Su 5,7 milioni di studenti tornati a svolgere la didattica a distanza per via dell’innalzamento dei contagi da Covid19, non vi sono solo centinaia di migliaia di allievi con problemi di connessione e di accesso informatico, ma anche quasi 200mila con disabilità che frequentano attualmente le classi dei diversi ordini e grado delle scuole statali e paritarie. Meno di 100mila continuano a frequentare la scuola in presenza, ma non è detto che anche loro non debbano a breve passare alla didattica da casa, via “remoto”, perché i presidenti di alcune regioni (come ad esempio Lazio e Veneto), dove l’indice di contagio si sta avvicinando a 250 per 100mila abitanti, potrebbero decidere come altri di mettere tutti gli studenti in DaD. Le stime sono state fornite oggi da Tuttoscuola.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “siamo di fronte ad una problematica grave, di non facile soluzione. Di sicuro, però, lo Stato potrebbe fare molto di più, incrementando i posti in organico di diritto, assumendo tutti i docenti specializzati e specializzando i tanti che chiedono di farlo anche attivando corsi universitari di tipo telematico. Assicurare ad un giovane con disabilità il proprio docente di sostegno è fondamentale, anche per ridurre il disagio della didattica a distanza o per meglio affrontare quella in presenza a scuola qualora i consigli di classe optassero per questa soluzione anche coinvolgendo altri alunni normodotati”.
Negli ultimi giorni, in Italia due studenti disabili su tre, in media, non frequentano più la scuola con la modalità delle lezioni frontali tradizionali. In alcuni casi, grazie alle possibili deroghe contenute nel DPCM del 2 marzo scorso, possono continuare ad entrare in classe per “mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali”.
PAGANO I PIÙ FRAGILI
Secondo la stampa specializzata, “l’intento è condivisibile, ma non è di facile attuazione, in quanto occorre anche la presenza dei compagni di classe (e dei docenti) per realizzare effettivamente l’inclusione”. Sempre per Tuttoscuola, “il rischio è che siano ancora una volta i più fragili a pagare in modo preoccupante gli effetti della pandemia, come accaduto nella primavera 2020 nei mesi di scuole chiuse e lockdown totale”.
I NUMERI
La regione con il maggior numero di alunni con disabilità è la Lombardia (53.645), seguita dalla Campania (32.261) e dal Lazio (29.624), quest’ultima con le scuole ancora aperte. Per il momento, con riferimento ai singoli settori, nelle scuole dell’infanzia potrebbero essere presenti in classe come minimo 13.368 bambini con disabilità (43,2%), nelle scuole primarie 47.912 (43,1%) alunni disabili, nella secondaria di I grado 25.341 (33,6%) e nella secondaria di II grado 13.518 (16,5%).
IL PARERE DEL SINDACATO
Anief ricorda che bisogna dare maggiore supporto didattico a tantissimi alunni con disabilità certificata, anche in condizioni di pandemia, e non è possibile negare ancora le ore di sostegno. Il quadro di bisogni didattico-formativi va affrontato con personale insegnante specializzato e lo Stato deve fare in modo di attuare tale prospettiva in tempi ridotti, non sul lungo periodo. Il giovane sindacato, a tal proposito, teme che il nuovo modello di Pei possa ora anche ridurre gli insegnanti anziché aumentarli. Anief, pertanto, continua a proporre con convinzione l’iniziativa gratuita ‘Sostegno, non un'ora di meno!’ che negli ultimi anni ha portato a un numero crescente di cattedre assegnate, garantendo così il rispetto delle ore indicate dagli esperti.
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