Per stabilizzare circa 12 mila Lavoratori socialmente utili da assorbire nei ruoli per volontà politica, si sono sottratte altrettante unità di personale ai collaboratori scolastici. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Senza aver nulla da eccepire per l’operazione di stabilizzazione degli Lsu, che andavano giustamente immessi in ruolo, il nostro sindacato autonomo ritiene incomprensibile il motivo per cui quella quota di posti è stata sottratta a un altro contingente di personale: i posti, in pratica, dovevano essere lasciati al personale supplente della scuola, che ha anche responsabilità e competenze diverse. Non siamo rimasti a guardare e ci siamo subito mossi per tutelare il personale precario danneggiato, perché costretto a rimandare a chissà quando l’assunzione in ruolo e che in molti casi non avrà nemmeno più la supplenza annuale perché ben 12 mila posti si sono dissolti nel nulla”
La mancanza di rispetto per il personale della scuola parte dalla scarsità di personale: vale per i docenti e anche per il personale Ata, che nell’ultimo decennio ha perso più di 50 mila posti, pur vedendosi triplicare le competenze. Con l’aggravante che negli ultimi due lustri non si è coperto nemmeno il turn over, tanto da ritrovarci oggi con 20 mila posti vacanti e altri 60 mila da aggiungere se solo si desse vita al potenziamento per la bistrattata categoria e si trasformassero in organico di diritto i tanti posti oggi nascosti in quello di fatto solo per far cassa risparmiando su mesi estivi non assegnati e stipendi fermi alla miseria di quello iniziale.
La rilevanza della categoria
L’apice di questo trattamento da ‘figli di un dio minore’ si riscontra con i collaboratori scolastici, che nella scuola non svolgono solo attività di apertura, chiusura e pulizia dei locali, ma sono, tra i vari compiti, anche incaricati della pesante responsabilità di sorvegliare gli alunni in tutte le circostanze in cui si trovano al di fuori delle aule, con riflessi penali rilevanti in caso di negligenza. Avere o non avere in sevizio un collaboratore scolastico rappresenta quindi una circostanza fondamentale per il buon andamento dell’organizzazione, anche didattica, dell’istituto scolastico.
L’indifferenza del Miur
Al ministero dell’Istruzione tutto è ben noto, ma continuano a comportarsi come se nulla fosse. Quasi come se la figura professionale fosse un corpo aggiunto alla macchina ammnistrativa formativa. Anche quando si tratta di reclutamento. Tanto è vero pure in occasione delle ultime immissioni in ruolo degli Ata, per complessivi 7.646 posti, in corso di svolgimento e da completarsi entro l’avvio del prossimo anno scolastico, si è ragionato solo in termini di risparmio: a fronte di 10.724 disponibilità ufficiale di posti, Miur e Mef hanno infatti accordato meno della metà delle assunzioni, la miseria di 4.573. Senza contare che le unità di collaboratore scolastico realmente disponibili sono di più e che quelle necessarie sono almeno tre volte tanto, quindi 30 mila.
Il problema è che a contribuire alla riduzione del contingente dei posti vacanti di quelli che una volta venivano impropriamente chiamati “bidelli”, è stata anche un’operazione più che discutibile messa in atto dal governo uscente: quella di accantonare circa 12 mila posti liberi per i Lavoratori socialmente utili da assorbire nei ruoli per volontà politica.
L’impugnazione in tribunale
Per questi motivi, dopo l’ennesima vessazione verso la categoria meno pagata di tutta l’amministrazione pubblica con remote possibilità di carriera, oltre che e dopo l’ulteriore aggiramento della direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999, Anief ha deciso ricorrere al Tar del Lazio, per opporsi al decreto interministeriale trasmesso, con nota 26350 del 3 giugno 2019, sugli organici Ata: un decreto che prevede l’accantonamento dei posti di collaboratore scolastico per il personale ex Lsu, senza prevedere alcuna procedura di stabilizzazione per il personale Ata precario che ha svolto servizio nel medesimo profilo di collaboratore scolastico. Chi ha svolto almeno 36 mesi di servizio anche non continuativo, può ancora aderire al ricorso dal seguente link.
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