Come natura vuole, ad un certo punto della loro vita, hanno tutto il diritto di procreare. Ma chi opera nella scuola difficilmente può permettersi il lusso di avere figli: sceglie suo malgrado di fare la supplente per diversi anni, spesso a centinaia di chilometri di distanza dalla famiglia, privandosi dei suoi affetti e rinunciando quasi sempre alla maternità, in attesa della stabilità lavorativa. Poi, quando riesce ad entrare di ruolo, si costruisce una famiglia ma non ha diritto a ricongiungersi neanche per un anno con il proprio bambino se ha più di otto anni di vita. Né lo stipendio va meglio, visto che guadagna la miseria di 1.200 euro, tre volte di più del reddito d'inflazione se rimanesse a casa. Di fare carriera non se ne parla e poi, dopo avere lavorato 42 anni, può fare la nonna con una pensione neanche doppia rispetto all'assegno di disoccupazione. Non ci si meravigli, allora, se l’Italia si trova non solo in cima alla classifica europea per anzianità delle donne al primo parto con una media di 31 anni, ma anche se il 37% tra 25 e 49 anni con almeno un figlio risulta inattiva. E per le donne che hanno più possibilità e coraggio, il doppio ruolo è un Everest da scalare.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Perché festeggiare e come festeggiare se, come successo ad alcune maestre con diploma magistrale, sei assunta ancorché con riserva per poi ritrovarti licenziata, così non potrai neanche mantenere quella famiglia che con stenti e sacrifici avevi costruito? È proprio il caso di dire che oggi si festeggia la festa della mamma, ma se si vuole lavorare nella scuola è meglio rimanere single. Bisognerebbe voltare pagina, garantendo alle mamme docenti, ma anche alle amministrative, tecniche e collaboratrici scolastiche, maggiori permessi e spazi per stare vicine ai figli, cambiare le norme su trasferimenti e assegnazioni provvisorie, aumentare gli stipendi legandoli almeno all'inflazione, reclutare tutte le precarie in organico di fatto su posti vacanti, aprire “finestre” per le pensioni, tutelare chi è a rischio licenziamento e chi non sarà mai assunto con la riapertura delle GaE e la conferma dei ruoli.