’Unione Europea 1999/70/CE, che non solo impone ai Paesi membri di non incorrere nell’abuso di precariato, ma li obbliga anche a riconoscere loro l’intero servizio di precariato “ai fini della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato”. Dopo avere fatto riferimento alla “causa C466/17/Motter contro la Provincia Autonoma di Trento”, anche questa terminata con il pieno riconoscimento del diritto all'immediata e integrale ricostruzione di carriera di una docente trentina, e avere preso atto che il Miur non ha dimostrato i motivi di “diversità tra” le mansioni svolte dai “dipendenti a tempo determinato e i lavoratori a termine”, il tribunale molisano ha condannato il Miur “a riconoscere alla ricorrente il servizio preruolo prestato nelle scuole statali con relativo riconoscimento per intero dell’effettiva anzianità di servizio”.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PACIFICO
“Dal Molise – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – arriva una sentenza che spiega per filo e per segno i motivi che hanno portato il nostro sindacato autonomo a difendere in tribunale i lavoratori docenti e Ata della scuola ai quali si applicano assurde ed immotivate riduzioni sul riconoscimento dei servizi svolti in qualità di precari. Anche anni dopo la loro immissione in ruolo, questi dipendenti hanno pieno diritto a vedersi riconoscere il maltolto, beneficiando sia degli arretrati sia di un incremento immediato dello stipendio per via della superiore collocazione nei vari ‘gradoni’ derivante dalla decisione del giudice. Cogliamo l’occasione per invitare tutti i docenti e Ata che si ritrovano in queste condizioni, pure quelli già assunti a tempo indeterminato, a chiedere il patrocinio dell’Anief per chiedere assieme giustizia e recuperare le somme indebitamente sottratte”.
I RICORSI
A questo scopo, è ancora possibile aderire ai ricorsi mirati per la tutela dei lavoratori della scuola promossi dall'Anief per rivendicare il riconoscimento immediato e integrale del servizio pre-ruolo nella ricostruzione di carriera e il conseguente adeguamento dello stipendio in base all'effettiva anzianità di servizio.
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Ufficio Stampa Anief