Analizzando le parole del titolare del Mef e scorrendo la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanze 2019, è sempre più evidente che mancano i finanziamenti per gli aumenti degli stipendi di Docenti e Ata. Nell’ultimo rapporto Eurydice, lo stipendio dei nostri insegnanti risulta tra i più bassi della UE: 28.147 euro lordi, mille euro in meno rispetto a sette anni fa. E nella prossima legge di bilancio, niente in cantiere.
“In questa situazione – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – vorremmo apprendere con quali risorse il Mef ha intenzione di convocare i sindacati in vista del rinnovo del contratto, scaduto lo scorso dicembre, per il quale il titolare dell’Economia ha invitato a iniziare le trattative. Con quali risorse si potrà cominciare ad avvicinare gli stipendi dei Paesi europei? Come si recupera la perdita del potere d’acquisto? Senza una risposta chiara, si va verso lo sciopero generale”.
LE DICHIARAZIONI DI GUALTIERI, NADEF E LA SPESA PER LA SCUOLA
“Tre miliardi aggiuntivi in un anno non ci sono ma, se guardate tra le pieghe della Nadef, sono molti i soldi aggiuntivi per l’istruzione”: la frase pronunciata sulla scuola qualche giorno fa dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, è sibillina. Al massimo, i lavoratori della scuola che negli ultimi dieci anni si sono visti assegnare un incremento ‘miserevole’, pari al 3,48%, degli arretrati-mancia, con aumenti medi lordi di appena 85 euro, lontani di dieci punti dall’inflazione certificata, potranno contare soltanto sui mini incrementi (0.6%) previsti dalla prossima legge di Bilancio, circa meno di 10 euro lordi medi a dipendente.
Almeno fino al 2022, è molto difficile che l’Italia riuscirà a risalire la classifica. Nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanze 2019, inviata dal Governo al Parlamento in vista dell’elaborazione della Legge di Bilancio prossima, si legge che “nel triennio 2020-2022 la spesa per redditi aumenta in media dello 0,6 per cento. L’incidenza sul PIL risulta pertanto in calo, dal 9,7 del 2019 al 9,2 per cento del PIL nel 2022, confermando sostanzialmente le proiezioni del DEF”. Un passaggio non sfuggito a Il Sole 24 Ore, secondo il quale “la cosiddetta Nadef, che rivede al ribasso (dal 3,5 al 3,4%) la quota di spesa pubblica in percentuale sul Pil dedicata al mondo dell’education rispetto alle previsioni del Documento di Economia e finanza di aprile. Un taglio dello 0,1% che, se confermato nella legge di bilancio, vorrebbe dire 1,8 miliardi in meno già dall’anno prossimo alla lunga filiera che parte dalle scuole dell’infanzia e arriva agli atenei”. Altro che lotta alle classi pollaio. Motivando il tutto con la riduzione progressiva delle nascite, dall’anno prossimo la spesa per la Scuola rispetto al Pil sprofonderà di cinque punti percentuali rispetto al 2010, fino a perderne complessivamente nove punti nel 2035, quando si collocherà al 3,0%. Ad incidere sulle uscite minori per l’erario saranno anche i costi per gli stipendi del personale, che quindi si ridurrà di numero a seguito della formazione di un numero ridotto di classi.
IL RAPPORTO EURIDICE SUGLI STIPENDI EUROPEI
Attraverso il rapporto “Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe 2017/18”, sono stati esaminati gli stipendi degli insegnanti e dei capi di istituto nelle scuole pubbliche pre-primarie, primarie e secondarie in 42 sistemi educativi europei, avendo come anno scolastico di riferimento il 2017/18: per ciascun Paese, sono state esaminate le principali variazioni degli stipendi tabellari negli ultimi tre anni e confrontati gli stipendi medi effettivi degli insegnanti (comprese le indennità e altre remunerazioni aggiuntive) con il PIL pro capite e con i guadagni medi di altri laureati. Dallo studio Eurydice, è emerso che i salari annui lordi medi dei docenti italiani si fermano a 28.147 euro, ultimi tra gli insegnanti delle maggiori economie dell’Unione europea. Le prime dieci posizioni della classifica degli stipendi sono occupate dagli insegnanti di Danimarca (60.444 euro), poi ci sono quelli della Germania (55.926), Austria (48.974), Paesi Bassi (47.870), Belgio (44.423), Finlandia (44.269), Svezia (40.937), Regno Unito (37.195), Francia (33.657) e Portogallo (29.941).
IL COMMENTO DI ANIEF
In assenza di risorse nella prossima legge di Bilancio pari ad aumenti di almeno 200 euro mensili, dopo le tante promesse e persino le Intese siglate da questo e dal precedente Governo, non si comprende di cosa si possa parlare ai tavoli sul rinnovo del contratto. In autunno come nella scorsa primavera rimangono i motivi per la mobilitazione di tutto il personale della scuola, dell’università, della ricerca, dell’Afam con un nuovo sciopero generale che deve servire a convincere anche i nostri parlamentari, durante l’esame del Disegno di legge di Bilancio, del necessario finanziamento da stornare per i docenti, educatori e Ata, gli amministrativi e ricercatori, oltre che per la sicurezza o la strutturazione degli edifici scolastici.
Nel frattempo, Anief ricorda come diventi sempre più importante, in questa situazione di incertezza, recuperare l’indennità di vacanza contrattuale, nel periodo 2015-2018, mai corrisposta, e comunque aggiornare l’indice dal 2019 al tasso IPCA reale, aggiornato rispetto alla crescita avvenuta negli ultimi dieci anni. Si tratta di recuperare almeno 5 punti di stipendio mensili, al netto di quanto corrisposto dal 1° aprile, cento euro in più in attesa delle risorse per il rinnovo del CCNL. Tutto il personale interessato può richiedere il modello di diffida all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
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