L’alto numero di cattedre scoperte continua a farsi sentire. E non è limitata ad alcune aree del Paese: ormai, anche se si tratta di istituzioni pubbliche, dopo che gli Uffici scolastici hanno ben presto “scaricato” il problema alle scuole, ai presidi non è rimasto altro che provare con le graduatorie d’Istituto. Ma siccome in tanti casi non sono servite a molto, perché i candidati si sono presto esauriti, i capi d’istituto sono passati alle vie informali prendendo in considerazione le Mad. Solo che ora nemmeno queste bastano più, perché l’opera di comparazione richiesta dal Miur non è facile dal compiersi, soprattutto, come spesso avviene, in presenza di candidati con titoli diversi da quelli specifici richiesti per la classe di concorso di cui ha bisogno la scuola. L’ultima spiaggia diventano i portali specializzati in Istruzione, da dove l’annuncio arriva direttamente a casa dei potenziali supplenti: una sorta di Mad al contrario.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Sulla scuola italiana si sta portando a compimento un’opera di demolizione ad ampio raggio, iniziata con l’algoritmo impazzito, passata per la chiamata diretta ed ora dirottata sulla ricerca dei precari tramite internet e social. Il progetto è iniziato con il ritardare sempre più l’uscita dal lavoro, in modo da avvalorare il già esistente record dei docenti più vecchi d’Europa per via della presenza di due docenti su tre sopra i 50 anni di età; poi, si è deciso di ridurre ai minimi termini il turn over, arrivando a produrre da anni un numero solo apparentemente ampio di immissioni in ruolo, per poi concretizzarne meno della metà perché le uniche graduatorie reputate valide sono ormai senza candidati. Nel frattempo, mentre si continuano a tenere in naftalina oltre 100 mila abilitati all’insegnamento, la politica dei concorsi-lumaca non ha fatto altro che aumentare il precariato. In generale, sulla bilancia va messa anche la volontà di volere mantenere basso il livello di valorizzazione del corpo docente, ad iniziare dalla modestia degli stipendi”.
Nelle nostre scuole le lezioni sono iniziate da ben oltre un mese, ma in tanti istituti si continuano ad attendere i supplenti per coprire il sempre più alto numero di cattedre senza docente titolare. Si tratta, soprattutto, di insegnanti di materie scientifiche e tecniche delle superiori, ma anche di sostegno e di maestri della primaria. Solo a Bologna ne mancano ancora ben 300: questo avviene, spiega Il Resto del Carlino, perché le graduatorie sono esaurite e le scuole devono trovare un supplente tra le ‘messe a disposizione’ presentate dai precari fuori graduatoria e quasi sempre senza esperienza. “A Bologna, come in tutto il Nord, reperire supplenti da altre regioni è un’impresa, soprattutto per il costo alto della vita, a partire dagli affitti”, commenta anche Orizzonte Scuola.
Lo stesso portale d’Istruzione si sta quasi trasformando in un’agenzia di pubblico impiego per la scuola: sul sito internet vengono pubblicate continue richieste, quasi degli “avvisi di selezione”, formulate dai dirigenti scolastici o dal loro staff. E non si tratta di supplenze cosiddette “brevi”, ma di contratti annuali, quindi con scadenza sino alla fine dell’anno scolastico, quasi sempre al 30 giugno del 2020. La maggior parte delle richieste sono concentrate al Nord, ma non mancano casi di dirigenti scolastici di istituti del Centro-Sud dediti alla ricerca di insegnanti non rintracciabili per le vie tradizionali.
L’Istituto “Vallauri” di Cuneo, ad esempio, ricerca un docente per la classe di concorso A042 per un contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2020. L’Istituto d’Istruzione superiore “G. Silva – M. Ricci” di Legnago (VR) è alla caccia di un docente in possesso dei titoli per l’insegnamento nella classe di concorso A040 per un contratto fino al 30/6/2020. Il Liceo Statale “Giuseppe BERTO” di Mogliano Veneto (TV) ricerca n. 1 docente di conversazione di Lingua Inglese – cdc BB02 – per contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2020. L’istituto di Istruzione Superiore “Caramuel Roncalli” di Vigevano (PV)- CORSO SERALE ricerca un docente classe di concorso A042 per una supplenza di 18 ore. Qualche giorno fa, l’istituto Comprensivo “Borsi” di Donoratico (LI) cercava “una docente di scuola primaria per una supplenza di 9 ore fino al 30 giugno 2020 su posto di lingua inglese”. Anche a Potenza, il preside dell’Istituto Comprensivo “L. Sinisgalli” era alla ricerca di “una docente della scuola Primaria con titolo di specializzazione Montessori per prestare servizio nel corrente anno scolastico”.
In pratica, i dirigenti scolastici non possono attendere ancora per coprire le cattedre vuote. E ci provano in tutte le maniere. Qualche giorno fa, il dirigente scolastico dell’Istituto nautico “San Giorgio” di Genova e Camogli ha ‘postato’ un annuncio su Facebook che ha fatto il giro del web e della stampa nazionale: “Cerco insegnante di Elettrotecnica per cattedra al 31 agosto al nautico di Camogli. Sono il Dirigente Scolastico della scuola. Eventuali interessati mi contattino rapidamente. Se conoscete persone interessabili, coinvolgetele”, ha scritto il preside Paolo Fasce.
“Si sta oltrepassando ogni logica – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Ed è un fenomeno tipicamente italiano, visto che solo qualche giorno fa anche il rapporto UE “Education and Training Monitor 2019” ha affermato che, assieme a qualche altre Paese, siamo quelli dove si riscontra “una carenza di insegnanti qualificati”. Il punto è che si è preferito tenere i precari sotto scacco: seppure selezionati, formati, abilitati, si è continuata a perseguire l’idea che conviene mantenerli precari. L’apice di questo ragionamento si è raggiunto nell’ultimo periodo, quando si è arrivati a mettere rigidamente in atto le sentenze del Consiglio di Stato sui diplomati magistrale, arrivando a licenziare migliaia di docenti già immessi in ruolo e con tanto di anno di prova svolto”.
“Sono innumerevoli – continua Pacifico - i motivi che lasciano lontani i laureati in particolari discipline, evidentemente più attratti da altre professioni, per accedere alle quali non vi è questa trafila di problemi. I quali, inevitabilmente, alla lunga hanno il loro peso nella formazione di malattie psichiatriche ed oncologiche, purtroppo sempre più frequenti tra gli insegnanti vittime del burnout per via dei decenni passati a fare sempre lo stesso lavoro con alte dosi di stress”, conclude il sindacalista Anief.
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