Dietro alle mancate 10mila immissioni in ruolo di quest’anno vi sono storie di docenti precari costretti a rinunciare alla stabilizzazione, all’obiettivo che si erano prefissi spesso da anni, perché collocati su sedi lontane, senza possibilità di tornare prima di un lungo periodo a causa dei gratuiti vincoli alla mobilità, e perché gli stipendi che andrebbero a prendere non gli garantirebbero di arrivare a fine mese. È il caso di una docente di Scienze Economico-Aziendali, la professoressa Laura, costretta a rinunciare “per non stare lontana dalle figlie minori e per le troppe spese da affrontare stando lontano da casa, oggi, a distanza di due settimane, le fa ancora tanto male”.