Nessun dubbio: introdurre il silenzio-assenso sull’adesione di una pensione integrativa, attraverso una trattenuta automatica, che durerà tutta la vita lavorativa è un’imposizione che non può passare. A pensarla così è il sindacato Anief, dopo l’accordo sottoscritto questa settimana tra l’Aran e i sindacati istitutori del fondo (tutti quelli rappresentativi del comparto, tranne Anief) che introduce l’iscrizione automatica al Fondo Espero del personale docente, Ata ed educativo assunto dal 1° settembre 2019, con questi ultimi che dovranno anche pagare 1.000 di arretrati.
“La verità – commenta oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è che entro nove mesi dalla firma dell'accordo sottoscritto dell’accordo del 16 novembre arriverà una comunicazione ufficiale sull'attivazione della trattenuta mensile nello stipendio della quota minima di adesione (20 euro mensili medi, più 1.000 euro di arretrati dal 2019). Oltre 1,3 milioni di lavoratori della scuola finora non iscritti al fondo, coinvolti in questo meccanismo, avranno un mese di tempo per esercitare il recesso”.
“La nostra organizzazione sindacale – continua Pacifico – ritiene illegittima questa modalità di accesso alla pensione integrativa, il silenzio-assenso, peraltro anche retroattiva. Pertanto, in attesa dell'esito del ricorso che Anief avanzerà, il nostro sindacato fornirà consulenza e assistenza gratuita a tutto il personale che vorrà rifiutare l’adesione semi-imposta”.
Ancora Anief ricorda che basterà fare delle previsioni, anche con il Simulatore scenari pensionistici messo a disposizione dall’Inps, per rendersi conto che il vitalizio che garantisce il modello di previdenza integrativa produce un vitalizio davvero modesto. Per tale motivo, il sindacato ritiene inaccettabile la forzatura su Espero e invita tutto il personale scolastico a valutare con attenzione l’adesione esprimendo entro il termine previsto espresso assenso o diniego all’adesione, per evitare un’attivazione automatica non desiderata del Fondo. Al fine di ricevere le informazioni necessarie per una scelta consapevole, Anief mette a disposizione dei lavoratori della scuola le proprie sedi territoriali.
COSA È IL FONDO ESPERO
Il sindacato ricorda che l’adesione al Fondo Espero prevede che il lavoratore versi mensilmente una quota pari almeno all’1% della propria retribuzione e l’intero TFR (per gli assunti in ruolo dopo l’anno 2000 e per il personale a tempo determinato); dal canto suo, il datore di lavoro – lo Stato – versa una quota aggiuntiva pari all’1% della retribuzione del lavoratore. Le quote versate vengono investite dal Fondo, al fine di costituire un trattamento previdenziale complementare che andrà a sommarsi, al momento del pensionamento, a quello obbligatorio del personale scolastico.
Con l’introduzione dell’iscrizione al Fondo con silenzio-assenso, l’amministrazione dovrà solo fornire al momento dell’assunzione un’informativa al lavoratore sulle modalità di adesione, con espresso riferimento all’iscrizione tramite silenzio-assenso, e sulla previdenza complementare (anche con un semplice rinvio al sito del Fondo Espero). Il lavoratore da quel momento avrà nove mesi per comunicare ad Espero se intende o meno aderire, ma se non comunicherà nulla allora scatterà l’adesione automatica per silenzio-assenso, fatta salva la possibilità di esercitare il diritto di recesso entro i 30 giorni successivi alla comunicazione di adesione che riceverà da Espero.
L’accordo è immediatamente operativo per il personale a tempo indeterminato, ma nel testo è presente una dichiarazione congiunta per l’estensione del meccanismo di adesione al Fondo tramite silenzio-assenso anche al personale a tempo determinato (da notare un probabile refuso nel testo che indica nel 1° settembre 2023 il termine entro cui valutare la possibilità di estensione, ma poiché tale termine è già trascorso si ritiene che il termine effettivo possa essere il 1° settembre 2024).
L’ACCORDO DI ADESIONE CON SILENZIO-ASSENSO AL FONDO ESPERO
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