Il via libera è della commissione Politiche dell’Unione europea di Palazzo Madama: l’obiettivo è trasmettere agli studenti la consapevolezza di diventare soggetti attivi e protagonisti della comunità europea. In particolare, l’insegnamento è articolato su un orario di almeno quattro ore mensili con votazione finale a cura di docenti adeguatamente formati. Gli oneri derivanti dalla formazione di personale docente di Costituzione e cittadinanza europea verrebbero finanziati attraverso il Fondo sociale europeo 2014-2020. Il giovane sindacato rivendica la primogenitura della proposta: dopo avere per anni denunciato la mancata applicazione delle direttive emesse da Bruxelles, l’Anief ha infatti chiesto formalmente al Parlamento, dinanzi alle commissioni competenti di Camera e Senato, di potenziare lo studio della seconda lingua comunitaria e della cittadinanza europea, attraverso apposite modifiche al decreto legislativo sulla cultura umanistica.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): L’UE non è solo quella dell’euro e dei finanziamenti, ma essere stato membro significa anche e soprattutto rispettare le norme europee. E laddove i singoli Paesi fanno orecchie da mercante, si deve comunque dare seguito alle sentenze emesse dai tribunali successivamente ai reclami e ricorsi formulati dai cittadini che non ce la fanno più a sentirsi presi in giro. Basti pensare all’assorbimento dei precari con almeno 36 mesi di servizio svolto: anziché assumerli a titolo definitivo, si è escogitato il modo di aggirare quanto stabilito dall’UE. La lista nera delle omissioni è lunghissima. Sempre in tema di precari della scuola, è scandaloso il procedere discriminante che si continua ad attuare nei loro confronti: vale per gli scatti di anzianità, per le ferie, per i mesi estivi. Il danno riguarda anche i neo-assunti, a cui è stato annullato il primo ‘gradone’ stipendiale, dovendo oggi attendere il nono anno per vedere la loro busta paga alzarsi. Stando così le cose, fino a che le norme nazionali non cambieranno, è ai giudici che bisognerà rivolgersi.
Proprio ieri è giunta la notizia che il Tribunale del Lavoro di Trieste ha accolto in toto il ricorso dei legali Anief, riconoscendo il diritto di una docente, immessa in ruolo nel 2013, all'integrale e immediato riconoscimento di tutto il servizio svolto durante il precariato e all'applicazione, equiparando tutto il suo servizio a termine a quello svolto a tempo indeterminato, della contrattazione collettiva nazionale economica precedente, che riconosceva il diritto al gradone stipendiale 3-8 anni. Nei giorni scorsi, era stato il Tribunale del Lavoro di Napoli Nord ad emettere una doppia sentenza di identico tenore, risarcendo con ben 85mila euro due docenti non di ruolo per illegittima reiterazione di contratti a temine e sfruttamento del precariato.
Anief prosegue i ricorsi gratuiti per attribuire il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018. Si ricorda che la violazione della normativa comunitaria riguarda anche altri aspetti: si può decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Anche il personale già assunto può presentare ricorso per ottenere l’annullamento del primo “gradone” stipendiale e percepire i compensi aggiuntivi degli anni passati.