Nell’ultimo biennio è cresciuta, seppure lentamente, la quantità di italiani in possesso del diploma o della laurea, si riduce di conseguenza la dispersione scolastica, ma si riduce anche in modo evidente la qualità media dell’apprendimento: la doppia tendenza è contenuta nell’ottavo Rapporto ASviS, pubblicato in questi giorni, sull’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. La sintesi sulla qualità degli apprendimenti in chiaro-scuro è riportata oggi dalla stampa specializzata che rimarca come, sulla base del rapporto nazionale, tra il 2016 e il 2021 la quota dei laureati e di diplomati sia “aumentata rispettivamente di 4,6 e di 3 punti percentuali”, e come nello stesso periodo sia stata registrata “anche la diminuzione di 1,2 punti percentuali degli abbandoni scolastici”
L’aumento di dispersione implicita è del resto evidenziato pure dagli ultimi preoccupanti dati Invalsi sulle “perdite di apprendimento, soprattutto in matematica”. Inoltre, la ricerca pone “molta enfasi anche sul divario tra i territori, che si allarga e si fa più evidente nel passaggio tra i cicli di istruzione”. L’attenzione verso questa situazione è comunque evidente, “come testimoniano le misure previste dal PNRR – per esempio in materia di reclutamento e formazione dei docenti – con una rinnovata attenzione alla preparazione didattica, sul piano teorico e su quello metodologico, un ampliamento del tempo scuola, un’offerta di percorsi di orientamento più incisiva”.
“La verità è che se si vuole dare una svolta al miglioramento dell’offerta formativa, che permetterebbe anche un innalzamento delle competenze e dei diplomi conseguiti – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – occorre introdurre una didattica maggiormente personalizzata, che guardi alle attenzioni dei singoli alunni. Ha fatto bene il ministro dell’Istruzione e del Merito a creare la figura del docente tutor e del connesso orientatore, ma senza un incremento degli organici, a iniziare da quelli aggiuntivi Ata per passare a quelli di potenziamento dei docenti nei territori più a rischio dispersione, non si andrà mai lontano e la situazione non potrà migliorare di molto”.
“Allo stesso tempo, è indispensabile cancellare la supplentite, tornando a immettere da doppio canale di reclutamento, assumendo quindi anche da Gps pure da materia e non solo da sostegno, come pure decidendo una volta per tutte di cancellare gli organici di fatto e i vincoli alla mobilità. Se non adottiamo una volta per tutte queste misure – conclude Pacifico – rischiamo davvero di fare due passi in avanti e due indietro, come sta accadendo ora con l’esplosione della dispersione implicita”.
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