Anche la Cedu riconosce il risarcimento per danno materiale (10mila euro) alle famiglie per la mancata assegnazione agli alunni con disabilità: dopo i continui successi dei legali di Anief, che offrono patrocinio gratuito per ricorrere al giudice ordinario per ottenere il risarcimento per la mancata assegnazione di tutte le ore richieste nei Pei per gli insegnanti di sostegno e per gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, ora arriva un’importante sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo. Esaminando il ricorso prodotto dai genitori di una alunna con autismo iscritta ad una scuola primaria campana dopo che per due anni consecutivi gli ha negato l’assistenza specialistica, ha ritenuto, all’unanimità, che invece ne aveva pieno diritto. La Corte ha ritenuto che tale negazione ha prodotto una violazione dell’articolo 14 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in base al quale gli Stati non debbono produrre discriminazione: ora l’Italia dovrà pagare alla bambina 2.520 euro a titolo di danno patrimoniale, 10mila euro per danni non patrimoniali e 4.175 euro per costi e spese. Anief ribadisce la necessità di aderire alla campagna #nonunoradimeno e al patrocinio gratuito per i ricorsi al giudice ordinario per la violazione del principio di non discriminazione violato dalla legge e riconosciuto dalle ss.uu. della cassazione con una recente sentenza dell'anno scorso per ottenere i diritti negati e così garantire pari opportunità agli allievi disabili.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “sul tema della mancata assegnazione delle ore settimanali di sostegno agli alunni con disabilità previsto dal loro programma didattico-pedagogico permane una sostanziale inerzia da parte del legislatore e dell’amministrazione. Mentre continuano ad esprimersi i giudici. Ad iniziare dalla Cassazione, che lo scorso anno ha prodotto la sentenza n. 25101, da cui è scaturito che non è possibile apportare modifiche al piano orario settimanale una volta che il piano individualizzato dell’alunno disabile è stato definito. Ne deriva che l’amministrazione scolastica non ha alcun titolo a modificare la quantità di ore assegnate dal Glo: ogni volta che ciò accade, purtroppo spesso, va in contrasto con il diritto dell’alunno a una pari opportunità scolastica scadendo quindi nella discriminazione. La stessa che ha ravvisato, ora, la Corte europea dei diritti dell’uomo per l’assistenza specialistica”.
Lo Stato italiano continua a risarcire le famiglie di alunni disabili alle quali il docente di sostegno, gli assistenti specialistici e alla comunicazione vengono assegnati spesso solo sulla carta: a sostenerlo è la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha condannato l’Italia a pagare circa 17 mila euro per non avere provveduto, come riporta Orizzonte Scuola, ad assegnare l’assistenza specialistica ad una bambina autistica di Eboli nei primi due anni di scuola elementare (2010-2012). La motivazione dell’amministrazione sarebbe legata al fatto che “non c’erano soldi”. I genitori sono stati quindi costretti a provvedere privatamente al reclutamento dell’assistente, ma nel novembre 2015 hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Adesso è giunta l’attesa decisione che condanna in modo perentorio la mala-gestione delle esigenze degli alunni disabili in un contesto formativo.
Anief ricorda che in Italia sono iscritti quasi 300 mila alunni con disabilità certificata, ai quali in alto numero continua a non essere assegnata l’assistenza di cui necessitano: quest’anno ben il 59% (170 mila allievi), come riportato qualche giorno fa nel dossier Tuttoscuola, “resterà spaesato davanti a un nuovo docente mai visto prima”, ma una percentuale indefinita e non certo trascurabile di alunni dovrà fare pure i conti con la mancata assegnazione delle ore settimanali di sostegno quantificate nel Pei (il Piano Educativo Individualizzato) dal Glo, il Gruppo di lavoro operativo, e quindi dal dirigente scolastico all’Usr. Il problema è che l’Ufficio Scolastico Regionale, nel corso dell’estate, continua quasi sempre ottusamente ad autorizzare solo una parte delle ore richieste dall’unico organismo deputato a definire numericamente le esigenze formative dell’alunno portatore di disabilità, quale è il Glo.
Tutto questo accade malgrado diverse sentenze di “primo rango” abbiano espresso parere opposto a quello dell’amministrazione pubblica. Come la Corte Costituzionale, che con la sentenza n. 80/2010 ha inquadrato inammissibile porre un limite numerico ai docenti di sostegno. Ma anche le Sezioni Unite della Cassazione, con sentenza n. 25011 del 2014, hanno spiegato che “il diritto all’istruzione è parte integrante del riconoscimento e della garanzia dei diritti dei disabili, per il conseguimento di quella pari dignità sociale che consente il pieno sviluppo e l’inclusione della persona umana con disabilità”. Sulla stessa linea si è posto il Consiglio di Stato con la sentenza n. 02023/2017, del 23 marzo 2017.
Tali posizioni hanno ovviamente influito nella presentazione dei ricorsi prodotti nei vari tribunali di competenza: vale per tutte la sentenza del Tar Sicilia, la 140/19, che impone di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno sulla base delle richieste del Glo e che derivano dalle effettive necessità pedagogico-formative dell’alunno. L’atteggiamento inerme dell’amministrazione scolastica e del legislatore nell’applicare le indicazioni provenienti dai giudici ha quindi convinto l’Anief a presentare ricorso conto lo schema di decreto ministeriale sugli organici sul sostegno agli alunni disabili.
Per tali motivi, il sindacato continua a rivolgersi al tribunale affinché agli alunni si assegni un numero di ore settimanali completo: l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’ offre la possibilità alle famiglie di rivendicare il rispetto di quel Pei chiesto dagli istituti scolastici e troppo spesso aggirato dalla burocrazia.
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