I dirigenti ministeriali hanno appena pubblicato un decreto, il DM 506 del 19 giugno 2018, che disciplina le operazioni di inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento alla vecchia maniera: niente reinserimento per gli esclusi e passaggio dalla quarta a terza fascia; graduatorie precluse anche per i laureati in Scienze della formazione primaria col vecchio ordinamento; aggiornamento vietato, infine, per tutti coloro che, pur stando già nelle GaE, sono interessati a far valere i nuovi titoli e servizi maturati negli ultimi quattro anni oppure hanno intenzione di cambiare provincia di appartenenza per ritrovarsi con maggiori chance di essere assunti anche a tempo indeterminato.
Il giovane sindacato ha quindi attivato nuovi ricorsi per chi intende chiedere subito il reinserimento in GaE, l’inserimento con la laurea SFP vecchio ordinamento nella quarta fascia GAE e per chi intende passare dalla fascia aggiuntiva alla terza fascia delle GaE. Attivato anche uno specifico contenzioso per contestare il mancato aggiornamento delle GaE che impedisce agli aspiranti già inseriti di poter aggiornare il punteggio con titoli e servizi maturati negli ultimi quattro anni e di poter chiedere il trasferimento in altra provincia. Adesioni sul portale Anief entro il 9 luglio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Invece di intensificare gli sforzi per porre fine alle clausole inique nei contratti di lavoro e nelle modalità di accesso alle immissioni in ruolo, il nostro Ministero dell’Istruzione si comporta in modo conservativo, procedendo ad operare in modo discriminante. Come ho detto in settimana a Bruxelles, davanti al Parlamento europeo, mai come oggi è giunto invece il momento di voltare pagina, aggiornando le procedure, rendendole omogenea tra il settore pubblico e privato, garantendo finalmente la parità di trattamento tra personale precario e di ruolo. Facendo così anche cadere tutti gli inutili lacciuoli esistenti per tenere lontano i docenti abilitati dalla GeE e per permettere loro di muoversi ogni anno, dando modo di collocarsi nelle province dove c’è un maggior numero di disponibilità di posti vacanti.