Preso atto che non ci sono i 35 miliardi per rinnovare il contratto degli statali, con il Mef che pratica la politica del bilancino e la Ministra dell’Istruzione che si limita a chiedere incrementi minimi, l’unico modo per ottenere un avanzamento di carriera è recuperare l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% del costo della vita programmato dal MEF previsto dalla legge di stabilità 2009, a partire da settembre 2015. Per pre-aderire gratuitamente al ricorso invia la diffidaper interrompere la prescrizione in attesa della nuova sentenza della Consulta.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Se nel privato si sono firmati contratti che hanno previsto aumenti del 20% degli stipendi in ragione dell’aumento del costo della vita, nel settore statale al blocco del contratto è stato affiancato il blocco dell’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale, rendendo vano ogni possibile aumento. Ma se quanto fatto dal Governo è risultato legittimo fino alla pubblicazione della sentenza della Consulta nell’agosto 2015, non ha più ragione di essere nei mesi successivi quando il contratto è stato sbloccato e di conseguenza l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale deve essere sbloccata.
Secondo gli Uffici Studi della giovane doppia organizzazione sindacale, i 3 miliardi di euro scarsi complessivi di tre Leggi di Bilancio, comprendente anche la prossima, non coprono nemmeno un decimo dell’effettivo finanziamento utile a soddisfare i soli stipendi pubblici bloccati da quasi un decennio. Inoltre, la Ministra dell’Istruzione sembra volere chiedere genericamente maggiori risorse finanziarie, fermarsi a 6mila posti in più rispetto al turnover dei pensionamenti del personale ATA e cancellare i vincoli sulle supplenze “brevi” introdotte con la Legge 190/2014.
Marcello Pacifico (Anief-Udir): Si tratterebbe di modifiche importanti, perché darebbero un po’ di respiro alle scuole, dove il personale Ata opera in modo sempre più affannato proprio per via dei tagli agli organici, delle norme strozza-supplenze e del mancato turn over degli ultimi anni. Ma sono solo l’antipasto di un piatto di provvedimenti ben più consistenti. Nella scuola a reclamare l’aumento maggiore nella categoria sono i docenti, per i quali solo per coprire il 15% di inflazione occorrono 1.300 euro per ognuno dei tre anni di nuovo contratto. Soltanto per adeguare gli stipendi di tutti i 100mila dirigenti pubblici all’inflazione cresciuta in questi anni ci vorrebbero 1,4 miliardi. Per i dirigenti scolastici, recuperando la RIA per gli assunti dal 2001/2002, il ripristino delle risorse tagliate al Fondo unico nazionale dal 2011-12, i ricorsi per il recupero del TFR/TFS, per la trattenuta Enam e lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale, è possibile pensar di ridurre il gap stipendiale rispetto agli altri. Poi, c’è la perequazione: non può essere inferiore ai 22mila euro lordi a preside.
Tutti i dipendenti docenti e Ata possono inviare una diffida per sbloccare l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% dell’inflazione. La questione è stata trattata e discussa pure da Udir, che si batte per i diritti dei dirigenti scolastici, per il comparto dirigenziale. Anche in questo caso è stato predisposto uno specifico ricorso.
È notizia di oggi che ci sono dei presidi che sono distanti dall’assegnazione anche 50 km, fino ad un estremo caso, quello di un capo d’istituto che si divide tra scuole della provincia di Nuoro ed Oristano per un numero abnorme. In tutta l’Isola l’organico dovrebbe essere composto da 265 presidi, mentre al momento ne sono in servizio 220. E l’anno prossimo la situazione potrebbe peggiorare: diventa quindi sempre più impellente pubblicare il bando di concorso per dirigenti scolastici e predisporre una tabella di marcia per il suo espletamento, in modo da assumere i vincitori con l’avvio del prossimo anno scolastico.
Marcello Pacifico (presidente Anief):Non osiamo nemmeno pensare cosa potrebbe accadere se nel prossimo mese di settembre ci dovessimo trovare nelle attuali condizioni di vuoto attuale: le reggenze passerebbero da 1.900 a circa 2.500, per effetto dei pensionamenti e dell’ennesimo mancato turn over. Non comprendiamo, quindi, per quale motivo la burocrazia debba ancora una volta prevalere sulle necessità pratiche. Ancora di più perché tanta attesa ci sta portando un bando di concorso, a quanto ci risulta, ancora pieno di parti a dir poco discutibili. Non riusciamo proprio a comprendere, in particolare, l’esclusione dei laureati con cinque anni di servizio e anche dei tanti immessi in ruolo, come docente, che per qualsiasi motivo non hanno ancora superato l’anno di prova. Il problema si era posto già nel 2011 e lo abbiamo portato al Tar, dove il giudice ci ha dato ragione. È per questo che abbiamo predisposto appositi ricorsi, in modo da permettere loro, come primo obiettivo, la partecipazione ai test di pre-accesso alle vere e proprie prove selettive.
Coloro che volessero aderire al ricorso contro le esclusioni illegittime dal concorso DS hanno tempo fino al 13 ottobre. Anief ricorda ai candidati del concorso del 2011 che è ancora possibile aderire alricorso ad adiuvandumin Corte costituzionale prima della pubblicazione dell’ordinanza in Gazzetta Ufficiale, sempre tenendo conto del fatto che le possibilità di accedere alle quote di concorso rimangono riservate ai docenti candidati ricorrenti.
Impugnando l’esclusione, il docente ricorrente potrà anche avvalersi della speciale convenzione Anief con Eurosofia - leader educativa affermatasi negli ultimi anni nel settore dei corsi di preparazione ai concorsi, ente riconosciuto dal Miur per la formazione del personale – e partecipare al "Corso di aggiornamento professionale e preparazione al Concorso per Dirigente Scolastico" usufruendo dello sconto Eurosofia. I corsi sono strutturatiin presenzaea distanzatramite piattaforma interattiva.
Altri 15 docenti precari potranno usufruire delle progressioni stipendiali e degli scatti di anzianità grazie all'azione legale promossa dall'Anief. I tribunali del lavoro di tutta Italia stanno accogliendo i ricorsi del nostro sindacato e condannando il Ministero dell’Istruzione per discriminazione. Ancora possibile aderire agli specifici ricorsi per la tutela dei lavoratori a tempo determinato.
Vittorie in tutta Italia per i ricorsi Anief sul diritto alle progressioni di carriera anche durante il periodo di precariato. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Le ragioni secondo le quali il Ministero dell'Istruzione ha tentato di giustificare la disparità di trattamento posta in essere da decenni a discapito dei lavoratori precari della scuola sono state correttamente ritenute dai Giudici senza alcuna correlazione logica con la negazione della progressione retributiva in funzione dell’anzianità di servizio maturata, che risponde unicamente ad una finalità di risparmio di spesa pubblica del tutto estranea alle “ragioni oggettive” nell’accezione di cui alla clausola 4, punto 1, dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato”. L’ANIEF ricorda a tutti i lavoratori precari della scuola che è ancora possibile ricorrere per vedersi finalmente riconosciuti i propri diritti e per ottenere pari dignità retributiva rispetto ai docenti a tempo indeterminato.
Sono destinati a raddoppiarsi i candidati, diversi dei quali anche laureati, che aggiornano la Graduatoria d’Istituto rispetto al triennio precedente: a dispetto dei tagli agli organici, della stretta sulle sostituzioni del personale assente e delle poche irrisorie immissioni in ruolo disposte, rimane appetibile fare il collaboratore scolastico, l’amministrativo e il tecnico nella scuola pubblica. In “palio” ci sono 12mila posti in organico di diritto, a cui va aggiunta una quota di posti non molto lontana per quelli in organico di fatto (con contratti da stipulare fino al 30 giugno dell’anno successivo) per vari motivi non computati dal Miur. Con circa 20mila posti da assegnare, significa che solo uno su cento, dei due milioni di attuali potenziali aspiranti, ce la farà a conquistare l’agognato posto annuale. Poi, ci sono le supplenze “brevi” ma le ultime disposizioni di spending review hanno ridotto ai minimi termini le possibilità di lavorare in caso di assenza del lavoratore Ata titolare.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Fa pensare questo alto interesse per lavorare nella scuola, peraltro per compensi sempre più bassi, meno di mille euro al mese, i più bassi nella PA, se si fa riferimento alle tabelle dell’ultimo Contratto collettivo nazionale, nonostante le mansioni e responsabilità siano cresciute in modo esponenziale. Significa che la scuola rappresenta ancora un punto fermo nella società, sia per gli studenti che per chi vi opera al loro servizio. Malgrado i Governi facciano di tutto per scoraggiare. Ormai siamo al risparmio ad oltranza. Gli stessi precari più fortunati che stipuleranno un contratto annuale, pur lavorando su posti vacanti e disponibili, si ritroveranno tra le mani una supplenza priva delle mensilità di luglio e agosto. Salvo rari casi decisi dai dirigenti scolastici per cause di forza maggiore, saranno così costretti a presentare ricorso per recuperare gli stipendi dei mesi estivi, sottratti in modo illegittimo.
Anief invita inoltre il personale Ata non assunto ad aderire ai ricorsi per la stabilizzazione e gli scatti di stipendio non percepiti (cliccare qui). Ma anche per il recupero della differenza retributiva per aver ricoperto il ruolo di DSGA, come per la stabilizzazione per chi ha svolto funzioni DSGA per oltre 36 mesi (cliccare qui).