L'Anief travolge ancora il Ministero in tribunale a tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola da anni sfruttati dal Ministero con contratti illecitamente reiterati in palese violazione delle norme comunitarie. Nelle ultime settimane sono tre le sentenze favorevoli alle tesi del nostro sindacato e arrivano dai Tribunali del Lavoro di Prato e Reggio Emilia dove gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, in collaborazione con i nostri legali sul territorio, fanno condannare il Ministero dell'Istruzione al riconoscimento delle progressioni stipendiali mai corrisposte al personale precario e al risarcimento del danno nei casi di reiterati contratti oltre i 36 mesi per un totale che supera i 50mila Euro. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per ottenere gli scatti di anzianità e il risarcimento del danno per il periodo di precariato svolto oltre i 36 mesi di servizio su posto vacante
Il Tribunale del Lavoro di Reggio Emilia, ad esempio, con una sentenza esemplare accoglie le tesi sostenute dall'Avv. Irene Lo Bue, ed evidenzia come “la clausola 4 dell’Accordo quadro sul rapporto di lavoro a tempo determinato recepito dalla direttiva 99/70/CE, di diretta applicazione, impone di riconoscere l’anzianità di servizio maturata al personale del comparto scuola assunto con contratti a termine, ai fini dell’attribuzione della medesima progressione stipendiale prevista per i dipendenti a tempo indeterminato dai C.C.N.L. succedutisi nel tempo”, accordando in favore dei lavoratori che si sono affidati al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti, il diritto “a vedersi riconosciuta l’anzianità maturata nel corso di tutti i servizi non di ruolo prestati ai fini giuridici ed economici e, conseguentemente, condanna il Ministero convenuto a conteggiare gli scatti di anzianità in misura pari a quella dei lavoratori assunti ab initio a tempo indeterminato secondo le determinazioni di cui al CCNL di comparto del 29.11.2007 e a corrispondere le differenze retributive maturate” e quantificate come pari a 13mila Euro evidenziando, inoltre, in favore dei lavoratori che avevano dimostrato di aver “intrattenuto con il Ministero convenuto plurimi rapporti di lavoro a tempo determinato su “organico di fatto” (e quindi con scadenza al 30.6.2010) per periodi superiori a 36 mesi, sempre nel medesimo Istituto scolastico e sempre per la medesima classe di concorso”, la sussistenza di “un uso improprio e distorto del potere di macro-organizzazione delegato dal legislatore al Ministero in ordine alla ricognizione dei posti e delle concrete esigenze del servizio”. Condotta abusiva cui consegue “l’obbligo per l’Amministrazione convenuta di risarcire il danno patito per perdita di chance di reperire un’occupazione alternativa migliore”; danno quantificato in un totale di 10 mensilità.
Anche il Tribunale del Lavoro di Prato, su ricorsi patrocinati dall'Avv. Simona Fabbrini, ha dato piena conferma del diritto del personale precario della scuola a percepire le medesime progressioni stipendiali riconosciute dal Ministero solo al personale assunto a tempo indeterminato, evidenziando come “una disparità di trattamento che riguardi le condizioni di impiego tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato non può essere giustificata mediante un criterio che, in modo generale ed astratto, si riferisca alla durata stessa dell’impiego” e ha, inoltre, constatato che “l’amministrazione resistente non ha contestato il fatto che il ricorrente abbia sempre lavorato su posti vacanti in organico e quindi la reiterazione dei contratti a termine è avvenuta per soddisfare esigenze stabili e non provvisorie. La rilevata vacanza, oltre che disponibilità, del posto ed il superamento del limite dei trentasei mesi, impone di riconoscere al ricorrente una tutela risarcitoria”, condannando il Ministero dell'Istruzione a risarcire la docente con un totale di 8 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto, oltre alla corresponsione degli scatti di anzianità.
“Il personale precario della scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – subisce un vero e proprio abuso sia per la reiterazione continua e costante negli anni di contratti a termine sia per quanto riguarda le condizioni stipendiali. Le nostre azioni legali restituiscono dignità all'impegno e alla professionalità dei lavoratori precari della scuola, ma ribadiamo che urge modificare immediatamente la contrattazione nazionale per conformarla alle direttive eurounitarie e procedere con l'immissione in ruolo del personale precario senza ulteriori indugi e con procedure snelle e immediatamente attuabili come quella da noi proposta di utilizzare le costituende GPS anche per le immissioni in ruolo e non solo per le supplenze annuali”.
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