Assieme agli auguri per l’approdo a un ruolo così importante in un periodo particolarmente difficile per il paese, il presidente Anief, Marcello Pacifico, invia al neo-premier Mario Draghi e ai ministri tecnici Patrizio Bianchi e Cristina Messa la richiesta per aprire il confronto subito dopo avere incassato la fiducia, al fine di sviluppare e pianificare quelli che risultano tra gli assi portanti del nuovo esecutivo: “Lotta alla precarietà, ridefinizione di organici e plessi, dell'obbligo scolastico e del tempo scuola - spiega il leader del giovane sindacato - sono senza dubbio tra le priorità da discutere insieme al rinnovo dei contratti, alla valorizzazione dei profili professionali, alla mobilità del personale. Per affrontare questi temi è indispensabile coinvolgere gli attori che hanno un ruolo attivo e conoscono a fondo i punti critici da affrontare”.
LA RICHIESTA DI INCONTRO
Incontrare il prima possibile i sindacati della Scuola, dell’Università e della Ricerca. A chiederlo al nuovo Governo è il sindacato rappresentativo Anief: sarà importante convocare i rappresentanti dei lavoratori, così da confrontarsi con loro e comprendere quali sono le priorità da adottare nel comparto, anche in vista delle scelte da prendere con i finanziamenti ingenti che arriveranno dal Recovery Plan. Il giovane sindacato ritiene che i tempi siano ormai più che maturi per cambiare le logiche che hanno sinora governato il comparto della Conoscenza: anziché basarsi su parametri nazionali inamovibili, bisognerà partire focalizzando l’attenzione sul tessuto sociale ed economico che c'è in ogni luogo di produzione o di ricerca del sapere: in tal modo si potranno definire programmi mirati e obiettivi da raggiungere.
IL QUADRO DELLE EMERGENZE
Tra le emergenze da affrontare c’è sicuramente quella della supplentite, che negli ultimi anni ha toccato livelli mai visti, l’adattamento degli organici dei lavoratori, che non possono essere più realizzati solo in base al riferimento numerico degli alunni. Lo stesso vale per i plessi e le sedi scolastiche. C’è poi la questione dell’allargamento dell'obbligo scolastico, da anticipare a tre anni e posticipare alla maggiore età, come pure del tempo scuola, da riportare ai livelli pre-dimensionamento, come del rinnovo dei contratti, della valorizzazione dei profili professionali e della mobilità del personale, che passa per la cancellazione degli assurdi vincoli alla mobilità di tantissimi docenti e amministrativi. Come l’obbligo immotivato dei docenti neo-assunti di rimanere per almeno cinque anni fermi nella scuola di destinazione contro il quale il sindacato si sta battendo in tutte le sedi.
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