La ministra dell’Università, Cristina Messa, accoglie le richieste di Anief e annuncia di voler aumentare i posti rispetto ai 6 mila previsti. Per Marcello Pacifico (Anief) “bisogna eliminare il numero programmato e permettere a tutti i docenti con tre anni di servizio di poter conseguire il titolo per il bene loro e dell’utenza. Non esiste più il vincolo peraltro illegittimo dell’offerta formativa degli Atenei, visto che i corsi si possono svolgere in remoto. Presenteremo un emendamento al decreto legge n. 44 Contenimento Covid in Senato”.
Il giovane sindacato ha attivato anche uno specifico ricorso per i docenti specializzandi per poter partecipare ai concorsi ordinari e straordinari attuali dopo la remissione in corte costituzionale della legge 159/19. Basta chiedere il modello di richiesta e poi aderire.
IL QUESTION TIME CON IL MINISITRO MESSA
È di queste ore l’annuncio da parte della ministra dell’Università, Cristina Messa, dell’incremento da parte delle Università della capacità di formazione dei docenti di sostegno: alla luce delle ampie disponibilità di posti vacanti e alla conseguente emergenza legata alla carenza di personale di ruolo specializzato, la stessa ministra ha infatti tenuto a dire, durante il question time alla Camera dei Deputati, di essersi attivata, dopo avere appurato la presenza di 12.588 idonei non vincitori nell’ultimo ciclo, “per accrescere la potenzialità del sistema universitario, chiedendo, nel corso del mese di dicembre, un ulteriore sforzo degli atenei sulla base della necessità di ammettere in sovrannumero i candidati risultati idonei nelle medesime sedi in cui hanno sostenuto le prove. Con la rilevazione compiuta nel mese di marzo è emerso la disponibilità di 22 mila posti”. Perché tutti i posti di Tfa sostegno vengano utilizzati, però, il Ministero dell’istruzione dovrà avviare la procedura di finanziamento al Ministero dell’Economia.
La carenza di docenti specializzati è diventata tale da costringere il ministero dell’Università a correre ai ripari: secondo quanto riferito dalla ministra Cristina Messa, “il sistema universitario è pronto a soddisfare, in occasione del prossimo ciclo, sia l’esigenza formativa dei candidati vincitori al VI ciclo sia quella degli idonei al precedente V ciclo”. Affinché si renda possibile questo aumento di posti, ha concluso la ministra, “è necessario che venga sensibilmente accresciuto il fabbisogno espresso dal sistema scolastico, che consta di 40 mila posti per il triennio 2018-2020, dei quali, fermo restando il numero degli idonei dei precedenti cicli, solo 6.191 sono disponibili attualmente per il prossimo VI ciclo”.
IL COMMENTO DEL SINDACATO
Anief apprezza lo sforzo del dicastero di competenza per aumentare il numero dei docenti specializzati, anche perché si andrebbe a recuperare gli idonei che il sindacato ha sempre reputato preziosissimi. Allo stesso tempo, però, non può non ricordare che il numero di insegnanti che ogni anno prendono servizio come precari non specializzati rimane tre volte superiore: “I numeri sono impressionanti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e sono eloquenti. Quest’anno sono state assegnate circa 105 mila cattedre di sostegno a supplenze. Di queste, solo una piccola parte sono finite a del personale in possesso del diploma universitario di specializzazione: dai nostri calcoli risulta che almeno 70 mila dei supplenti nominati su sostegno è privo del titolo specializzante. Quindi il triplo di quelli per i quali il ministero dell’Università si appresta adesso a chiedere l’avvio dei percorsi di formazione specialistica presso gli atenei. E ogni anno il loro numero è in importante crescita. Quindi, è evidente che il segnale del ministero è importante ma serve uno sforzo maggiore”.
Infine, rimane da affrontare il problema della mancata attribuzione dell’intero pacchetto di ore assegnate dal gruppo di esperti nella formazione psico-pedagogica degli alunni disabili: prosegue, a questo scopo, la campagna gratuita #nonunoradimeno che Anief sviluppa dalla sua nascita per garantire il diritto alle ore di sostegno richieste dalle certificazioni e negate dall’amministrazione centrale e periferica. “A questo proposito, la Corte Costituzione ci ha ricordato – con la sentenza 80 del 2010 - che l’assegnazione di un docente specializzato è fondamentale per garantire a pieno l’inclusione scolastica”, ha ricordato il presidente Marcello Pacifico.
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