La parte pubblica vuole individuare le tematiche per i prossimi rinnovi contrattuali, nell’ambito dei quali occorrerà affrontare i problemi di armonizzazione dei nuovi contratti con le norme di legge intervenute dopo il periodo di sospensione dell’attività negoziale e, inoltre, stabilire discipline comuni e convergenti all’interno dei nuovi comparti e delle nuove aree di contrattazione, individuati dall’Aran e dalle Confederazioni sindacali nell’accordo siglato il 13 luglio 2016. Per sottoscrivere i rinnovi di categoria si prevedono tempi lunghi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal-Confedir): se all’Aran si vuole definire la parte normativa, con il nuovo ‘compartone’ Scuola, Università, Ricerca pubblica e Afam, allora possiamo parlarne. Se, invece, si vogliono prioritariamente gettare le basi per accreditare l’aumento medio del personale a dir poco insufficiente non ci stiamo. La busta paga dei dipendenti pubblici, a iniziare dalla scuola, dove gli stipendi sono i più bassi della P.A., va almeno riallineata al costo della vita: per un recupero equo di questo gap, che ha fatto sprofondare gli stipendi di docenti, Ata e dirigenti scolastici ben al di sotto della media Ocse, servirebbero 105 euro di indennità di vacanza contrattuale dal settembre 2015, come ha stabilito la Consulta. E altrettanti di vero e proprio aumento. Sono 210 euro e pure netti, quindi quattro volte quello che mette sul piatto oggi il Governo.