Le valutazioni si faranno: chi aveva 8 avrà 8, chi merita 4 avrà 4 e il prossimo anno bisogna recuperarlo, sostiene il ministro dell’Istruzione. Anief: serve anche molto equilibrio e tener conto della situazione in cui ci troviamo
In queste settimane così difficili per tutto il Paese, il sindacato Anief si è più volte espresso concordando sulla necessità di mantenere viva e presente la Scuola nella vita degli studenti e delle loro famiglie. Come riporta Orizzonte Scuola, la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, ha affermato che “lo studio non si annulla con il Coronavirus”; infatti, “la didattica a distanza ha avuto successo ma non dappertutto. Le valutazioni si faranno: chi aveva 8 avrà 8, chi merita 4 avrà 4 e il prossimo anno bisogna recuperarlo”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, ha asserito che “allo stesso tempo, però, abbiamo più volte ribadito, anche attraverso il contatto diretto con i dirigenti scolastici, la necessità di mantenere alta l’attenzione sull’imprescindibile necessità di rispettare il dettato delle norme di legge e di quelle contrattuali, anche in una situazione di emergenza come quella attuale. Questo perché siamo convinti che l’unico modo per attraversare le difficoltà che, tutti quanti, siamo chiamati oggi ad affrontare sia tenerci ben saldi all’interno del percorso tracciato dal quadro normativo vigente, pur nella necessità di provvedere a opportuni adattamenti e integrazioni indispensabili per renderlo funzionale a una situazione del tutto nuova e inaspettata”.
LA CENTRALITÀ DEGLI ORGANI COLLEGIALI
Per l’Anief, dunque, il richiamo alla competenza del collegio docenti e delle sue diramazioni in tema di programmazione dell’attività educativa e di individuazione dei criteri di valutazione rappresenta l’unico antidoto alla deriva registrata in molti, troppi, casi che vede i dirigenti scolastici non limitarsi a suggerire (stavolta sì) modalità e metodologie di didattica a distanza, ma a imporle unilateralmente al corpo docente, operando un’inversione delle competenze delineate dagli artt. 5 e 7 del D.Lgs 297/94. Inversione, si badi bene, che non può trovare alcuna giustificazione nemmeno nel caso dell’emergenza presente, a meno che non si voglia negare validità all’intero impianto della didattica a distanza, sancendone l’assoluta eterogeneità rispetto alla didattica in senso ampio e onnicomprensivo.
VALUTARE LE ATTIVITÀ DEGLI ALUNNI
“Lo scopo della valutazione nella scuola dell'obbligo – afferma Andrea Messina, membro della segreteria generale Anief – infatti, non è quello di classificare gli alunni, come avveniva con i voti, per selezionarli, ma quello di capirli e aiutarli nella loro formazione, mediante esperienze di apprendimento significative e motivanti, per consentire a ciascuno di sviluppare in modo ottimale le proprie capacità, intelligenze e attitudini. Non dovrebbero esserci dubbi, quindi, sul fatto che le attività didattiche debbano essere valutate. Non è possibile proporre agli studenti alcuna attività che voglia definirsi “didattica” se slegata dal momento valutativo, a pena di far perdere qualsiasi credibilità all’azione didattica stessa. Ricordiamo, infatti, come la valutazione sia intrinsecamente connessa al momento di restituzione del docente, attraverso cui lo studente non ha solo modo di poter ottenere un ‘giudizio’ sul proprio operato, ma soprattutto di ricevere il riconoscimento del proprio lavoro a partire dal compito svolto. Come è noto, però, per garantire valore legale alla valutazione è indispensabile che questa venga realizzata sulla base di criteri collegialmente individuati”, ha ribadito Messina.
“Siamo consapevoli – conclude il presidente Anief, Marcello Pacifico – delle grandi difficoltà in cui tutti ci stiamo muovendo. Ma soltanto seguendo il solco delle norme, oltre che del buon senso, riusciremo a far attraversare il guado alla Scuola senza annegare. Anche nell’attuale situazione di emergenza deve essere chiaro come la didattica sia materia su cui debba rimanere indiscussa la primazia del corpo docente”.
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