La macchina organizzativa per l’avvio del prossimo anno scolastico è partita, ma sul sostegno non si riscontra quel cambio di passo che tanti si attendono per evitare che una cattedra su tre continui a essere assegnata al personale precario. Un’attenta analisi sull’argomento è stata pubblicata in queste ore dalla rivista Tuttoscuola, nella quale si ricorda che all’interno della “recente decretazione dell’organico di diritto del personale scolastico per il 2021-22 sono stati aggiunti 5mila nuovi posti di sostegno, quale quota iniziale di 25mila posti previsti a regime dal 2023/24. Gli incrementi dei posti di organico del sostegno saranno introdotti gradualmente: 5.000 posti appunto dal 2021/22, 11.000 dal 2022/23 e 9.000 posti a decorrere dal 2023/24”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “l’incremento di soli 5 mila posti, a fronte di oltre 100 mila cattedre che continueranno andare in deroga al 30 giugno il prossimo anno, è solo un timido segnale, ma nulla di più. Servono azioni concrete, a iniziare dalla cancellazione dell’organico di fatto, per il sostegno come per tutte le discipline. Si provveda poi a specializzare su sostegno tutti i docenti che ne fanno richiesta, considerando che stiamo parlando comunque di personale con abilitazione all’insegnamento che ha coscienza di quello che fa”. Di diritto fondamentale per gli alunni disabili con handicap certificato grave ad avere il proprio insegnante specializzato” ha infine parlato oggi il leader dell’Anief a Italia Stampa.
Cresce lievemente la quantità di cattedre di sostegno destinate alle immissioni in ruolo. Tuttavia, scrive la stampa specializzata, “non si tratta di nuovi posti (come a suo tempo aveva lasciato intendere l’ex-ministra Azzolina che, comunque, aveva avuto il merito di affrontare concretamente il problema), ma di stabilizzazione di una parte degli 83.651 posti di sostegno in deroga attivati quest’anno in organico di fatto, come ormai avviene da decenni”. Il punto è la manovra triennale non affatto risolutiva, perché “quando tutti i 25mila nuovi posti di sostegno previsti entreranno a tutti gli effetti in organico di diritto, andranno a stabilizzare altrettanti posti in deroga nel frattempo cresciuti probabilmente al ritmo di circa dieci mila posti ogni anno. In quel momento, nel 2023-24, vi saranno 126mila posti di sostegno in organico di diritto, ma probabilmente vi saranno ancora circa 90mila posti di sostegno in deroga”, sottolinea Tuttoscuola. Si conferma dunque il quadro dell’anno in corso, con “i posti di diritto e in deroga sfiorano il 21% del totale: un posto ogni cinque!”.
Spetterà allora al sottosegretario all’istruzione, Rossano Sasso, con delega alle problematiche della disabilità nella scuola, quindi “individuare soluzioni organiche e alternative all’attuale situazione del sostegno, da proporre al ministro Bianchi per assicurare la stabilizzazione di un settore in costante precarietà. “La verità è che, conclude la rivista specializzata, “il sostegno è diventato ormai il settore più importante dell’intero sistema di istruzione. La rilevanza che ha assunto il settore merita, dunque, una coraggiosa azione di revisione strutturale che, congiuntamente alla stabilizzazione degli organici con superamento dei posti in deroga, intervenga sulla situazione del personale (specializzazione, mobilità, reclutamento)”.
Secondo il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, diventa sempre più importante che il legislatore metta mano alle norme che regolano l’assunzione dei docenti, a partire da quelli di sostegno. E pure che si vada a organizzare al meglio il nuovo processo che porta l’assegnazione delle ore di sostegno a ogni alunni disabile. “L’applicabilità delle nuove norme introdotte dalla Legge 107 del 2015, poi avallate con il decreto legislativo 66 del 2017, modificato dal decreto legislativo 96 del 2019, riguardano anche la creazione dei nuovi gruppi di lavoro per l’inclusione all’interno della scuola, anche sui nuovi gruppi per l’integrazione, che sono andati a sostituire il tradizionale Glh”, ha detto oggi il sindacalista a Italia Stampa.
“Il problema – ha continuato - sta nelle modalità di accertamento della disabilità, sulle nuove certificazioni e sul nuovo profilo di funzionamento che andrebbe a sostituire il piano dinamico funzionale. Secondo il Tar questi elementi devono riguardare solo gli alunni che hanno passaggio di grado. Per gli altri rimangono in vigore le precedenti regole, che hanno sempre visto nel Pei, il Piano educativo individualizzato, l’indicazione delle ore di sostegno”.
Quindi anche la mancata attribuzione di queste ore, che in futuro sarà oggetto di segnalazione del dirigente scolastico, sulla base dell’attivazione degli organismi preposti e in ultima analisi “sempre dell’Usr, si potrà comunque eventualmente impugnare con la campagna Anief #nonunoradimeno che Anief sviluppa dalla sua nascita per garantire il diritto alle ore di sostegno richieste dalle certificazioni e negate dall’amministrazione centrale e periferica. La Corte Costituzione ci ha infatti ricordato – con la sentenza 80 del 2010 - che l’assegnazione di un docente specializzato è fondamentale per garantire a pieno l’inclusione scolastica”, ha concluso Pacifico.
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