Si è svolto in videoconferenza l’incontro tra Anief e Mur: la delegazione ANIEF guidata dal presidente dell’Anief prof. Marcello Pacifico era composta dal dott. Stefano Lazzarini Capo Dipartimento Università, dal dott. Roberto Papi Vice Capo Dipartimento Ricerca e dal prof. Ettore Micalazzi Capo Dipartimento AFAM; la delegazione di parte pubblica era composta dalla Ministra prof.ssa Maria Cristina Messa e dal Capo di Gabinetto prof. Giuseppe Recinto
Ieri, mercoledì 3 marzo, si è svolto in videoconferenza l’incontro tra ANIEF e M.U.R. La delegazione ANIEF guidata dal presidente dell’Anief prof. Marcello Pacifico era composta dal dott. Stefano Lazzarini Capo Dipartimento Università; dal dott. Roberto Papi Vice Capo Dipartimento Ricerca e dal prof. Ettore Micalazzi Capo Dipartimento AFAM; la delegazione di parte pubblica era composta dalla Ministra prof.ssa Maria Cristina Messa e dal Capo di Gabinetto prof. Giuseppe Recinto.
La Ministra ha illustrato la sua posizione circa gli obiettivi che si prefigge di raggiungere nell’espletamento del suo mandato. Il Presidente Pacifico, dopo aver fatto gli auguri e ringraziato la Ministra per la sensibilità dimostrata, ha “sottolineando e ribadito il ruolo dell’ANIEF nel panorama sindacale” e ha auspicato una proficua collaborazione nel prossimo futuro da svolgersi nel solco tracciato dal Presidente Mattarella, che ha richiamato tutte le forze del paese ad operare con unità d’intenti per superare il drammatico momento che, ormai da oltre un anno, si sta vivendo a causa della pandemia da SARS-Covid 2. Una collaborazione tra le parti che non può prescindere dal reciproco rispetto basato su rapporti di correttezza e lealtà.
Ha proseguito il suo intervento presentando i Capi Dipartimento, presenti nella delegazione, e per l’Università ha passato la parola al dott. Lazzarini Capo Dipartimento Università, che ha posto in evidenza come le politiche di austerità, nell’ultimo decennio, si sono concretizzate nella riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), costringendo le università a ricorrere a un aumento della tassazione studentesca per fare fronte all’ordinario funzionamento indebolendo così il diritto allo studio. Se aggiungiamo lo stato disastroso dell’edilizia residenziale universitaria, non è difficile spiegare perché la quota di giovani che si iscrive all’università è tra le più basse dei paesi OCSE. Infatti, ha affermato Lazzarini, “la pandemia dovuta al COVID 19 ha evidenziato nel nostro Paese il forte ritardo che abbiamo sull’introduzione della banda larga. In molte zone la rete internet non garantisce un’adeguata copertura e di questo ne hanno subito le conseguenze i nostri studenti, costretti a seguire corsi FAD e svolgere esami on line. Va data priorità assoluta all’utilizzo del fondo stanziato per questo progetto che è di 4,2 miliardi”. Dunque, “la necessità d’incremento delle risorse sia un’azione propedeutica e fondamentale che serve ad accompagnare l’opera di revisione normativa che conduca a un riequilibrio tra leggi e contratto. Questo soprattutto alla luce dei vari interventi legislativi, così detti di “riforma”, succedutisi nel tempo (Leggi Brunetta, Gelmini, Madia, e nello specifico per la sanità universitaria L.517/99) che hanno di fatto segnato un’evoluzione dell’organizzazione creando nuove figure professionali, (Manager Didattici, RAD, Referenti Informatici per la Didattica, Bibliotecari, Media Manager, Professionisti della Salute, etc.)”.
Sul tema dei Policlinici Universitari, il professore Lazzarini ha rilevato come “la questione sia di particolare complessità ed abbia un carattere di rilevanza Nazionale, meritevole di una riflessione attenta e profonda, peraltro già iniziata e a buon punto con il tavolo tecnico istituito dal Ministro Manfredi”. È stato sottolineato quindi come sia necessario giungere alla definizione di uno “schema tipo di convenzione” al fine di rendere il più possibile omogenei sul territorio nazionale i “Protocolli d’Intesa Regioni–Università” che conducano al superamento delle criticità attuali generate per lo più dai diversi sistemi/accordi regionali e soprattutto ad una gestione chiara e lineare che ponga le basi per un serio rilancio della Sanità Universitaria ed omogeneità di applicazione i dei CCNNL.
Rimanendo sul tema delle risorse, ha posto l’attenzione “sulla proposta di PNRR che definisce come dovranno essere spesi i circa 223 miliardi di euro messi a disposizione dall’Unione europea; hanno trovato spazio molti interventi che vanno a ridisegnare il futuro sviluppo e a orientarlo verso la trasformazione digitale e verso un rinnovato processo d’innovazione basato su istruzione e ricerca”.
Il Recovery Plan sembra voler puntare su giovani ricercatori e tecnologie emergenti, ma per certi versi molti progetti sembrano ancora vaghi.
L’innovazione del sistema produttivo nel PNRR concentra l’attenzione su quanto previsto in tema di competitività del sistema produttivo, l’analisi va condotta all’interno della missione di riferimento denominata “Competitività e Cultura, Digitalizzazione e Innovazione”, che ha al suo interno una componente dedicata a “Innovazione del sistema produttivo”, che può contare su una dotazione di ben 37,5 miliardi, a sua volta articolata in diverse linee progettuali. Concentrando l’attenzione su quanto previsto in tema di innovazione e ricerca, l’analisi va condotta all’interno della missione di riferimento “Istruzione e Ricerca”, che ha al suo interno una componente denominata “Dalla ricerca all’impresa”, che mira ad innalzare il potenziale di crescita del sistema economico, agendo in maniera sistemica sulla leva degli investimenti in R&S.
Lazzarini ha concluso il suo intervento ribadendo che il PNRR dovrebbe essere l’occasione per definire alcuni interventi che modifichino in modo radicale la direzione con cui i governi negli ultimi dieci anni hanno governato il sistema universitario e della ricerca.
Le risorse del PNRR dovrebbero essere focalizzate ed indirizzate per: ridurre le tasse universitarie ai livelli dei paesi europei come Germania e Francia, con un aumento del FFO che garantisca l’ordinario funzionamento degli atenei. La realizzazione di questo intervento dovrebbe avvenire di concerto ad una revisione complessiva delle modalità di finanziamento delle università; produrre l’annullamento della (falsa) premialità sui risultati della ricerca che ha indotto comportamenti strategici ed opportunistici a scapito della qualità stessa della ricerca; revisione del finanziamento dei progetti di ricerca di base (bando PRIN) attraverso la differenziazione di diverse categorie di ammontare di finanziamento (progetti piccoli, medi, grandi); riduzione del carico e del controllo burocratico sulle attività delle università con una particolare rivisitazione dell’ANVUR in tema di valutazione. Il sistema universitario dovrebbe altresì tornare a usare per didattica e ricerca le ingenti risorse (personale docente e tecnico-amministrativo) adesso impiegate per rispondere alle richieste dalla burocrazia valutativa; rivedere il sistema dell’Abilitazione Scientifica Nazionale che sta determinando distorsioni nel sistema della ricerca italiano, che rischiano di diventare irreversibili, a seguito dell’introduzione di soglie quantitative sulla produzione stabilite da ANVUR.
Dopo gli interventi del dott. Papi per il Dipartimento Ricerca ed il Prof. Micalazzi per il Dipartimento AFAM, ha concluso la Ministra Messa che ha ribadito il suo intento di agire in continuità con quanto fatto dal suo predecessore puntando a potenziare l’attività di ricerca che deve essere trasversale e ridisegnata secondo nuovi modelli più funzionali allo scopo. Sul reclutamento ha espresso la volontà di andare a prevenire le forme di precariato studiando percorsi di carriera chiari e basati sul merito, che non possono prescindere da un sistema di valutazione che è antidoto essenziale contro il sistema autoreferenziale.
Per i Policlinici Universitari ha indicato quale punto di partenza l’elaborazione di linee guida univoche su cui basare una revisione delle norme vigenti per andare al superamento dei punti di criticità evidenziatesi ed acuiti negli ultimi decenni. L’incontro si è concluso con l’impegno della parte pubblica a proseguire con i tavoli tematici quale metodo di lavoro e a elaborare una calendarizzazione di incontri in tal senso.
PER APPROFONDIMENTI
Dipartimento Anief-Afam: un primo incontro positivo con il ministro Messa