L’azione legale promossa dal sindacato Anief, presso il Giudice del lavoro, vuole ottenere il prolungamento di un anno del servizio dei docenti che stanno completando un mandato di 9 anni all’estero.
L’azione legale promossa dal sindacato Anief, presso il Giudice del lavoro, vuole ottenere il prolungamento di un anno del servizio dei docenti che stanno completando un mandato di 9 anni all’estero.
È stata depositata la prima delle sentenze del Consiglio di Stato in Adunanza plenaria che, dopo l’udienza del 16 novembre 2022, doveva pronunciarsi sulla vicenda del riconoscimento in Italia dei titoli di abilitazione e specializzazione conseguiti in un Paese all’estero, in particolare in Bulgaria, dopo il mancato via libera del ministero dell’Istruzione poiché non sarebbe stato dimostrato l’esercizio della professione per almeno 12 mesi. Per il Consiglio di Stato, che ha fatto riferimento alla direttiva 2005/36/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo, n. 206/2007, il sistema generale di riconoscimento delle qualifiche professionali acquisite in ciascun Paese membro dell’Unione europea diventa funzionale alla circolazione in ambito sovranazionale dei lavoratori e dei servizi.
Tra oggi e domani un milione e mezzo di docenti e Ata stanno ricevendo tra i 1.350 e i 3.000 euro lordi di arretrati: la somma, a cui occorre sottrarre tra il 30% e il 50% di trattenute e ritenute fiscali, è frutto dell’accordo sottoscritto lo scorso 6 dicembre dai sindacati rappresentativi con l’Aran. “L’importo degli arretrati è già visibile nella pagina personale di NoiPA alla voce Servizi Stipendiali con la dicitura “58 – Emissione speciale Arretrati”, scrive oggi la stampa specializzata. Tra il personale c’è delusione per gli importi degli arretrati, che molti dipendenti attendevano più alti.
Sale il numero di lavoratori a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione e la crescita va ricondotta all’aumento di precari nella scuola (e nella sanità). A dirlo è l’Istat: nell’ultimo Censimento Permanente delle Istituzioni Pubbliche, riporta come, in relazione al tipo di contratto, il personale in servizio si articoli in 2.974.360 dipendenti a tempo indeterminato (l’82,6% del personale occupato nelle istituzioni pubbliche), 421.929 dipendenti a tempo determinato (l’11,7%) e 205.420 non dipendenti (il 5,7%). In media, sintetizza la stampa specializzata, i dipendenti a tempo determinato rappresentano il 15,7% del personale in servizio presso le Amministrazioni dello Stato e presso le Province e città metropolitane. È nel periodo 2017-2020 che “l’occupazione di lavoratori dipendenti aumenta complessivamente del 2,6%, con il personale a tempo indeterminato che prosegue il calo già avviato in precedenza (-2,1%) mentre quello a tempo determinato registra un forte aumento (+48%), dovuto principalmente alle assunzioni effettuate nel comparto scuola e negli enti del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) per far fronte alla pandemia da Covid-19, evidenzia l’Istat”.
Il decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri non contiene le annunciate modifiche a favore della Scuola pubblica: in attesa del testo ufficiale, l’inaspettata assenza di norme salva Istruzione emerge dal comunicato stampa pubblicato dalla Presidenza del Consiglio sulle misure approvate dall’Esecutivo. Nemmeno “c’è traccia sul decreto milleproroghe – scrive la stampa specializzata - della norma che sbloccava la mobilità agli insegnanti vincolati per il prossimo anno scolastico”. Eppure, prima dell’approvazione del decreto in Cdm la norma (“la disposizione di cui all’articolo 13, comma 5, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59, si applica a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025”) “era presente, tanto che la riunione prevista proprio a ridosso di Natale era stata annullata”.