Il Tribunale del Lavoro di Modena segna un'altra vittoria Anief nella battaglia per il riconoscimento del servizio svolto nelle paritarie al fine dell'attribuzione del punteggio nelle operazioni di mobilità. Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Pasqualino Miraglia continuano a ottenere ragione in favore dei nostri iscritti con una nuova sentenza che disapplica il CCNI nella parte in cui non attribuisce punteggio al servizio svolto nelle scuole paritarie. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “La contrattazione non può violare disposizioni di legge e il mancato riconoscimento del servizio nelle scuole paritarie nei trasferimenti è da considerare illegittimo proprio perché in contrasto con la normativa sulla parità scolastica”. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief per la Mobilità 2018.
I sindacati sono stati informati che a cospetto di un incremento di 724 allievi con disabilità certificata sull’isola “non si assiste, invece, ad un altrettanto consequenziale aumento di posti in organico di diritto, rimandando la gestione del problema all’assegnazione di posti in deroga” fino al 30 giugno dell’anno successivo. Vanificando in tal modo la possibilità di considerare quei posti liberi, quindi utili per la continuità didattica, i trasferimenti e le immissioni in ruolo. In vista del prossimo anno, quindi, si prevede un incentivo dei ricorsi da parte delle famiglie degli alunni disabili. Del resto, è questa l’unica risposta possibile dinanzi ad uno Stato che non rispetta i diritti dei più deboli. Proprio di recente, l’Istat – attraverso un dettagliato report - ha fatto sapere che nella scuola primaria addirittura una famiglia ogni dieci ricorrere al giudice per far valere le ore di sostegno negate al figlio. E questo avviene proprio perché gli uffici scolastici non si allineano al fabbisogno di ore stabilito dall’equipe medica pubblica.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda come “negli ultimi anni il nostro sindacato con l’iniziativa ‘Non un’ora di meno’ ha permesso a tanti alunni di ottenere quel sostegno che nessuno voleva assegnare loro. Tutto deriva dal fatto che lo Stato si ostina a voler risparmiare sui mesi estivi non assegnati e sugli scatti stipendiali del personale: nella cinica logica di chi ci governa, infatti, conviene tenere sotto scacco un insegnante specializzato per 10 mesi l’anno con lo stipendio bloccato piuttosto che per 13 mensilità e gli incrementi previsti solo per i colleghi già immessi in ruolo. Ne consegue che oggi l'organico dei docenti di sostegno supera i 140 mila docenti, ma più di 40 mila risultano in deroga, fino al 30 giugno. Neanche il decreto legislativo 66 della Legge 107/2015 ha risolto il problema.
Anief non ha mai voluto sottostare a questo stato di cose e i giudici gli hanno dato ragione. Proprio in Sicilia, a Palermo, solo pochi mesi fa hanno imposto un decreto d'urgenza, per attuare il pieno rispetto del diritto all'istruzione e all'inclusione dell'alunno disabile e l'immediata attribuzione del docente di sostegno per l'intero monte ore necessario. Famiglie, insegnanti, personale Ata, dirigenti e semplici cittadini, che intendono vederci chiaro sulla mancata nomina dei docenti di sostegno o delle ore non assegnate come indicato dalle commissioni mediche dello Stato, possono sempre scrivere all'indirizzo e-mailQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Il ricorso per ottenere la stabilizzazione dell'organico di sostegno con la trasformazione dei posti in deroga in posti in organico di diritto fa da corollario all'azione di sensibilizzazione che l'Anief promuove da anni gratuitamente con l'iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!”, attraverso cui il sindacato promuove apposite impugnazioni presso il tribunale.
Il modello 730 precompilato è già disponibile dal 16 aprile in consultazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ma dal 2 maggio si può modificare e inviare; la data di scadenza per la trasmissione è il 23 luglio. Anche il modello Redditi può essere modificato dal 2 maggio, ma potrà essere trasmesso dal 10 maggio al 31 ottobre (ex Unico).
Nelle prossime ore, probabilmente già domani, lunedì 7 maggio, “ci sarà il ‘verdetto’ ovvero si saprà se ci sarà la possibilità di aprire una commissione speciale e quindi se continuare nel nostro sciopero della fame ad oltranza oppure interromperlo perché si va verso un accordo”, spiega una delle maestre che ha partecipato allo sciopero della fame dei giorni scorsi davanti al Ministero dell’Istruzione. Nei giorni scorsi diversi membri del Parlamento hanno dimostrato sensibilità al problema: parlamentari di Forza Italia, Fratelli d’Italia e di Liberi e uguali, con disegni di legge o pubbliche dichiarazioni, hanno chiesto apertamente quello che l’Anief rivendica con una bozza di decreto legge. Anche la Lega Nord ha chiesto di eliminare il divieto delle supplenze introdotto dalla Legge 107/2015. E il Movimento 5 Stelle ha chiesto di interrogare la ministra per sapere quali soluzioni urgenti voglia avviare. Sulla stessa linea si è mosso, seppure tardivamente, anche il Pd.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): La soluzione, invocata da tutti, rimane quella di riaprire per la terza volta le GaE a tutto il personale abilitato dall’infanzia alle superiori. Inoltre, vanno trasformate le graduatorie d’istituto in permanenti e provinciali. Tutti stanno comprendendo che chi è in possesso di un’abilitazione riconosciuta dallo Stato italiano deve essere assunto in base al punteggio ottenuto. Inoltre, che essere licenziati per via dell’Adunanza Plenaria del 20 dicembre scorso rappresenterebbe un’ingiustizia vera. La soluzione, infine, non può essere quella di estendere il fallimentare regime di reclutamento transitorio ai docenti della primaria e dell’infanzia. Per questo siamo pronti a continuare la protesta fino a quando non si approverà il diritto nella scuola.
“La rappresentatività nazionale dell’Anief assume sempre più rilievo: con 55 mila voti, concentrati nel 60% delle scuole, il nostro sindacato, in tutte le scuole dove aveva presentato propri candidati, raddoppia i voti del 2015, supera la Gilda (42 mila consensi), tallona lo Snals (61 mila) e con le attuali 41 mila deleghe rispetto alle 17 mila precedenti Anief raggiunge il 6% della rappresentatività. Il tutto, a soli dieci anni dalla sua nascita, a Palermo, e nonostante l'unificazione dei comparti della Conoscenza avvenuta proprio in occasione del rinnovo delle Rsu 2018. Inoltre, alla luce di questi risultati e delle nuove prerogative sindacali, Anief si candida nel prossimo triennio a diventare la terza sigla sindacale nazionale”. Con queste parole, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha aperto oggi i lavori del Consiglio nazionale del giovane sindacato, alla presenza dei quadri sindacali territoriali e dei rappresentanti della segreteria nazionale nella storica sede palermitana di via del Celso, nel Palazzo del Gran Cancelliere.
Tra i risultati rilevanti sulle liste scrutinate, commentati a caldo, spicca la seconda posizione raggiunta dall’Anief a L'Aquila, Chieti, Biella, Agrigento, Caltanissetta, Trapani; molto bene è andato il sindacato anche in Abruzzo e Molise, oltre che nelle province di Teramo, Crotone, Cremona, Campobasso, Verbania e Palermo, dove si è posizionato come terzo. C’è poi da registrare il record di Rsu elette a Napoli, una su dieci del nazionale (113/1176), pari merito tra Milano e Torino (68-65). Altissimo, poi, è risultato il numero di preferenze di voti per lista a Biella (27,78%), Caltanissetta (24,24%) e Teramo (19,30%). Tra i voti raccolti nelle province dove Anief ha presentato le liste vincono Napoli (4.992), Milano (3.743) e Torino (2.659), mentre tra le regioni la Sicilia (9.861), Lombardia (8.323), Campania (7.676) raccolgono quasi la metà dei voti.